100 raid di Israele su Gaza. Oltre 600 morti tra i palestinesi in cerca disperata di cibo
Crisi climatica: primi temporali al Nord, 2 morti di caldo e lavoro a Frosinone e Pordenone I Economia: conversazione settimanale con Andrea Fumagalli I Free Ocalan, conferenza stampa in Senato
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PALESTINA - Continua a Gaza, Palestina, il genocidio per mano israeliana. Oggi ennesimo massacro sulle tende degli sfollati del campo profughi di Al Mawasi: almeno 15 vittime. 2 vittime accertate anche a Nuseirat, mentre non si ha un bilancio dei raid più a nord, attorno a Beit Hanonu; l’unica cosa certa è che in questo caso è morto un soldato occupante, mentre un altro è morto a sud, a Rafah, negli scontri con la Resistenza. Con i raid odierni – almeno 100, secondo Tel Aviv, con 138 morti in 24 ore – arrivano a 57.300 i morti palestinesi nel genocidio in corso da 21 mesi.
Negli ultimi 2, di mesi, sono – e a dirlo è l’Onu - almeno 613 i morti ufficiali (ma fonti sanitarie palestinesi parlano di 714 morti) tra i civili, mentre cercavano qualcosa da mangiare vicino ai centri della cosiddetta Gaza Humaniarian Foundation, il mostro creato da Usa e Israele, con la scusa degli aiuti, che in realtà non entrano nella Striscia ormai da marzo. Tra le vittime, ieri, anche un operatore locale di Medici Senza Frontiere, andato in cerca di cibo a Khan Younis e freddato dagli israeliani.
Nel servizio la testimonianza di un collega, anche lui di MSF, ma sopravvissuto:
Nella Striscia di Gaza mancano quindi drammaticamente cibo, farmaci e anche l’acqua, con temperature molto alte che fiaccano una popolazione già prostrata dai crimini di guerra e contro l’umanità di Israele. Per questi motivi si attende, nella Striscia ma non solo, la risposta di Hamas alla proposta di tregua (60 giorni) messa sul piatto da Trump. Il movimento islamico parla in queste ore di “colloqui in corso con gli altri gruppi della Resistenza palestinese; la risposta ai mediatori egiziani e qatarioti arriverà alla fine dei contatti”. Hamas, nelle scorse ore, ha lasciato trapelare che la risposta “potrebbe essere positiva” anche se permangono diverse criticità, come il ritiro delle truppe di occupazione dopo i 60 giorni di tregua e l’ingresso degli aiuti nella Striscia, ancora oggi bloccati dalla politica genocidiaria di Netanyahu.
Da Gaza alla Cisgiordania. Tre palestinesi feriti dai coloni durante un raid a sud di Nablus. Poco distante, a Jurish, sempre i coloni hanno aggredito un pastore palestinese rubandogli pure il gregge di pecore. 30 famiglie sfollate con la forza dalla comunità beduina araba di al-Mleihat, a nord-ovest di Gerico, per le ripetute aggressioni dei coloni armati, scortati e difesi dall’esercito israeliano.
Ancora Palestina: in Italia, a Napoli ieri il Consiglio comunale ha approvato la delibera per rompere ogni relazione con lo stato di Israele. A Torino oggi invece azione di Extinction Rebellion. “Vestiti” le statue all’ingresso del palazzo del Comune con le bandiere palestinesi, appendendo gli striscioni “Torino 2030: Clima o Guerra?” e “Stop agli accordi con gli stati genocidi”. XR chiede al Comune una mozione analoga a quella napoletana, tagliando i rapporti con Israele, impegnandosi contro la guerra e per la neutralità climatica al 2030. Il nostro collegamento con Maria, XR
Dall’Italia a...Londra. La deputata britannica Zarah Sultana ha annunciato l'addio al Labour e la creazione di un nuovo partito di sinistra insieme all'ex leader laburista Jeremy Corbyn, puntando su contrasto radicale al riarmo, più misure per i ceti popolari, sostegno senza se e senza ma alla Palestina. La parlamentare, 31enne, era stata sospesa dal Labour dopo essersi opposta ai tagli ai sussidi voluti dal governo Starmer per acquistare altre armi. La nascita di una nuova compagine di sinistra - il cui nome potrebbe essere Socialist Alternative – nei sondaggi è già quotata al 10%. Ascolta le valutazioni di Claudio Ceruti, nostro collaboratore da Londra.
Sempre sulla Palestina, abbiamo presentato la raccolta firme lanciata da BDS e molte altre realtà per lo stop totale al transito di armi dall’Italia. Ascolta qui.
CRISI CLIMATICA - In Italia oggi il picco delle temperature estreme con 20 città bollino rosso. C'è allerta per temporali ed eventi localizzati difficili da prevedere, che potrebbero essere anche molto intensi; i primi si sono già formati, con danni nel Vicentino. In gran parte d’Italia, invece, restano temperature torride, con il sistema energetico che mostra i primi cedimenti, a partire dai blackout degli ultimi giorni in particolare in Lombardia, come a Bergamo e a Milano. Il problema però non è la rete in sè, ma nei tagli compiuti da anni, come spiega ai nostri microfoni Davide Gasparini, Filctem Cgil di Brescia – responsabile Enel.
Crisi climatica e carcere. Un detenuto di 57 anni è stato trovato morto oggi nel carcere fiorentino di Sollicciano, dove le alte temperature di questi giorni rendono ancora più difficile sopportare il cronico sovraffollamento. Si tratterebbe di un uomo, con fragilità psichiatriche, che è stato trovato nella doccia.
Crisi climatica e lavoro. Gli operai Electrolux di Forlì hanno lasciato lo stabilimento per il clima torrido e insopportabile. 2 i morti invece per le temperature estreme: ad Atina, Frosinone, un operaio di 58 anni impiegato nella posa della fibra ottica e un 38enne boscaiolo a Claut, Pordenone. Nella stessa provincia, ma a Maron di Brugnera, ferito gravemente un ragazzo di soli 17 anni impegnato in uno stage aziendale e caduto da tre metri, a causa del cedimento di un controsoffitto. Nella caduta il giovane ha riportato un trauma cranico e toracico.
Nonostante il protocollo firmato da governo, sindacati e imprese, oltre alle varie ordinanze regionali, come in Lombardia, si continua poi a lavorare un po’ ovunque, compresi in molti cantieri edili, con il pretesto della "pubblica utilità".
Nei giorni scorsi denunce di questo genere hanno riguardato anche Brescia, nei cantieri di Sanpolino e di via Milano, dove oggi Emanuele Galesi – giornalista, coconduttore di Breccast, in onda ogni sabato in FM su Radio Onda d’Urto – è andato al nuovo teatro Borsoni, inaugurato da poco. Edificio autonomo energeticamente, ma circondato da una spianata di cemento. Risultato: una nuova isola di calore, come spiega lo stesso Galesi. Ascolta un estratto del suo racconto qui:
Infine Roma, con l’esplosione di un distributore di Gpl in via dei Gordiani, zona nordest. 45 i feriti, 6 gravi, di cui 2 in pericolo di vita. L'incidente, alle 8, è stato provocato dal distacco di una pompa di una cisterna che alimentava l'impianto Gpl. Dopo lo scoppio, udito in mezza Roma, si è levata una densa colonna di fumo. Solo domani arriveranno i dati del campionamento disposto da Arpa sulla qualità dell’aria, resa già pessima dal caldo torrido, mentre la Società italiana di medicina ambientale lancia l’allarme: “il Gpl se inalato in alte concentrazioni può provocare nausea, vertigini, disturbi neurologici, perdita di coscienza e, nei casi più gravi, asfissia”.
ECONOMIA - Come ogni venerdì su Radio Onda d’Urto l’analisi critica dei fatti economici della settimana, a cura dell’economista, docente universitario a Pavia e nostro storico collaboratore, Andrea Fumagalli.
In questa puntata parliamo dell’approvazione, negli Usa, del “Big Beautiful Bill”, la finanziaria ultraliberista voluta da Trump; dell’apertura del summit dei Brics in Brasile; dell’aumento continuo, in Italia, dei prezzi del “carrello della spesa” e, in chiusura, dei dati Inail riguardo gli infortuni sul lavoro.
Ascolta l’intervento dell’economista Andrea Fumagalli cliccando qui.
KURDISTAN - Chiudiamo parlando di confederalismo democratico. Tra il 10 e il 12 luglio 2025, nella regione di Sulaymaniyya, nel Kurdistan iracheno (nord-Iraq), una ventina di militanti del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK) scenderanno dalle basi della guerriglia sulle montagne curde e deporranno simbolicamente le armi davanti alla stampa e a osservatori internazionali. Lo riferiscono in questi giorni diverse agenzie di stampa, anche legate al movimento di liberazione curdo.
L’iniziativa, che sarà preceduta da un nuovo appello da Imrali del leader e cofondatore del Pkk Abdullah Öcalan, intende aumentare la pressione politica sullo stato turco affinché compia dei passi concreti nel processo di pace aperto – in teoria – con il movimento di liberazione curdo (a partire dal 27 febbraio con l'”Appello per la pace e una società democratica” da Öcalan e seguito dal XII Congresso del Pkk che ha annunciato lo scioglimento dell’attuale struttura organizzativa).
Intanto però, denunciano dalle montagne del nord-Iraq, gli aerei e i droni da guerra di Ankara continuano a bombardare le posizioni della guerriglia.
Stamattina a Roma, al Senato, si è tenuta la conferenza stampa della delegazione italiana rientrata nelle scorse ore da Istanbul, dove si era recata insieme ad altre delegazioni internazionali per chiedere alle autorità turche di poter incontrare Öcalan sull’isola-carcere di Imrali. Ankara ha negato l’autorizzazione. La conferenza è stato intitolata “Verso la pace e una società democratica in Turchia. Libertà per Ocalan e tutti i detenuti politici”. L’incontro si è potuto svolgere al Senato per l’iniziativa del senatore di Alleanza Verdi Sinistra, Giuseppe De Cristofaro.
L’audio integrale della conferenza stampa registrato da Radio Onda d’Urto.
A chiudere, l’appuntamento con Storia di Classe:
Pochi minuti, ogni giorno, per ripercorrere la storia (la “nostra” storia). Un evento storico, una mobilitazione politica, una rivolta, una lotta, tornando indietro nel tempo per conoscere la storia dei movimenti operai, di classe e rivoluzionari.
4 luglio 1910: il pugile afroamericano Jack Johnson schianta l’avversario, un noto suprematista bianco:
È tempo di 730 e dichiarazione dei redditi!
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