106 morti in 24 ore: è questo, per Tel Aviv, il "cessate il fuoco"
Francesca Albanese all'Onu; scintille con Italia, Ungheria e Israele I Diritto alla casa tra Bologna e Brescia I Crisi climatica; 308 miliardari inquinano come 118 Stati
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PALESTINA - Raid israeliani su tutta la Striscia di Gaza. 106 i cadaveri negli ospedali, tra cui 46 bambini. 300 i feriti, un terzo minori. Con l’ondata di attacchi di queste ore, rivolti contro tende, strutture sanitarie, civili inermi, il numero totale di vittime e feriti dall’accordo di cessate il fuoco dell’11 ottobre ha raggiunto quota 213; 597 i feriti; 482 i corpi recuperati in attacchi precedenti. Ri-avvolgendo il nastro all’inizio del genocidio, ottobre 2023, ammazzati dall’occupazione genocidiaria sionista 68.645 palestinesi, oltre a 9-10mila persone sepolte sotto le macerie.
Dopo una sera, una notte e una mattinata di bombe, Israele afferma di aver “ripreso a rispettare il cessate il fuoco”. Per Tel Aviv, quindi gli attacchi di rappresaglia sono cessati. Questo non significa che non si continui a morire nella Striscia: nel pomeriggio si registra infatti almeno un raid, a Beit Lahiya, estremo nord, con 2 vittime, non distante dalla cosiddetta “linea gialla”, oltre la quale le forze occupanti israeliane si sono formalmente ritirate, pur continuando a sparare anche al di qua, ossia verso gli sfollati palestinesi, ammassati in metà Gaza.
Tel Aviv, quindi, fa come sempre, quello che vuole, grazie al silenzio complice della Ue e alla copertura attiva degli Usa, confermata oggi dal vicepresidente JD Vance, per il quale avere ammazzato oltre 100 persone in poche ore è derubricabile a “piccole schermaglie”. Licenza di uccidere, dunque, in risposta a quella che Israele ha descritto come una supposta violazione dell’accordo da parte di Hamas.
Il giorno prima proprio il Movimento islamico palestinese aveva consegnato i resti di un prigioniero alla Croce Rossa Internazionale; per Tel Aviv però erano altri resti di un prigioniero, già riportato in Israele a fine 2023. Con questa scusa Israele ha incendiato la Striscia, nell’ennesima– la più grave – delle 126 violazioni armate del cessate il fuoco compiute in meno di tre settimane, oltre a impedire - tutt’ora - l’ingresso di aiuti in maniera capillare rispetto a quanto pattuito con i mediatori.
ALBANESE - Di Gaza si è parlato oggi a New York, dove Francesca Albanese, la relatrice speciale Onu per i Territori Occupati, ha presentanto alla terza commissione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il proprio nuovo, dettagliato rapporto; 24 pagine in cui esamina, dati alla mano, il ruolo di 63 Stati nel crimine collettivo del genocidio in una Striscia “strangolata, affamata, distrutta”.
Dopo l’intervento dell’Albanese c’è stata la replica dei vari ambasciatori. Quello ungherese e quello italiano, Maurizio Massari – in Egitto durante il rapimento, la tortura e l’omicidio di Giulio Regeni - si sono schierati pancia a terra con Tel Aviv. Massari, in particolare, ha definito il rapporto della Albanese “priva di credibilità e imparzialità”. Roma si è così ancora una volta allineata all’ambasciatore israeliano all’Onu, Danny Danon, che nel suo intervento è andato oltre: anzichè rispondere all’analisi della Albanese ha preferito insultarla, definendola una “strega malvagia”.
WEST BANK - Chiudiamo questa pagina andando nella Cisgiordania Occupata, travolta dalle violenze di militari occupanti e coloni israeliani. Decine di palestinesi rapiti tra Tulkarem, Nablus e a Dheisheh, storica roccaforte delle forze laiche e progressiste, vicino Betlemme. Fermata pure una mezza dozzina di giornalisti, a nord della Valle del Giordano. Molti degli arrestati erano stati recentemente rilasciati dalle galere israeliane, dove Tel Aviv ha vietato alla Croce Rossa Internazionale e dove non entrano mai, nemmeno per sbaglio, gli impuniti coloni fascisti, nonostante le scorrerie quotidiane; da ottobre 2023 in Cisgiordania ammazzati 1.059 palestinesi, 10mila feriti, 20mila arresti o fermati, tra cui 1.600 bambini.
Sulla Palestina puoi ascoltare, su Radio Onda d’Urto:
CASA - Diritto all’abitare. A Bologna, dopo le violenze contro le 2 famiglie sfrattate a manganellate e mazzate a poca distanza dalla Fiera e la risposta del movimento con l’occupazione abitativa in via Minzoni, nuova casa per 142 persone, il comitato antisfratto di PLAT ha ottenuto questo pomeriggio un tavolo eccezionale in Prefettura sull’emergenza sfratti. Dentro una delegazione, fuori un presidio solidale, al grido di “mai più senza casa”. Come è andata? Lo ha raccontato a Radio Onda d’Urto Federico, della nostra redazione Emilia - Romagna.
Ancora diritto all’abitare. Domani, giovedì, giornata campale di mobilitazione per il diritto all’abitare e contro sfratti, sgomberi e pignoramenti a Brescia. Diritti per Tutti, csa Magazzino 47, Collettivo Onda Studentesca, oltre a inquiline e inquilini resistenti – sarà impegnato in ben 5 picchetti, tutti a Brescia città, per impedire che altrettanti nuclei familiari finiscano per strada. Da qui la chiamata generale alla solidarietà, dietro la parola d’ordine “Blocchiamo tutto…anche gli sfratti!”. Umberto Gobbi, dell’Associazione Diritti per Tutti di Brescia.
MIGRANTI - Di nuovo in mare: è salpata da Trapani la nave Mediterranea, di Mediterranea Saving Humans, per la sua seconda missione di salvataggio, nelle acque a sud dell’isola di Lampedusa, dove oggi sono sbarcate 236 persone.
“Ripartiamo in mare – dicono attiviste-i di MSH – grazie alla decisione del tribunale di Trapani che ha sospeso la detenzione amministrativa della nave disposta ad agosto in applicazione del dl Piantedosi, riconoscendo la piena legittimità di rifiutare il porto lontano di Genova e fare rotta su Trapani”. Una decisione importante che legittima l’operato dell’organizzazione, mentre almeno 1400 le vittime nel Mediterraneo dall’inizio dell’anno, come ricorda Laura Marmorale, presidente di Mediterranea Saving Humans ai microfoni di Radio Onda d’Urto.
FEMMINICIDIO - Verona scende in piazza dopo l’ennesimo femminicidio, con le decine di coltellate che hanno ucciso Jessica Stapazzolo, 33enne residente a Castelnuovo del Garda. Ad ammazzarla Douglas Reies Pedriso, 41enne ex compagno, che prima si è tolto il braccialetto elettronico che gli era già stato imposto, quindi ha ucciso Jessica. L’uomo era già indagato per maltrattamenti ed era stato accusato di avere abusato della cognata, mentre alla donna era stata tolta la custodia della figlia proprio per l’alto livello di pericolosità a cui era esposta a causa dell’ex compagno.
“In avvicinamento alla data del 25 novembre, giovedì 30 novembre dalle 19 alle 20 ci troviamo sul Liston in Piazza Bra”, scrive Non Una di Meno Verona; “una piazza arrabbiata per Jessica, uccisa a Castelnuovo del Garda, e per tutt3 le altr3 più di 70 sorelle uccis3 in femminicidi, lesbicidi e trans*cidi nel 2025″. Su Radio Onda d’Urto Elena, di Non Una di Meno Verona.
CRISI CLIMATICA - Tra pochi giorni in Brasile inizia la 30esima COP, conferenza delle Nazioni unite sui cambiamenti climatici e l’organizzazione Oxfam ha pubblicato un report che mostra in modo inequivocabile come ci sia una profonda ingiustizia nelle emissioni inquinanti: anche in questo caso, sono i super ricchi miliardari a consumare la quota maggiore di risorse del nostro pianeta. La scala di proporzione va oltre l’immaginabile: secondo Oxfam, un individuo appartenente allo 0,1% più ricco del pianeta emette in un solo giorno più anidride cabonica di quanto il 50% più povero della popolazione mondiale ne produca in un anno. Il calcolo viene effettuato non solo analizzando lo stile di vita, ma anche gli investimenti: i super ricchi investono principalmente in settori inquinanti, e il 60% è concentrato in settori devastanti per il clima, come petrolio e miniere.
La quota di inquinamento di 308 miliardari supera quelle di 118 Paesi messi insieme. Dal 1990, la quota di emissioni dei super-ricchi è cresciuta del 32%, mentre quella della metà più povera si è ridotta del 3%. A pochi giorni da COP30, un altro fattore è da rilevare: i lobbisti del carbonio accreditati puntano a superare i 1.773 lobbisti delle industrie del carbone, del petrolio e del gas della scorsa Cop, quella di Baku; più di quanti fossero i delegati dei 10 Paesi più colpiti dalla crisi climatica. Su Radio Onda d’Urto l’intervista a Francesco Petrelli, portavoce di Oxfam Italia.
Sempre su Radio Onda d’Urto puoi ascoltare:
Sempre scuola: “No classi pollaio”, raccolta firme di AVS per una legge di iniziativa popolare
A Monza martedì 4 novembre corteo “contro la guerra e chi la produce”
Irlanda: chi è la neopresidente della Repubblica, l’indipendente di sinistra Catherine O’Connolly?
A chiudere, l’appuntamento con Storia di Classe:
Pochi minuti, ogni giorno, per ripercorrere la storia (la “nostra” storia). Un evento storico, una mobilitazione politica, una rivolta, una lotta, tornando indietro nel tempo per conoscere la storia dei movimenti operai, di classe e rivoluzionari.








