1985 - 2024: buon 39esimo compleanno, Radio Onda d'Urto!
Svastiche a Brescia: venerdì mobilitazione antifascista | Palestina e Rojava: a Roma occupata Leonardo, fabbrica di morte | Stragi operaie: oggi 4 le vittime | Free Gino: niente scarcerazione
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A cura della redazione informativa, viene pubblicata non appena chiudiamo la porta della Radio alle 20: come tutte le email, tu la puoi leggere quando vuoi!
Le trasmissioni, comunque, proseguono sulle nostre frequenze: il secondo mercoledì del mese va in onda “Se non li conoscete”, a cura dell’Osservatorio democratico sulle nuove destre - Azione Antifa di Brescia; alle 21.00 Tracce (di e con Ugo Buizza); alle 23.00 Rusty Cage e alle 1 la replica di Navdanya
Qui trovate tutti i modi in cui potete ascoltare in diretta Radio Onda d’Urto!
BUON COMPLEANNO, RADIO ONDA D’URTO! - In una cantina di vicolo Sguizzette a Brescia, quella della foto, nasceva esattamente 39 anni fa, il 18 dicembre 1985, Radio Onda d’Urto. Una storia che prosegue ancora oggi, grazie al sostegno militante di tante e tanti, senza pubblicità, padrini e padroni, convinti che ora più che mai sia fondamentale conoscere il mondo per poi trasformarlo. Quindi tanti auguri e buon compleanno, Gatto Nero dell'informazione!
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Nell’audio, uno dei primi comunicati di Radio Onda d’Urto, che spiegava cos’era la nuova emittente antagonista nata a Brescia:
ANTIFASCISMO - Ancora da Brescia. La città si è svegliata con diverse svastiche comparse su monumenti e muri del suo centro storico. Imbrattati con una decina di simboli nazisti il liceo Gambara, una fontana in centro storico, via Trieste, corso Magenta e il basamento della statua “Bella Italia”, a pochi metri dalla stele che in piazza Loggia ricorda le vittime della strage fascista, di Stato e della Nato del 28 maggio 1974, a cui abbiamo appena dedicato, come Radio Onda d’Urto, un volume ad hoc.
Le svastiche arrivano a pochi giorni dal corteo del 13 dicembre - con 300 neofascisti di Brescia, Bergamo, Verona, Mantova e Cremona - e a due giorni dal presidio antifascista e solidale annunciato da Anpi e confederali, con l’adesione di un centinaio di realtà, per venerdì alle 17.30, tra piazza Rovetta e piazza Loggia.
Da Brescia alla Francia, con la nuova udienza sulla richiesta di estradizione avanzata dall'Ungheria contro Gino, compagno milanese in carcere Oltralpe con l'accusa di aver partecipato alle mobilitazioni antifasciste del febbraio 2023 a Budapest, contro il raduno neonazista della "giornata dell'onore". E' stata respinta la richiesta di scarcerazione. Gino torna quindi in carcere a Fresnes, vicino a Parigi, in attesa che i giudici si esprimano sulla richiesta di estradizione vera e propria in Ungheria: decisione attesa per il 15 gennaio. Per Gino e per tutte le persone antifa colpite da Orban, in corso in questi minuti un presidio solidale di fronte al Consolato francese di Milano, dopo quello del pomeriggio a Parigi, sotto il Tribunale. Qui c’era anche Ilaria Salis, per oltre un anno incarcerata a Budapest e poi eletta europarlamentare.
MEDIO ORIENTE - Palestina. Si rincorrono le voci su una tregua a Gaza, con Hamas che conferma: “la maggior parte delle criticità sono state risolte”. Nicchia però Netanyahu, che diserta l'incontro con Abu Mazen, al Cairo. Nell’attesa sulla Striscia piovono bombe ovunque, in particolare sul nord sotto assedio dal 5 ottobre. Le immagini che arrivano da città come Jabalya (in foto), Beit Lahia e altre ancora mostrano il genocidio in corso, con almeno 45mila vittime (quelle ufficiali), 107mila feriti e migliaia e migliaia di dispersi. Il tutto con la complicità occidentale e Usa in testa, tanto che oggi 5 famiglie palestinesi hanno fatto causa al dipartimento di Stato Usa, citando il sostegno di Washington all'esercito israeliano durante 14 mesi di pulizia etnica, massacri, popolazione presa per fame e sete.
La causa riguarda anche le brutalità commesse in Cisgiordania, dove dal 7 ottobre sono un migliaio le vittime, 10.300 i prigionieri politici, tra cui 345 bambini e 3428 persone in detenzione amministrativa, ossia in carcere senza nemmeno la fatica di trovare una qualche accusa formale. Non solo: sono già 49 i prigionieri politici morti ammazzati nelle galere dell’occupante. I dati sono dell’ong palestinese Addameer, che dal 1991 si occupa dei diritti legali negati a un popolo interno, quello palestinese.
Di seguito, uno stralcio dell’intervista:
In Libano Israele oggi ha bombardato abitazioni a Kfar Kila, nel sud, dove gli occupanti israeliani conducono sistematiche operazioni di demolizione di edifici civili. C'è poi la Siria, dove l'esercito israeliano è andato ben oltre la "buffer zone" del 1974 e, dopo aver occupato l'intera regione del Golan, si è diretto verso il bacino del fiume Yarmuk, assicurandosi l'accesso alla diga di Al-Wehda.Mentre Israele fa quello che vuole a sud-ovest, la Turchia si prepara a invadere - di nuovo - il nord e il nord-est. L'esercito di Ankara sta ammassando uomini e mezzi al confine per invadere, insieme alle bande jihadiste dell'Esercito nazionale siriano, Kobane, simbolo della resistenza anti-Isis. Sul terreno si segnalano colpi d’artiglieria e droni a macchia di leopardo, mentre le Forze democratiche siriane hanno annunciato la decisione di resistere su tutti i fronti, proponendo comunque una soluzione politica per evitare la guerra su larga scala. Il comandante Mazloum Abdi ha avanzato la proposta di una zona demilitarizzata per Kobane. "per affrontare affrontare le preoccupazioni turche in materia di sicurezza e per garantire la stabilità della regione". Ankara, per ora, tace.
Di Siria del Nord e dell’Est abbiamo parlato con Tiziano Saccucci, di Uiki Onlus.
Chiudiamo questa pagina, tra Palestina e Rojava, con la solidarietà. Svariate decine di compagne-i e studentessei-i di diverse realtà di Roma sono entrate alla Leonardo, la prima industria bellica del paese, per denunciarne la complicità nel genocidio palestinese e nei conflitti che dilagano in tutto il mondo. Iniziativa di denuncia analoga anche al mercato cittadino di Mestre, nel Veneziano. Ascolta qui.
STRAGI OPERAIE - Continua la strage di lavoratori in Italia: oggi almeno 4 i morti. Deceduto un operaio di 52 anni al porto di Genova Prà, travolto da una ralla mentre controllava i sigilli di un container. Un altro operaio è rimasto ferito, sbalzato dalla cabina di guida. Tutti i sindacati, dai confederali a quelli di base, hanno proclamato 24 ore di sciopero. Morti anche in Sardegna: è di un morto e un ferito grave il bilancio di quanto accaduto nella zona industriale di Elmas, Cagliari, dove due operai sono stati schiacciati da un camion in manovra. Un 36enne operaio ha poi perso la vita a Postiglione, nel Salernitano. travolto da un camion mentre lavorava nell'azienda di famiglia. Emilia: morto a Ferrara Davide Benetti, l'insegnante di 43 anni che il 9 dicembre era precipitato dal balcone di una villa a Ro, durante una gita scolastica. Il terrazzino aveva ceduto proprio mentre il docente vi si trovava con una guida turistica, rimasta ferita in maniera seria. Infine la Toscana: un muratore di 42 anni è caduto da un ponteggio a Firenze e si trova ricoverato in condizioni molto gravi.
Radio Onda d’Urto si è collegata con lo sciopero dei camalli al porto di Genova.
UNIVERSITA’ - Protesta e cariche in una residenza universitaria di Bologna gestita da Camplus, una delle principali aziende di housing per studenti in Italia. Decine di studenti, con collettivo Luna e Adl Cobas, si sono presentati alla porta, chiedendo ancora una volta un incontro, come fanno da mesi, per discutere problematiche molto gravi, a partire dalla carenza di acqua calda negli alloggi. All’ingresso hanno trovato la Celere, che ha caricato. "La lotta paga" scrivono però alla fine gli attivisti sui social spiegando che, alla fine, gli studenti sono stati convocati per un incontro con l'assessorato urbanistica e università il 23 dicembre.
Da Bologna a Pisa: bloccato da studentesse e studenti il Consiglio d'Amministrazione dell'Università di Pisa chiamato – denuncia il Collettivo Universitario Autonomo della città della Toscana – a operare tagli per 20 milioni “scaricando i tagli imposti dal governo sempre e solo su chi sta sotto” e ad “attaccare la vita di migliaia di lavoratori e studenti dell'Ateneo”. La polizia ha tentato invano di impedire l'irruzione; ne sono nati momenti di tensione con qualche spintone.
Oggi su Radio Onda d’Urto puoi ascoltare anche:
L’appuntamento con Storia di Classe:
Pochi minuti, ogni giorno, per ripercorrere la storia (la “nostra” storia) e i suoi anniversari. Un evento storico, una mobilitazione politica, una rivolta, una lotta, tornando indietro nel tempo per conoscere il mondo e poi… trasformarlo.
18 dicembre 1985: a Brescia nasce Radio Onda d’Urto!
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