21 mesi di genocidio a Gaza: oltre 100 morti in 24 ore. Niente accordo a Doha
Crisi climatica: ancora allerta arancione al Nord I Lavoro: sciopero del settore ferroviario contro il nuovo Ccnl I No Tav: lavori fermi sul Garda per i nidi del "Gruccione"
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PALESTINA - Gaza senza pace, continua il genocidio per mano israeliana del popolo palestinese, in corso da 21 mesi esatti. Almeno 105 persone sono state uccise e 400 ferite nelle ultime 24 ore. 7 morti vicino a un Centro di distribuzione degli aiuti, 6 invece per un raid alla clinica Al-Rimal di Gaza City, che offre rifugio a centinaia di sfollati. Decine i feriti, ci sono anche diversi dispersi.Dal 7 ottobre, cioè esattamente 21 mesi fa, a Gaza sono state uccise 57.523 persone e 136.617 sono rimaste ferite. Numeri comunque parziali, considerate le migliaia di persone disperse sotto la macerie o che nessuno sa più dove siano. Vittime palestinesi anche in Cisgiordania, due, uccisi dai militari occupanti nel villaggio di Salem, vicino Nablus.
Israele è tornato anche a bombardare lo Yemen. L’esercito di Tel Aviv ha attaccato i porti di Hodeida, Ras Isa e Salif e la centrale elettrica di Ras Kanatib, giustificando il suo operato con il lancio di tre missili balistici diretti contro Israele. Gli Houthi, dopo gli attacchi, sono tornati a colpire una nave (greca) uscita dai porti israeliani: non accadeva da maggio, dopo l’intesa de facto con gli Usa
Il tutto mentre si è concluso con l’ennesimo nulla di fatto il primo round di colloqui indiretti tra Israele e Hamas. Sul tavolo della discussione ci sono una tregua di sessanta giorni e un nuovo scambio di prigiornieri. Stasera secondo round, mentre Netanyahu è a Washington, a rapporto dall’alleato Trump.
Gli aggiornamenti di oggi, con una corrispondenza diretta da Gaza, sono qui.
LAVORO - Inizia alle 21 di lunedì 7 luglio 2025 un nuovo sciopero nel settore ferroviario. Fino alle 18 di martedì 8 luglio i lavoratori e le lavoratrici di Trenitalia, Trenord, Italo e altre aziende del trasporto ferroviario incroceranno le braccia. Lo sciopero è stato indetto dai sindacati di base, Cub, Usb, Sgb, dall’assemblea nazionale personale di macchina/personale di bordo di tutte le imprese del Gruppo FSI.
La protesta nasce contro il Contratto collettivo nazionale dei macchinisti e capitreno firmato il maggio scorso dai confederali, ma contestato da una parte consistente dei lavoratori (ha votato sì all’accordo il 68 per cento dei lavoratori, con un’affluenza al referendum ferma però al 53 per cento). “Rifiutiamo un Ccnl che uccide la nostra sicurezza, la nostra salute e il nostro stipendio” dichiarano i lavoratori riuniti nell’Assemblea nazionale Personale di macchina/Personale di bordo.
Su Radio Onda d’Urto è intervenuto Antonio Amoroso della Cub Trasporti.
CRISI CLIMATICA - La crisi eco-climatica in Italia e nel mondo si manifesta sempre più spesso passando da un estremo all’altro. Dopo l’eccezionale ondata di calore delle scorse settimane, nelle ultime 48 ore l’Italia è stata preda di fenomeni temporaleschi estremi che hanno colpito soprattutto il nord. Una donna di 63 anni di San Vittore Olona è morta per la caduta di un grande alberto abbattutto dalla tempesta che ha investito la zona dell’alto milanese nel tardo pomeriggio di ieri.
Da oggi calo generalizzato delle temperature, accompagnato però da nuovi eventi estremi. Allerta arancione in Lombardia, Friuli e Veneto, dove poco fa una piena improvvisa sul fiume Piave ha sorpreso 7 ragazzi sopra un isolotto a Fagarè, Treviso, la stessa zona in cui il 18 giugno 2024 un giovane era morto annegato a in una delle "spiaggette" sul greto del Piave. Sul posto diversi elicotteri, per farli tornare a riva.
L’afa e il caldo torrido persistono invece su buona parte del sud Italia, anche se non ovunque: a Napoli strade allagate per le violente piogge, allerta meteo fino alla mezzanotte di oggi. Una bomba d’acqua si è abbattuta anche su Bacoli.
Negli Usa salgono invece a 88 i morti (con una quarantina di dispersi) per le inondazioni in Texas, le più pesanti dell’ultimo secolo.
AMBIENTE - La natura, a volte, si ribella alla devastazione dei territori. È di questi giorni la notizia che presso i cantieri del Tav Brescia-Verona sono stati fermati (momentaneamente) i lavori di realizzazione.
A essere interessato dal blocco temporaneo il lotto in fase di realizzazione sul Garda: nel tratto tra Lonato e Desenzano i lavori si sono stati fermati per via della presenza nel cantiere dei nidi del Gruccione, l’uccello “più colorato d’Europa” e specie altamente protetta. E’ stato l’ornitologo e fotografo gardesano Guido Parmeggiani a rilevare la presenza del volatile protetto: sono 18 le coppie di gruccione che hanno nidificato nei cantieri. A favorire la presenza del variopinto uccello la movimentazione durante i lavori della terra sabbiosa, terreno perfetto per la creazione di cunicoli lunghi fino a 3-5 metri che i gruccioni scavano per deporre le uova, nel contesto del fragili colline moreniche del Garda.
Intanto, il progetto mastodontico della tratta Tav Brescia-Verona, composto da 17 km di gallerie e decine di cantieri, prosegue: dopo aver cantierizzato mezza autostrada A4, vivendo una serie di gravi problemi realizzativi tra cui l’enorme voragine creatasi a seguito del crollo del terreno sopra i lavori di una galleria a Campagna di Lonato (BS), il lotto è ora arrivato a Mazzano, alle porte orientali di Brescia.
Su Radio Onda d’Urto Sergio Salodini, del Tavolo Ambiente Garda.
Sempre in tema ambientale e dal Bresciano, altri due approfondimenti:
MIGRANTI - Bologna. Il Coordinamento Migranti e PLAT denunciano: indagini penali contro migranti titolari di permesso di soggiorno e di protezione internazionale che si trovavano nel Centro di Accoglienza Straordinaria di Malalbergo e da cui la Prefettura li aveva espulsi. “Il tentativo di Prefetture e Ministero dell’Interno è quello di ‘svuotare’ i CAS per fare spazio ai migranti che arrivano in questa stagione“, denunciano le due realtà di movimento a Radio Onda d’Urto.
Oltre al danno, è arrivata la beffa: ad alcuni migranti era stato notificato l’avvio delle indagini per il reato penale di “invasione di terreni o edifici”. Un mese prima, infatti, a loro era stato comunicato che avrebbero dovuto lasciare entro tre giorni la struttura, senza però alcuna proposta di inserimento nella seconda accoglienza, e dunque con l’unica prospettiva di trovarsi in mezzo alla strada. I migranti erano poi usciti dal CAS. “In linea con il decreto sicurezza del governo Meloni, le istituzioni stanno tornando a mostrare i muscoli mettendo in campo tutta la violenza razzista di cui sono capaci”, ricordano PLAT e Coordinamento Migranti di Bologna.
L’intervista a Lorenzo Delfino, del Coordinamento Migranti di Bologna
Sempre su Radio Onda d’Urto:
A chiudere, l’appuntamento con Storia di Classe:
Pochi minuti, ogni giorno, per ripercorrere la storia (la “nostra” storia). Un evento storico, una mobilitazione politica, una rivolta, una lotta, tornando indietro nel tempo per conoscere la storia dei movimenti operai, di classe e rivoluzionari.
7 luglio 1960: i morti di Reggio Emilia.
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