7 ottobre: prosegue il genocidio a Gaza
In Italia le proteste arrivano in scuole e università | Ue: confermata l'immunità a Ilaria Salis, ospite ai microfoni di Radio Onda d'Urto | Francia: nuova - ennesima - crisi di governo
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PALESTINA - Oltre 20 morti – ma il dato è, purtroppo, molto parziale – e decine di feriti nei raid israeliani su Gaza, tra il capoluogo a Nord e Khan Younis a Sud, dall’alba di questo martedì, 7 ottobre 2025.
In 2 anni, il bilancio ufficiale delle vittime palestinesi ha superato quota 67mila, di cui oltre 20mila minori; dati comunque parziali, con migliaia di dispersi sotto le macerie. 170mila i feriti, 2 milioni gli sfollati, tutti gli abitanti palestinesi della Striscia, senza aiuti ormai da marzo per il blocco criminale di Tel Aviv.
E’ questo il modo in cui Israele “commemora”, nel sangue, il 7 ottobre, due anni dopo l’attacco di Hamas. Il numero ufficiale delle vittime, stando ai dati forniti da Tel Aviv, è di 1.250, 3.000 feriti e il rapimento di 251 persone, 48 ancora nella Striscia. Il loro salvataggio è al centro delle proteste in Israele con centinaia di dimostranti davanti alle case di alcuni ministri del governo Netanyahu chiedendo la liberazione dei loro cari e la fine della guerra a Gaza.
Sul 7 ottobre, due anni dopo, Cinzia Nachira, saggista, analista di questioni mediorientali e autrice di diversi lavori sulla questione palestinese:
Il tutto mentre oggi proseguono i colloqui, in Egitto, tra Hamas e i mediatori. Proprio lì, secondo quanto riferisce l’agenzia Efe dal Cairo, Hamas avrebbe ‘accettato di consegnare le armi a un comitato egiziano-palestinese, ma rifiuta categoricamente di affidare la gestione della Striscia a un comitato di transizione internazionale e la presenza di Tony Blair come governatore di Gaza’. Alla porta anche una delegazione israeliana di medio livello, che dovrebbe esprimersi sulla cosiddetto piano Trump per uno scambio di prigionieri e un cessate il fuoco a lungo termine.
A breve, intanto, le persone della Gaza Freedom Flotilla e Thousand Madleens to Gaza sfideranno di nuovo il blocco navale israeliano. L’8 ottobre, domani, sembra la data prevista dell’intercettazione da parte di Israele.
“Chiamiamo tutte e tutti ad attivarsi per scendere in piazza e scioperare”. L’invito, rivolto a quanti sono scesi in piazza nelle scorse settimane, è stato lanciato dalla delegazione della nave Conscience della Freedom Flotilla Coalition e sulla quale viaggia anche il medico trentino Riccardo Corradini, 32 anni, il primo e unico studente ad aver fatto l’Erasmus a Gaza nel 2019. Dalla sua storia è stato tratto anche il film “Erasmus in Gaza”, di Matteo Delbò e Chiara Avesani. Sono 192 le persone a bordo della nuova carovana marittima solidale, quasi tutti professionisti sanitari.
Già diverse le mobilitazioni annunciate in Italia per la giornata di domani, mercoledì, in solidarietà con attiviste e attiviste in viaggio con la Freedom Flotilla Coalition.
Intanto, oggi, nuove occupazioni per la Palestina nelle scuole e nelle università.
All’elenco di lunedì - una trentina di istituti - si aggiungono altre realtà a Roma e Torino. Occupata, da ieri, anche Scienze Politiche a Milano (in foto) e l’Aula 2 di Giurisprudenza a Brescia; qui oggi pomeriggio incontro con i Sanitari per Gaza. Sempre a Brescia, sabato e domenica, due giorni di “Insieme per la Palestina” al Magazzino 47. Vietate dalle questure, per questa sera, le iniziative di piazza a Bologna e Torino. Confermati comunque i due presidi. Omar, del Ksa dal liceo Gioberti occupato
Qui le voci raccolte dalle scuole e dalle università occupate.
Infine Livorno. Contestazione contro ben 5 ministri, tra cui il vicepremier Salvini, oggi nella città Toscana per un evento organizzato dalla Lega al centro congressi Bagni Pancaldi. Completamente militarizzata la città livornese per la kermesse leghista.
Proseguono quindi le mobilitazioni solidali in Italia, sulla spinta delle 3 milioni di persone che hanno preso parte prima allo sciopero generale e poi al corteo nazionale di Roma, organizzato dalle realtà palestinesi in Italia che oggi al riguardo hanno diffuso un appello
“Al popolo italiano, a compagni e compagne che hanno lottato con noi senza tregua: continuiamo al fianco della nostra Resistenza contro il sionismo, per una Palestina libera dal fiume fino al mare. La piazza di Roma è la vera voce dell’Italia, quella che sta dalla parte degli oppressi che resistono, dalla parte della libertà, della giustizia e della dignità. È la voce di chi sa che Palestina libera non è uno slogan, ma una necessità storica e umana: Le lotte si sono unite. La liberazione della Palestina è parte delle lotte sociali in Italia”.
ANTIFA - A Strasburgo, la Plenaria dell’Europarlamento ha respinto a scrutinio segreto e per un solo voto la revoca dell’immunità dell’europarlamentare AVS, Ilaria Salis, che resta quindi in carica e soprattutto libera, anzichè finire – come voleva Orban – nelle galere ungheresi per la mobilitazione antifascista durante il cosiddetto Giorno (neonazista) dell’onore, nel febbraio 2023.
L’eurodeputata Ilaria Salis ha ottenuto il sì per una sola preferenza: 306 favorevoli e 305 contrari, 17 gli astenuti, un centinaio gli assenti. “Una vittoria per la democrazia, lo stato di diritto, l’antifascismo. Questo voto dimostra che la resistenza funziona. Ma la lotta non è finita”, scrive in una nota l’esponente di Avs che rischiava di finire nuovamente in carcere.
L’eurodeputata monzese è stata in carcere in Ungheria dal 15 febbraio 2023 e poi ai domiciliari fino a giugno 2024, tornando in Italia il 17 giugno, giorno del suo 40esimo compleanno.
Nelle carceri ungheresi resta Maja, antifascista tedesca detenuta con l’accusa di terrorismo e in attesa di un processo che potrebbe condannarla a 24 anni di carcere.
Il commento di Ilaria Salis ai microfoni di Radio Onda d’Urto lo trovi qui.
FRANCIA - Mossa disperata da parte del presidente francese Macron che dà altre 48 ore al premier dimissionario Lecornu per tentare di creare una specie di governo di unità nazionale.
Da oggi via alle consultazioni a Matignon, la versione transalpina di Palazzo Chigi. Occhi puntati sui Republicains, di destra. Il leader Retailleau, non intende chiudere la porta a Lecornu, a condizione però che si tratti di una ‘’coabitazione’ con i macroniani e che i repubblicani ‘non vengano diluiti nel campo presidenziale”; chiediamo una coabitazione”, di potere e di ministeri. Ancora più a destra Le Pen vuole invece il voto subito. Socialisti, comunisti e verdi non escludono un qualche sostegno a un ipotetico governo di unità nazionale, mentre La France insoumise vuole votare in Parlamento la mozione di destituzione di Macron, presentata da giorni, per anticipare il voto delle presidenziali, per ora in calendario nel 2027.
Da Lille Vladimir Nieddu, esponente del Movimento popolare per la salute e di LFI.
SIRIA - Calma tesa nel nord della Siria stamattina, martedì 7 ottobre, dopo una serata di scontri tra forze governative – gli ex jihadisti ora riciclatisi al potere a Damasco assieme ad Al Jolani – e forze militari rivoluzionarie (in particolare YPG) che fanno riferimento al confederalismo democratico, curdo ma non solo, ad Aleppo. Gli scontri armati hanno causato un numero ancora non precisato di vittime e feriti. Nel mirino i quartieri di Shaykh Maqsood e Ashrafiye, a forte maggioranza curda, dopo vivono secondo i dettami del confederalismo democratico circa 500mila persone, di fatto in stato di assedio permanente.
Dopo 2 giorni di chiusura da parte dei governativi dei due quartieri, ieri sera migliaia di persone sono scese in strada per manifestare, represse da lacrimogeni e spari. Le truppe già jihadiste e ora cosiddette “governative” hanno provato ad assaltare con i blindati i quartieri, respinti però dalle forze democratiche curdosiriane Ora ad Aleppo regna però una calma tesa, con un dispiegamento significativo di milizie jihadiste, che hanno chiuso le principali vie d’accesso alle aree autoamministrate dalle forze del confederalismo democratico. Scontri armati e colpi d’artiglieria incrociati pure a est di Aleppo, a Deir Hafer.
L’aggiornamento su Radio Onda d’Urto con Tiziano Saccucci, Uiki Onlus.
A chiudere, l’appuntamento con Storia di Classe:
Pochi minuti, ogni giorno, per ripercorrere la storia (la “nostra” storia). Un evento storico, una mobilitazione politica, una rivolta, una lotta, tornando indietro nel tempo per conoscere la storia dei movimenti operai, di classe e rivoluzionari.
7 Ottobre 1879 - Nasce Joe Hill, Anarchico e musicista statunitense: