A Gaza genocidio senza fine. A Brescia oltre 3mila persone in corteo per le vie del centro
Leonardo continua le esportazioni verso Israele | Russia, le condizioni per la fine della guerra "le stesse di quando è iniziata" | In Sardegna approvata la legge sul fine vita
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PALESTINA - Almeno altri 62 palestinesi, di cui 40 solo Gaza City, uccisi oggi dai raid israeliani a tappeto in corso da un giorno e mezzo sulla Striscia di Gaza. Dopo le 108 vittime di ieri, oggi bombe ancora ovunque, a Gaza City e non solo; dal campo profughi di Shati ai cortili degli ospedali Battista e al-Shifa di Gaza City, da Rafah alla teorica zona umanitaria di Al-Mawasi, da Khan Yunis a Nuseirat, fino a tutto il Nord.
Il bilancio ufficiale delle vittime, da ottobre 2023, sfonda quota 65mila, con 166mila feriti. Dati, però, che ormai non riescono più a dare il senso di quanto sta davvero accadendo a Gaza, tanto che diversi studi internazionali stimano un numero realistico complessivo di vittime palestinesi 10 volte superiore. Chi è ancora vivo prova, in massa e lungo la costa, a lasciare Gaza City, dove l’esercito israeliano continua a radere al suolo interi quartieri, sparando anche su chi fugge, mentre sono interrotti, a Gaza City e a nord, telefonia e internet. Circa 400mila le persone che avrebbero – il condizionale è d’obbligo - lasciato la città, ma almeno altre 6 - 700mila restano dentro le macerie, a pochi passi dall’esercito occupante, che spara a vista.
Di fronte al genocidio che...marcia verso il mare, nel mondo e anche in Italia migliaia di persone in piazza a fianco della resistenza palestinese.
Le proteste contro il genocidio in corso sotto lo slogan “Gaza brucia” hanno invaso l’Italia nelle ultime ore, come da tempo hanno riempito le piazze di tutto lo Stivale.
A Brescia mercoledì sera oltre 3mila persone hanno trasformato un presidio in corteo: qui le numerose corrispondenze realizzate da Radio Onda d’Urto.
Anche nella serata di martedì si erano tenute numerose iniziative, tra cariche e respressione. Il resoconto completo sulla pagina dedicata sul sito di Radio Onda d’Urto, incluso le anticipazioni della conferenza stampa sotto gli uffici della commissione di garanzia in vista dello sciopero di lunedì 22 settembre.
La prossima settimana, invece, Assemblea generale dell’Onu a New York, dove si parlerà in particolare proprio di Palestina. In vista della scadenza, oltre 20 organizzazioni umanitarie attive a Gaza come Msf, Save the Children, Oxfam, Action Aid – scrivono a Onu, comunità internazionali, singoli leader nazionali e globali, per "intraprendere azioni decise e concrete, ora".
L’inchiesta indipendente delle Nazioni Unite, inserita nel rapporto di 72 pagine pubblicato il 16 settembre 2025, spiega come Israele si sia mossa con “l’intento di distruggere i palestinesi”. In Palestina è in corso un genocidio, almeno dall’ottobre del 2023 quando Israele ha scatenato la sua offensiva nella Striscia di Gaza. Ne abbiamo parlato con il Prof. Triestino Mariniello, docente di diritto penale all’Università di Liverpool e membro del team legale di rappresentanza delle vittime di Gaza davanti alla Corte Penale Internazionale. Ascolta o scarica
Nel frattempo “l’esportazione di armamenti a Israele purtroppo continua, nonostante le favole del governo, e l’azienda più esposta dal punto di vista dei valori è certamente Leonardo che continua anche nel 2025, confermato dalla stessa azienda, con il programma di fornitura dei velivoli M346”. Duccio Facchini, direttore di Altreconomia, questa mattina ha confermato ai microfoni di Radio Onda d’Urto che prosegue “l’esportazione dei ricambi, di attrezzature e anche di assistenza svolta da remoto da parte di Leonardo; scandalosamente Leonardo nel 2025 si è rifiutata di rendere noto l’ammontare delle esportazioni, nel 2024 erano state per 7 milioni di euro.” Ascolta l’intervista completa. Qui di seguito un estratto nel nostro giornale radio.
UCRAINA - Nel giorno in cui la presidente del parlamento europeo Metsola è a Kiev, per inaugurare la rappresentanza del Parlamento europeo nella capitale ucraina, continuano da parte del presidente del paese Zelensky le richieste di armi e soldi all'Europa da parte dell'Ucraina e "una posizione chiara" al presidente degli Stati uniti Donald Trump. Siamo a un mese dall'attivismo del presidente americano per poter dichiarare dei passi avanti verso la fine del conflitto, in mezzo ci sono stati i droni russi direttamente su un paese della Nato e dell'Unione europea, ovvero la Polonia. Che sia un errore o un atto deliberato per testare la reazione dell'alleanza atlantica, la situazione non cambia.
Putin assiste in uniforme militare alle esercitazioni russo-bielorusse Zapad (100mila soldati mobilitati) a Nizhny Novgorod. Minsk afferma che, a poca distanza dai confini della Polonia – cioè della Nato - sono stati simulati "pianificazione e valutazione dell'uso di armi nucleari", mentre il portavoce del Cremlino, Peskov, torna a ripetere: "Manteniamo la nostra posizione; rimaniamo aperti al processo negoziale. Continuiamo a dichiarare che la nostra preferenza è quella di risolvere la crisi ucraina attraverso mezzi politici e diplomatici”.
Secondo il direttore di Inside Over, Fulvio Scaglione, esperto di Russia, “da parte della Russia siamo alle stesse richieste: non si tratta di qualche centinaio di chilometro di territorio in più, ma di sicurezza in un quadro europeo”. Ascoltiamo il suo intervento.
PRATO - Poche ore dopo il brutale pestaggio padronale contro il presidio dei lavoratori di Alba srl, stireria industriale di Montemurlo (PO), in serata affollata assemblea pubblica a Prato, con il sindacato di base e conflittuale Sudd Cobas. “La Alba – denunciano i lavoratori – è un pezzo della filiera dei brand della moda Made in Italy, capi venduti a migliaia di euro in una giungla di appalti e subappalti. Ora pure pugni in faccia, gazebi sindacali spaccati, picchiatori che arrivano in macchina. Dobbiamo reagire; Prato non può essere la città dei diritti negati e della violenza contro chi sciopera”, si legge nel documento pratese che lancia una manifestazione per questo sabato. Arturo, Sudd Cobas
…e ancora ai microfoni di Radio Onda d’Urto…
A un mese dallo sfratto – sgombero del Leoncavallo, un altro spazio sociale è sotto attacco. Si tratta di SOS Fornace, a Rho: sgombero chiesto direttamente da Eni, proprietaria dell’immobile. Andrea Papoff, compagno di SOS Fornace, da Rho.
La Sardegna è la seconda Regione in Italia, dopo la Toscana, ad avere una legge sul fine vita. Aldo Luchi, coordinatore della cellula Coscioni di Cagliari
A chiudere, l’appuntamento con Storia di Classe:
Pochi minuti, ogni giorno, per ripercorrere la storia (la “nostra” storia). Un evento storico, una mobilitazione politica, una rivolta, una lotta, tornando indietro nel tempo per conoscere la storia dei movimenti operai, di classe e rivoluzionari.
17 Settembre 1980 Giustiziato Dittatore Nicaraguense Somoza







