A Gaza si continua a morire, ma una tregua sembra ora possibile
Abusi in divisa a Brescia: la denuncia di Val | La richiesta surreale del governo al movimento No Tav | È morto Franco Piperno | La nuova puntata di Onda Anomala
Buonasera,
questa è FuoriOnda, la newsletter quotidiana nei giorni feriali di Radio Onda d’Urto. A cura della redazione informativa, viene pubblicata non appena chiudiamo la porta della Radio alle 20: come tutte le email, tu la puoi leggere quando vuoi!
Le trasmissioni, comunque, proseguono sulle nostre frequenze: come ogni martedì si parte alle 20 Il disagio nella civiltà; alle 21 Blues metal jacket, una trasmissione di blues e dintorni con Andrea Fusari; alle 22 Bande Distorte; alle 23 Settantasette, storia e altro sulla popular music.
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MEDIORIENTE - Israele continua a bombardare e uccidere a Gaza, nel 466esimo giorno di genocidio. Nelle prime ore di oggi, martedì 14 gennaio 2025, 61 le vittime tra Al-Wahda Street, nel centro di Gaza City, Deir al-Balah e nei pressi alla clinica Khalidiya di Al-Manara, a est di Khan Yunis. Le vittime ufficiali, dal 7 ottobre, sono 46.584, con 109.731 feriti e un numero ignoto – molte migliaia, comunque – di dispersi.
Prosegue il massacro, dunque, mentre sul fronte internazionale si rincorrono le voci di un possibile accordo tra le parti, con scambio di prigionieri e tregua a Gaza. La trattativa pare giunta a un momento decisivo: oggi il “round finale” dei colloqui con gli 007 israeliani, gli inviati per il Medio Oriente dell’Amministrazione degli Stati Uniti (entrante e uscente) e il Qatar. “Siamo sul punto di veder realizzata l’intesa”, ha sottolineato il presidente statunitense uscente Biden, sostenendo che “la Casa Bianca si sta coordinando” con Trump.
Secondo fonti israeliane, Hamas avrebbe già accettato i termini dell’accordo, non ancora resi ufficialmente noti, che dovrebbe prevedere diverse fasi. Il principio d’intesa prevederebbe il rilascio complessivo di 3 mila prigionieri politici palestinesi (sugli oltre 11mila nelle galere israeliano) e dei un centinaio di quelli israeliani. Resta però da capire al riguardo la reazione della destra coloniale e razzista di Tel Aviv, contraria fino ad oggi a ogni forma d’intesa. Qui, nella notte, le sirene d’allarme sono risuonate per alcuni razzi arrivati dallo Yemen, poi intercettati.
In Italia, invece, la Hind Rajab Foundation - ong palestinese che insegue in tutto il mondo i militari israeliani che si sono macchiati di crimini di guerra - chiede di arrestare Ghassan Alian, generale dell’Idf responsabile del “blocco degli aiuti umanitari in ingresso nella Striscia, cosa che ha provocato carestia, morti e la distruzione di infrastrutture civili come gli ospedali”.
Abbiamo raccolto qui le valutazioni di Eliana Riva, caporedattrice di Pagine Esteri e collaboratrice de Il Manifesto. Di seguito un estratto della sua analisi
Qui, invece, il punto di Michele Giorgio sui termini del possibile accordo
Dal fronte internazionale passiamo alla solidarietà dal basso, che ci riporta a Brescia anche oggi.
Si è chiusa infatti con 23 denunce e 17 fogli di via l’iniziativa di lotta di Extinction Rebellion, Ultima Generazione e Palestina Libera che, lunedì 13 gennaio, ha bloccato gli ingressi della Leonardo spa. Sulla stretta repressiva messa in atto dalla questura di Brescia, abbiamo sentito Gilberto Pagani, legale di attiviste e attivisti per la giustizia climatica e sociale. Potete ascoltare qui le sue considerazioni.
Dopo la liberazione di tutte le persone fermate, le realtà coinvolte nell’iniziativa hanno però denunciato con una nota stampa il trattamento riservato soprattutto alle attivistə socializzate come femmine, costrette a spogliarsi completamente e a eseguire piegamenti sulle gambe, trattamento non riservato alle persone di sesso maschile.
Su questo aspetto, abbiamo raccolto qui il punto di vista di un’attivistə e del parlamentare e vicecapogruppo di Alleanza Verdi Sinistra alla Camera, Claudio Grimaldi, che ha presentato un interrogazione al Ministro dell’Interno Piantedosi.
Sul trattamento sessista e degradante messo in atto dalla questura di Brescia, nel pomeriggio abbiamo sentito anche Val, l’attivistə che ha subito denunciato l’accaduto sui social network. Qui la sua testimonianza integrale e, di seguito, un estratto del suo racconto.
REPRESSIONE - L’Avvocatura dello Stato ha chiesto oltre 7 milioni di euro a 28 compagni e compagne di Torino.
La proposta, iperbolica, è stata presentata per conto della Presidenza del Consiglio e dei ministeri dell’Interno e della Difesa, che si sono costituiti parte civile all’interno dell’udienza svoltasi lunedì 13 gennaio al tribunale di Torino. Il processo vede coinvolti 28 attivisti e attiviste del movimento No Tav, del centro sociale Askatasuna e dello spazio popolare Neruda, di cui 16 con l’accusa di associazione a delinquere. La procura ha chiesto condanne per un totale di 88 anni di carcere, da 1 a 7 anni a testa.
La somma di oltre 7 milioni di euro si riferisce, in maniera del tutto surreale, alla richiesta di risarcimento dei “danni” per le manifestazioni prese in oggetto dall’inchiesta e ai costi esorbitanti per la marea di forze dell’ordine ancora oggi impiegate all’interno dei cantieri-fortino del Tav in valle di Susa.
Qui l’analisi e l’aggiornamento di Martina, del centro sociale Askatasuna di Torino, di cui è possibile ascoltarne di seguito un estratto
CIAO FRANCO - “Franco Piperno è stato un sovversivo, un pensatore meridiano, un grande astrofisico docente all’Università della Calabria ed è stato perseguitato politico, braccato dai poliziotti e carabinieri di Cossiga per più di un decennio; fu inseguito, costretto alla fuga, esule in Francia, poi in Canada e al suo rientro scontò quello che era rimasto da scontare.”
Queste le parole con cui inizia il ricordo di Claudio Dionesalvi, compagno cosentino, scrittore e collaboratore de Il Manifesto, amico di Franco Piperno, tra i fondatori e le menti più acute di Potere Operaio prima e dell’Autonomia operaia poi, oltre che scienziato, fondatore del Dipartimento di Fisica dell’UniCal, astronomo, più volte assessore, tra i fondatori della storica radio comunitaria cosentina, Radio Ciroma, nel 1990.
Oggi, sulle frequenze di Radio Onda d’Urto, anche:
Free Gino: le iniziative previste a Milano il 15 gennaio, in concomitanza della nuova udienza del processo per l’estradizione di Gino, compagno antifascista attualmente detenuto in prigione in via cautelare.
La nuova puntata di Onda Anomala: verso la mobilitazione del 9 febbraio “La montagna non si arrende” a un anno dall’inizio delle olimpiadi invernali Milano-Cortina.
La firma saltata per il contratto del comparto Sanità 2022-2024, che avrebbe riguardato oltre 580mila dipendenti del Ssn, tra infermieri, tecnici e personale non medico. I sindacati di categoria si sono infatti divisi e non è stata raggiunta la maggioranza necessaria alla firma del contratto. Qui il commento di Michele Vannini, delegato alla sanità nella segreteria nazionale Fp Cgil.
A chiudere, l’appuntamento con Storia di Classe:
Pochi minuti, ogni giorno, per ripercorrere la storia (la “nostra” storia) e i suoi anniversari. Un evento storico, una mobilitazione politica, una rivolta, una lotta, tornando indietro nel tempo per conoscere il mondo e poi… trasformarlo.
14 Gennaio 2011 - Cacciata del dittatore Ben Ali dalla Tunisia:
Se hai letto fin qua…
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