A Latina inizia il processo per l'omicidio sul lavoro di Satnam Singh
Israele prosegue la pulizia etnica in Palestina e torna a bombardare Beirut in Libano | Askatasuna, l'associazione a resistere non si arresta | In Francia Le Pen condannata e ineleggibile per 5 anni
Buonasera,
Qui è FuoriOnda, newsletter quotidiana nei giorni feriali di Radio Onda d’Urto.
A cura della redazione informativa, viene pubblicata non appena chiudiamo la porta della Radio alle 20: come tutte le email, tu la puoi leggere quando vuoi!
Le trasmissioni, intanto, proseguono sulle nostre frequenze: alle 20 Il disagio nella civiltà; alle 21 Blues Metal Jacket; alle 22 Bande distorte; alle 23 Settantasette; alla mezzanotte, infine, la replica di Casa Titta.
Qui tutti i modi in cui potete ascoltare Radio Onda d’Urto in diretta!
LAVORO - A Latina è iniziato il processo per l’omicidio sul lavoro di Satnam Singh, bracciante morto dissanguato il 17 giugno 2024, dopo aver perso un braccio tagliato da un macchinario. L’imputato è Antonello Lovato, il datore di lavoro, che non ha chiamato i soccorsi, ma ha caricato Satnam in furgone - il braccio sistemato in una cassetta della frutta - e lo ha abbandonato davanti casa, a Cisterna. Per questo è accusato di omicidio volontario nelle forme del “dolo eventuale”.
In aula c’erano anche la Cgil, due fratelli della vittima, i Comuni di Latina e di Cisterna. Associazioni e organizzazioni hanno depositato richiesta di costituzione di parte civile. Fuori dal tribunale anche un presidio al quale hanno partecipato anche diversi braccianti dell’Agro Pontino. Nel pomeriggio noi ci siamo collegati telefonicamente con Laura Hardeep Kaur, segretaria della Flai-Cgil di Frosinone e Latina. Di seguito un estratto del suo intervento:
MEDIO ORIENTE - In Palestina l’esercito e i coloni proseguono il genocidio e la pulizia etnica nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania.
A Gaza i palestinesi morti ammazzati dalla ripresa dei bombardamenti su larga scala (oltre 10 giorni fa) sono già più di mille, mentre dal 7 ottobre 2023 a oggi l’assalto militare israeliano ha ucciso più di 50mila persone. Nelle prime ore del mattino di oggi si sono registrate almeno 10 vittime in un attacco su Gaza city. Ci sono state diverse vittime anche nel resto della giornata, con i raid che hanno preso di mira i campi profughi di Al-Shati, Nuseirat, Maghazi, oltre a una casa nelle vicinanze dell’impianto di depurazione dell’acqua di Deir el Balah. L’Unrwa denuncia che nei raid sono rimasti uccisi due membri del suo staff e altri otto soccorritori. Dall’inizio del genocidio sono 408 gli operatori umanitari uccisi dai raid israeliani. Oggi, inoltre, tutti i fornai della Striscia sono rimasti chiusi: manca la farina, così come il grano, il carburante per la corrente elettrica e qualsiasi cosa. Israele, da settimane, impedisce di nuovo l’ingresso di qualsiasi genere di aiuti umanitari.
Da Gaza alla West Bank."Israele è qui per restare". Sono le parole pronunciate oggi dal ministro e colono fascista israeliano Smotrich durante una sorta di sopralluogo dei ministri di Tel Aviv insieme ai coloni nella Cisgiordania occupata, dove da gennaio è in corso un'accelerazione della pulizia etnica ai danni della popolazione palestinese con l'operazione "Muro di ferro". Gli fa eco il ministro della Difesa israeliano Katz, il quale ha affermato che Israele non consentirà all'Anp di controllare la Cisgiordania. Oggi abbiamo commentato la situazione in Palestina, da Gaza alla Cisgiordania, grazie ai contributi di Meri Calvelli e Fabian Odeh.
L’aviazione dell’esercito israeliano è tornata a bombardare anche il Libano. Almeno 4 vittime e 7 feriti nel raid che oggi ha colpito la periferia meridionale della capitale Beirut. Preso di mira un edificio residenziale di tre piani. È il secondo raid di questo tipo dopo il cessate il fuoco siglato lo scorso novembre, comunque violato in decine di occasioni dall’Idf. Protesta, inascoltato, il governo libanese, che chiede il rispetto della propria sovranità. Noi oggi pomeriggio ci siamo collegati con Pasquale Porciello, giornalista e corrispondente da Beirut per Il Manifesto. Di seguito un estratto della sua corrispondenza:
REPRESSIONE - Stamattina siamo tornati sul processo “Sovrano” contro il centro sociale Askatasuna di Torino e il movimento No Tav della Val di Susa. Con uno dei processati, Vincenzo, abbiamo commentato il crollo della montatura giudiziario-poliziesca di Procura e Digos torinesi che accusavano 16 dei 28 imputati di “associazione a delinquere”. I giudici hanno assolto attiviste e attivisti da questa accusa “perché il fatto non sussiste”. Il Tribunale ha condannato 18 degli imputati per singole condotte e ipotesi di reato. Le condanne, però, vanno dai 5 mesi ai 3 anni e 9 mesi per un totale di 22 anni, a fronte degli 88 chiesti dai magistrati con l’elmetto.
FRANCIA - Marine Le Pen, leader dell’ultradestra del Rassemblement national, è stata condannata a 4 anni e dichiarata ineleggibile per 5 nell’ambito dell’appropriazione indebita di fondi pubblici per pagare gli assistenti parlamentari a Strasburgo. “Non ci ruberanno le elezioni, vinceremo lo stesso” ha detto oggi la Le Pen, senza al momento specificare se intende togliere o meno la “non” sfiducia che tiene in vita il governo attuale, quello del centrista Bayrou, voluto da Macron. Nonostante la cronaca, il vice di Le Pen, Bardella, destinato a sostituirla nella corsa all'Eliseo, risulta in testa agli ultimi sondaggi. Se si votasse oggi, raccoglierebbe tra il 35 e il 36% delle preferenze al primo turno. Noi abbiamo commentato la notizia insieme al nostro collaboratore e corrispondente dalla Francia Cesare Piccolo.
Oggi su Radio Onda d’Urto anche:
Il 25 aprile 2025 sarà l’ottantesimo anniversario della Liberazione d’Italia dall’occupazione nazista e dalla dittatura fascista. Radio Onda d’Urto dedica a questa data la programmazione del suo palinsesto, mandando in onda ogni giorno due trasmissioni speciali (qui tutte le puntate).
Le trasmissioni di martedì 1 aprile:
Mattina: intervista sull’esperienza di Radio Libertà del Biellese, esperienza unica di emittente partigiana con un palinsesto di appelli, musica e rubriche per comunicare con la popolazione, con Alberto Lovatto, consigliere scientifico dell’Istituto per la Resistenza e della società contemporanea nel Biellese, nel Vercellese, in Valsesia, etnomusicologo e insegnante.
Pomeriggio: la voce di Filippo Ortona, giornalista, corrispondente dalla Francia per Il Manifesto e autore nel 2022 di un docu-podcast per Rai Radio3 intitolato “Una voce nella notte. Storia di una radio partigiana”. La storia che Filippo Ortona racconta nel suo podcast e che ripercorre ai nostri microfoni parte dal ritrovamento tra le carte di suo nonno, comandante partigiano nel biellese, dei brogliacci di Radio Libertà, “unica radio partigiana destinata alla popolazione in tutta la resistenza”. Nella trasmissione vanno in onda anche audio con le riproduzioni delle sigle e delle musiche dell’emittente partigiana.
A chiudere, l’appuntamento con Storia di Classe:
Pochi minuti, ogni giorno, per ripercorrere la storia (la “nostra” storia). Un evento storico, una mobilitazione politica, una rivolta, una lotta, tornando indietro nel tempo per conoscere la storia dei movimenti operai, di classe e rivoluzionari.
1 aprile 1939 - La fine della guerra civile spagnola