Entra in vigore la tregua nella Striscia di Gaza.
Le corrispondenze di Radio Onda d'Urto dal Rojava | Il nobel per la pace alla leader dell'estrema destra venezuelana Maria Corina Machado | Le proteste delle donne in Andalusia
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GAZA - Dopo 735 giorni di bombardamenti, invasione, blocchi degli aiuti umanitari, omicidi mirati e genocidio, è arrivata la ratifica del governo israeliano – senza il consenso dei ministri fascisti dei coloni - all’accordo di cessate il fuoco, uscito dai negoziati in Egitto. Prima dell’alba avrebbe dovuto entrare in vigore il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, ma Israele ha continuato per la notte e la mattinata a colpire diverse aree della Striscia, in particolare Gaza City e Khan Younis, con 35 cadaveri recuperati. A mezzogiorno Israele ha fatto sapere di aver ritirato le truppe all’interno della Linea Gialla decisa da Trump.
Rispetto all’accordo tra Israele e Hamas, alcuni punti non sono ancora definitivi. Hamas ha riferito che l’elenco dei 250 prigionieri palestinesi che Israele dovrebbe rilasciare in cambio di quelli israeliani catturati il 7 ottobre (a quanto pare, 20 ancora vivi e 28 cadaveri di cui diversi sotto le macerie di Gaza e difficili da raggiungere) e che è stato pubblicato da Israele, non è quello concordato dai mediatori. Fino all’ultimo minuto il governo israeliano ha cambiato la lista dei nomi: a quanto risulta sinora non ci sono i detenuti più importanti, quelli che godono di maggior consenso popolare, che erano stati più volte chiesti e non solo nelle trattive di queste settimane. Non c’è Marwan Barghouti, di Fatah, non c’è il segretario del fronte popolare Ahmad Sa’adat, e nemmeno Abdallah Barghouti o Abbas al-Sayyid. Non solo. Non verranno restituiti da Israele nemmeno i corpi di Yahya e Mohammad Sinwar, e i membri della Nukhba di Hamas coinvolti il 7 ottobre non saranno liberati. Non ci saranno liberazioni verso la Cisgiordania, ma solo verso la Striscia di Gaza o espulsioni all’estero.
Nella Striscia di Gaza abbiamo raggiunto Sami Abu Omar, cooperante di diversi progetti con Ong italiane tra cui il centro culturale Vik, proprio nei minuti in cui entrava in vigore il cessate il fuoco.
L’intervista completa a Sami Abu Omar è disponibile in questa pagina di approfondimento del sito di Radio Onda d’Urto, insieme all’intervista a Luigi Daniele, docente di diritto internazionale all’Università del Molise, esperto di diritto e leggi umanitarie in conflitti armati e scenari di guerra e a Cecilia Dalla Negra, giornalista di OrienteXXI e autrice di diverse pubblicazioni su Palestina e Medio Oriente.
Israele ha dato il via libera alle autorità delle Nazioni Unite per iniziare a consegnare aiuti a Gaza a partire da domenica. Gli aiuti secondo quanto riporta l’agenzia AP includeranno le 170.000 tonnellate che sono già state posizionate in Paesi vicini come Giordania ed Egitto, mentre i funzionari umanitari attendevano il permesso delle forze israeliane per riprendere le loro attività. Negli ultimi mesi, l’Onu e i suoi partner umanitari sono stati in grado di consegnare solo il 20% degli aiuti necessari per affrontare la grave situazione nella Striscia.
Nel frattempo in Italia continuano le mobilitazioni a sostegno della Palestina, come l’occupazione di Scienze Politiche a Milano lanciata dal collettivo Rebelot. Di seguito un estratto dell’intervento ai microfoni di Radio Onda d’Urto di Chiara Martinelli del collettivo Rebelot.
A Brescia una due giorni per la Palestina al Magazzino47. Sabato sera una cena per le spese sanitarie dei-lle feriti-e delle cariche di polizia del 22 settembre, domenica diverse iniziative e il sostegno al progetto Sos Gaza. Scopri il programma
A Torino invece di nuovo repressione contro 13 attivisti e attiviste nell’ambito delle ampie e partecipate proteste per la Palestina di queste settimane e mesi in città. L’articolo sul sito di Radio Onda d’Urto insieme all’intervista a Stefano di Torino per Gaza.
ROJAVA - Giovedì 9 ottobre, migliaia di persone sono scese nelle strade di 15 città dell’Amministrazione Autonoma Democratica della Siria del Nord e dell’Est per chiedere la liberazione di Abdullah Ocalan al grido di “non puoi spegnere il nostro sole” e “non c’è vita senza leader”. Le manifestazioni hanno anche espresso il sostegno della popolazione alle Forze Siriane Democratiche e alla resistenza dei quartieri curdi di Aleppo – Sheiq Maqsoud e Ashrafye – recentemente attaccati dalle milizie jihadiste fedeli al regime di Ahmed Al-Sharaa al potere a Damasco. Radio Onda d’Urto sta realizzando delle trasmissioni con degli inviati presenti nei territori dell’Amministrazione Autonoma Democratica della Siria del Nord e dell’Est. Ecco i primi contributi.
La cronaca della giornata del 9 ottobre in Rojava, oltre un approfondimento sul significato storico e politico dell’anniversario del “complotto internazionale” iniziato nel 1998 contro Abdullah Ocalan. Ascolta o scarica
Una prima intervista con Suad, dell’Istituzione delle Famiglie dei Martiri di Derik, madre di Hevrin Xelef, esponente del Partito Futuro della Siria, assassinata nel 2019 dalle bande jihadiste ora fedeli al cosiddetto “Governo di transizione” al potere a Damasco. Dal 1999 Suad indossa “solo abiti neri; tornerò a indossare altri colori solo quando Ocalan sarà di nuovo libero”. Ascolta o scarica
Una seconda intervista con Ebdi, del Movimento della Gioventù Rivoluzionaria di Derik e originario di Afrin, città dal 2018 occupata dall’esercito turco e dalle bande jihadiste. Ascolta o scarica
E ancora, sulle nostre frequenze:
Migliaia di donne in piazza in Andalusia dopo lo scandalo che ha colpito la sanità. L’intervista con Lorenzo Tecleme
L’analisi critica dei fatti economici della settimana con il docente di economia politica, nostro collaboratore, Andrea Fumagalli: la finanziaria italiana, lo shutdown negli Usa e il caso Tod’s
Domenica e lunedì si vota in Toscana. Oggi Toscana Rossa in piazza, l’intervista con Dimitrij Palagi consigliere comunale di Sinistra Progetto Comune.
Inizia oggi “Manifestival - il mondo al tempo di Gaza”, tre giornate di festival de Il Manifesto a Roma. Fino a domenica dibattiti, laboratori, mostre, musica e teatro. Ospiti, tra gli altri, oltre alle firme storiche de Il Manifesto, personaggi politici internazionali, come Jeremy Corbyn e Jean-Luc Mélenchon. Ne parliamo su Radio Onda d’Urto con il direttore de Il Manifesto, Andrea Fabozzi
Il nobel per la pace a Maria Corina Machado, candidata dell’estrema destra in Venezuela. Il commento della giornalista Geraldina Colotti.
A chiudere, l’appuntamento con Storia di Classe:
Pochi minuti, ogni giorno, per ripercorrere la storia (la “nostra” storia). Un evento storico, una mobilitazione politica, una rivolta, una lotta, tornando indietro nel tempo per conoscere la storia dei movimenti operai, di classe e rivoluzionari.
10 ottobre 1944 La Repubblica Partigiana di Alba