Gaza: A Brescia contestato il ministro Tajani
Chiuso da Israele anche l'ultimo ospedale nel Nord della Striscia | Sabato a Roma contro il DL Sicurezza | La Cassazione manda la gestione dei centri in Albania alla Corte Ue
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BRESCIA - Forte contestazione di almeno 150 tra studenti e attivisti contro la presenza alla facoltà di Giurisprudenza del ministro degli esteri e vicepremier Tajani, invitato dall’Ateneo per inaugurare un corso di laurea. Ad accoglierlo, nelle ore precedenti, una lettera aperta di 300 tra docenti, lavoratori e studenti dell’Università stessa, contro i massacri in Palestina e l’inazione anche governativa.
Dentro il cortile di Giurisprudenza, a due passi dall’aula magna, sono riusciti a entrare almeno 150 manifestanti, di GPI e Coordinamento Palestina, arrivati a pochi metri dal ministro e dalla sua scorta. “Fuori Tajani, fuori Israele dall’Università. Basta complicità con occupazione e genocidio, Palestina Libera” le parole d’ordine dell’iniziativa.
Al suo arrivo in università il Ministro Tajani è stato accolto da fischi e slogan dei manifestanti, arrivati fin dentro il cortile di Giurisprudenza. Il racconto della giornata ai microfoni di Radio Onda d’Urto con diverse corrispondenze e valutazioni.
Il bilancio delle vittime dell'aggressione genocida israeliana in corso nella Striscia di Gaza è salito a 54.321 persone, secondo i calcoli di oggi delle fonti mediche, e 123.770 quello dei feriti. Nelle ultime 24 ore, i corpi di 72 palestinesi uccisi e di 278 feriti sono stati ricoverati negli ospedali della Striscia, ma questi numeri escludono le vittime e le vittime nella Striscia settentrionale a causa dell'inaccessibilità. Inoltre, almeno 10.000 persone risultano disperse, presumibilmente morte sotto le macerie delle loro case in tutta la Striscia.
Le ultime ore vedono sia la morte diretta per i raid israeliani, con più di trenta palestinesi uccisi, l’ultimo attacco è stato reso noto un’oretta fa da AlJazeera e contava 14 uccisi a Khan Yunis che si sommano ai 28 riportati in precedenza.
Almeno 20 persone in cerca di aiuti sono state colpite e ferite dalle truppe israeliane mentre si avvicinavano al nuovo punto di distribuzione di aiuti aperto dalla Gaza Humanitarian Foundation, unico gruppo sostenuto e ammesso da Israele per la distribuzione nella Striscia centrale. I coloni israeliani hanno bloccato i camion di aiuti che cercavano di attraversare Gaza al valico di frontiera di Kerem Shalom. A 3 ore di auto, in Giordania, l’Unrwa denuncia: “nei nostri magazzini c’è cibo per sfamare subito 200mila palestinesi”.
Oggi Action Aid ha anche comunicato che l'ultimo ospedale ancora operativo nel nord della Striscia di Gaza - l'Ospedale Al-Awda a Jabalia, di cui ActionAid è partner da anni - sia stato costretto a cessare ogni attività dopo che l'esercito israeliano ha ordinato a tutte le persone presenti nella struttura, inclusi pazienti gravemente malati e feriti, di evacuare.
Per molti di loro, questa sarà una condanna a morte.
DL SICUREZZA - A pochi giorni dalle cariche di piazza Barberini, la Camera dei deputati ha approvato ieri in serata il pacchetto sicurezza del governo Meloni e le sue misure ultrarepressive contro le lotte sociali. Pd, M5S e Avs hanno esposto cartelli in aula in segno di protesta con scritte come “Né libere, né sicure”, “Non si arresta la protesta”, “La democrazia non si piega”, “Decreto paura”. Il testo passa ora al Senato. La lotta sarà però nelle strade di Roma domani, con la manifestazione nazionale lanciata dalla rete "A pieno regime - no dl sicurezza". Appuntamento sabato nella Capitale alle ore 14 all’Esquilino.
Antonio Pio Lancellotti, uno dei portavoce della rete No dl Sicurezza – A pieno regime
Luca Blasi, un altro dei portavoce della rete No dl Sicurezza - A pieno regime
CASO ALBANIA - La Corte di Cassazione ha trasmesso due questioni pregiudiziali alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea per chiarire la compatibilità del Protocollo Italia-Albania con il diritto comunitario. Un passaggio che mette in discussione la legittimità del trasferimento di richiedenti asilo nei Centri di permanenza e rimpatrio (CPR) previsti sul territorio albanese.
In particolare, la Cassazione ha sollevato dubbi circa la coerenza del protocollo con la Direttiva Rimpatri e la Direttiva Accoglienza, due capisaldi del sistema europeo in materia di gestione delle migrazioni e protezione internazionale. Una risposta potrebbe arrivare in pochi mesi.
Le questioni riguardano due casi: quello di un migrante in situazione di irregolarità amministrativa e quello di un richiedente asilo che ha fatto domanda di protezione internazionale da dietro le sbarre di quel Cpr. Per il primo il dubbio è che il trasferimento dall'Italia all'Albania contrasti con la direttiva rimpatri. Per il secondo un analogo sospetto riguarda la direttiva accoglienza. Il tema è quello della territorialità: la prima sezione penale, afferma il Manifesta che ha anticipato la notizia, è tornata sui propri passi capovolgendo una precedente decisione in cui aveva equiparato il Cpr di Gjader a quelli che si trovano in Italia.
Il rinvio alla Corte europea arriva dopo una serie di pronunce contrarie da parte delle sezioni immigrazione e delle Corti d’appello italiane, che hanno più volte sottolineato profili di incostituzionalità o contrarietà ai trattati internazionali.
Ai microfoni di Radio Onda d'Urto, l'intervista all'avvocato Nicola Canestrini. Ascolta o scarica.
…e ancora sulle frequenze di Radio Onda d’Urto…
La battaglia giudiziaria sui dazi di Trump, la decisione di Musk di lasciare il suo incarico nel governo dopo il via libera alla nuova legge fiscale e l’assemblea annuale di Confindustria sono i temi della rubrica settimanale dell’economista nostro collaboratore Andrea Fumagalli
Le manifestazioni dopo il femminicidio della giovanissima Martina
A chiudere, l’appuntamento con Storia di Classe:
Pochi minuti, ogni giorno, per ripercorrere la storia (la “nostra” storia). Un evento storico, una mobilitazione politica, una rivolta, una lotta, tornando indietro nel tempo per conoscere la storia dei movimenti operai, di classe e rivoluzionari.
30 Maggio - 28 Maggio 1974 La Strage Fascista, di Stato e della Nato che insanguinò Piazza della Loggia a Brescia - III parte