Gaza, la Palestina e noi: il tempo di agire è ora.
Proteste in tutta Italia, sabato corteo a Brescia verso Leonardo I Rientra la portavoce della GSF per "un dialogo diretto con le istituzioni I Nella Striscia altri 58 morti I Israele all'Onu è solo
Buonasera,
Qui è FuoriOnda, la newsletter quotidiana nei giorni feriali di Radio Onda d’Urto.
A cura della redazione informativa, viene pubblicata non appena chiudiamo la porta della Radio alle 20: come tutte le email, tu la puoi leggere quando vuoi!
Qui tutti i modi in cui potete ascoltare Radio Onda d’Urto in diretta!
Altri link utili:
PALESTINA - Almeno 58 persone a Gaza uccise in 24 ore dal genocidio israeliano nella Striscia, arrivato ormai alla soglia – tra 10 giorni– del secondo, spaventoso anniversario. 11 vittime, tra cui 2 bambini, sono stati falciate mentre cercavano cibo nei pressi di un cosiddetto sito di distribuzione degli aiuti umanitari nel centro di Gaza, mentre altri 2 nel raid, non preavvisato, su una casa nel quartiere Remal. Tra le vittime anche una psicologa di 27 anni che lavorava per un’organizzazione partner di Oxfam, uccisa assieme ai suoi 2 figli, Sham di 5 anni e Suleiman di 3. Ferito il marito.
Il tutto mentre il cibo, a Gaza, non c’è, bloccato dagli israeliani. Una testimonianza di cosa succeda davvero nella Striscia arriva da...Genova, dove Music For Peace, ong impegnata a inviare aiuti a Gaza denuncia: “Tel Aviv ci intima di togliere biscotti, miele e marmellata, perchè...troppo energetici”.
Stefano Rebora, presidente di Music For Peace, che domani - sabato, ore 19 - ha lanciato una fiaccolata di protesta a Genova:
Con il governo genocidiario di Israele continuano a fare affari governi, banche, fondi e tante aziende, a partire da quelle delle armi. Per questo domani, sabato 27, ci sarà in Italia una giornata di iniziative contro Leonardo Spa, il principale colosso bellico del Paese. Brescia, Taranto, La Spezia e Torino sono le città in cui, con forme diverse, si scenderà in piazza per la Palestina e le Flotille e contro l’economia di guerra
A Brescia in particolare il Coordinamento Palestina dà appuntamento sabato alle ore 15 in piazza Rovetta, per un grande corteo di massa che si muoverà verso via Lunga 2, sede bresciana dell’azienda armiera Leonardo, complice di Tel Aviv.
Radio Onda d’Urto ne ha parlato, con diverse voci, qui.
FLOTILL(E) - Inusuale appello oggi del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ‘alle donne e agli uomini’ della Global Sumud Flottila affinché ‘raccolgano la disponibilità offerta dal Patriarcato Latino di Gerusalemme di svolgere il compito di consegnare in sicurezza’ gli aiuti a Gaza senza ‘porre a rischio l’incolumità’ delle persone’. Replica della Global Sumud Flotilla: ‘E’ vero che portiamo aiuti a Gaza ma non è l’obiettivo principale. Il nostro è un atto politico, vogliamo creare un corridoio umanitario stabile, rompere il blocco navale degli israeliani e vogliamo che questo genocidio cessi il prima possibile”. ‘Siamo pronti a valutare mediazioni, ma non cambiando rotta’ aggiunge la portavoce italiana, Maria Elena Delia, che sta rientrando in Italia “per – dice –aprire veri canali di dialogo con le istituzioni”.
Per ora quindi la navigazione della quarantina di navi della Global Sumud Flotilla prosegue, anche se le imbarcazioni sono a sud-est di Creta, per riparare i danni dell’attacco israeliano ed evitare di finire in mezzo a una tormenta annunciata in mare. Alle loro spalle, altre 12 imbarcazioni, da Salento e Sicilia: sono quelle lanciate da Freedom Flotilla e 1000 Madleen, sempre per rompere il blocco di Israele.
Su Radio Onda d’Urto voci e corrispondenze, in diretta, dalle Flotille in lotta.
Contro le Flotille, Israele minaccia, già dalle prossime ore, nuove azioni violente. Su questo, oggi la Cgil ribadisce di essere “pronta alla sciopero generale in caso di nuovi attacchi”. Usb invece oggi, da piazza dei Cinquecento a Roma, fa partire la mobilitazione permanente “100 Piazze per Gaza” che andrà avanti fino alla manifestazione nazionale per la Palestina indetta dalle realtà della comunità palestinese in Italia sabato 4 ottobre a Roma; un corteo che sarà anticipato da un altro sciopero generale, venerdì, questa volta – per ora – dei Si Cobas.
MILANO - Conferenza stampa oggi al CSA Lambretta, dopo la repressione a seguito della manifestazione del 22 settembre nello sciopero generale “blocchiamo tutto” a sostegno della Palestina. A Milano, dopo gli scontri fuori dalla Stazione Centrale, fermate 11 persone, 4 sono compagne e compagni proprio del Lambretta. 2 di loro sono minorenni e da oggi non possono frequentare la scuola, a causa della decisione del Gip, che li ha messi in detenzione domiciliare. Si tratta di Mina ed Ettore, di cui oggi è stata chiesa, a gran voce, la liberazione, da parte di decine di realtà sociali, politiche, oltre che da singole e singoli compagne e compagni.
PORTI - Ancora mobilitazione per la Palestina. Oggi sciopero e presidio dall’alba al porto di Trieste con l’Usb, contro l’attracco della nave MSC Melani III, diretta ad Haifa. Nel mezzo dovrebbe caricare merci – non è chiaro di che natura - a Venezia e Ravenna. “Va cacciata”, hanno spiegato i portuali giuliani a Radio Onda d’Urto
AEROPORTI - Dai porti agli…aeroporti. Oggi sciopero nazionale di lavoratori e lavoratrici, tra rivendicative di maggior reddito e diritti, oltre che in solidarietà con la Palestina, A Malpensa insieme a Cub e Usb c’erano i Giovani Palestinesi d’Italia, che denunciano come “da Malpensa partano aerei cargo con armi e altro materiale bellico a Israele. In agosto, un carico proveniente dalla Leonardo spa e destinato alla multinazionale armiera israeliana Elbit System è decollato da Malpensa per raggiungere l’israeliana Karmiel. Inoltre, domenica, un altro cargo – non si sa carico di cosa – decollerà, diretto a Tel Aviv”. Oltre a Malpensa, oggi un presidio analogo si è tenuto anche a Orio Al Serio: ascolta su Radio Onda d’Urto le corrispondenze dagli scali aeroportuali lombardi, qui.
In un altro scalo, quello di Napoli, “Zionists not welcome” è lo striscione piazzato proprio all’uscita dei gate. “Negli ultimi due anni – si legge nel comunicato diffuso dalla Rete Palestinese di Napoli – centinaia di soldati dell’Idf sono atterrati nei nostri aeroporti e arrivati in Italia per fare le loro vacanze. Oggi siamo qui per dirgli che chi commette genocidi non è il benvenuto in questa città”. Decine i compagni e le compagne presenti all’iniziativa sventolando bandiere palestinesi e intonando cori.
Su Radio Onda d’Urto Giulia, Centro Handala Ali e Rete palestinese di Napoli.
CISGIORDANIA OCCUPATA - Torniamo in Palestina, ma andando nella Cisgiordania Occupata. Oggi escalation di raid un po’ ovunque. Un uomo palestinese e la moglie incinta sono rimasti gravemente feriti dopo che le forze israeliane hanno sparato granate stordenti e gas tossici contro la loro abitazione a Beit Rima, a nord-ovest di Ramallah. Ignote le ragioni – ove vi fossero – del raid, che ha scatenato il panico tra i residenti del quartiere, densamente abitato e preso d’assalto dalle forze israeliane. Sempre in West Bank, 8 rapiti a Qalqylia, altri 22 a Nablus. Numeri che portano in soli 6 mesi, denunciano le associazioni per i diritti dei prigionieri, a “oltre 9.600 i palestinesi nei centri di detenzione israeliani. Tra questi, oltre 3.300 si trovavano in detenzione amministrativa, una pratica in cui gli individui vengono trattenuti senza accusa né processo, di sei mesi in sei mesi, rinnovabili..per sempre.
ONU - Questa la cronaca, drammatica, che arriva dalla Palestina, mentre - sul fronte internazionale - oggi a New York è salito sul palco dell’80esima Assemblea Generale Onu il criminale di guerra Netanyahu, preceduto da un attacco di terrorismo psiscologico condotto dall’esercito occupante: hackerati milioni di telefoni in tutta Gaza, obbligando così i residenti ad ascoltare le parole del premier israeliano. “Mi rivolgo – ha detto Netanyahu in una sala Onu mezza vuota per la protesta di decine di delegati che se ne sono andati - ai residenti di Gaza. La guerra può terminare ma solo a 3 condizioni: restituzione di tutti gli ostaggi, smantellamento di Hamas e smilitarizzazione della Striscia.Chi lo farà vivrà, chi non lo farà, sarà...perseguitato”, ha chiuso, con l’ennesima minaccia, Netanyhau, dal Palazzo di Vetro.
Fuori dall’Onu, migliaia di persone si sono riversate per le strade di New York per chiedere che Netnayhu venga consegnato alla Corte Penale Internazionale e per ribadire la solidarietà con la lotta della Palestina contro genocidio e occupazione. Presenti la comunità palestinese e tutte le più grandi organizzazioni antisioniste di cittadine e cittadini Usa di religione ebraica.
Su Radio Onda d’Urto puoi anche ascoltare:
A chiudere, l’appuntamento con Storia di Classe:
Pochi minuti, ogni giorno, per ripercorrere la storia (la “nostra” storia). Un evento storico, una mobilitazione politica, una rivolta, una lotta, tornando indietro nel tempo per conoscere la storia dei movimenti operai, di classe e rivoluzionari.
26 settembre 2000: la rivolta di Praga contro il vertice di FMI e WTO.









