Gaza: una settimana di cessate il fuoco, 86 morti. Sabato cortei a Brescia, Milano e Napoli
Migranti: due naufragi tra Lampedusa e Grecia I Informazione: attentato contro Ranucci (Report) I Lotte operaie: sciopero nazionale del comparto igiene ambientale
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GAZA - L’occupazione israeliana colpisce ancora la Striscia di Gaza, nonostante il cessate il fuoco, entrato in vigore una settimana fa. Oggi bombardato un minibus che trasportava 10 sfollati nel quartiere di Al-Zaytoun a Gaza City, con diverse vittime e feriti. Quanti non si sa; équipes mediche e protezione civile non riescono infatti ad aggirare cecchini e droni di Tel Aviv, che hanno ferito altri 3 palestinesi a sud di Khan Younis. In una settimana sono 86 i palestinesi morti; numeri che portano il totale delle vittime ufficiali, dal 7 ottobre, ormai alle soglie delle 68mila.
I sopravvissuti, intanto, restano alla disperata ricerca di cibo, acqua e altri beni di prima necessità, a causa dei ritardi nella consegna degli aiuti imposti da Israele per il valico di Rafah, che – forse – riaprirà solo domani. Aperto, seppur a scartamento ridotto, quello di Kerem Shalom, dove da oggi sono iniziati blocchi e azioni di rallentamento da parte dei coloni fascisti, contrari a qualsiasi aiuto in Palestina.
Su questo nuovo appello del Pam, Programma Alimentare Mondiale, per l’apertura immediata “di tutti i valichi di frontiera e inondare Gaza di cibo. Ci vorrà tempo per ridurre la carestia”, per il portavoce Abeer Etefa. “Oggi abbiamo 5 punti di distribuzione operativi. Il nostro obiettivo è di arrivare a...145”
Non solo cibo, comunque, come ricorda l’Oms: le malattie infettive a Gaza stanno “sfuggendo al controllo, con solo 13 dei 36 ospedali del territorio parzialmente funzionanti. Che si tratti di meningite, diarrea o malattie respiratorie, stiamo parlando di un lavoro enorme”, ha detto Hanan Balkhy, direttore regionale dell’organismo sanitario delle Nazioni Unite, citando tra le cause la mancanza di farmaci, di personale sanitario e le condizioni igienico – sanitarie spaventose.
Il tutto mentre Israele minaccia: “se Hamas non restituirà i corpi, riprenderemo i combattimenti su larga scala”. Dal canto proprio Hamas ribadisce l’”impegno a rispettare l’accordo di cessate il fuoco con Israele” e assicura di voler restituire “tutti i corpi degli israeliani rimasti a Gaza”, ma chiede…tempo. “Alcuni corpi sono stati sepolti in tunnel distrutti, altri sotto le macerie degli edifici bombardati e demoliti”, afferma il gruppo , che ricorda come 2 anni di genocidio abbiano lasciati sul terreno “70 milioni di tonnellate di macerie” e qualcosa come “20mila ordigni inesplosi”.
CISGIORDANIA - Da Gaza alla Cisgiordania Occupata: un bambino palestinese di 11 anni, Mohammad Bahjat Al-Hallaq, è morto quando le forze di occupazione israeliane hanno aperto il fuoco nel villaggio di Al-Rihiya, a sud di Hebron. I soldati hanno sparato proiettili veri contro un gruppo di bambini che stavano giocando a calcio nel cortile della scuola del villaggio. Surreali le parole dell’esercito occupante: “abbiamo aperto il fuoco in risposta al lancio di pietre da parte di persone sospette”. L’omicidio di un bambino, definito dagli occupanti “l’incidente”, è “sotto inchiesta”, dicono le truppe israeliane, impegnate pure nell’ennesima ondata di raid terroristici in tutta la West Bank. A Jenin ucciso un ragazzo di 20 anni, mentre i coloni hanno picchiato a sangue, mandandolo in ospedale, un 24enne a Nablus. Sempre i coloni, indisturbati, proseguono la campagna autunnale per impedire la raccolta delle olive, una delle attività economiche – ma non solo – fondamentali per la società palestinesi.
“L’attenzione non va tolta da tutta la Palestina, West Bank compresa, dove i soldati israeliani, non più impegnati massicciamente a Gaza, vengono rimandati in giro per la Palestina e sta iniziando una ritorsione nei confronti dei palestinesi” dice a Radio Onda d’Urto Tex, di Operazione Colomba. Ascolta qui.
SOLIDARIETA’ - Infine la solidarietà internazionale con la Palestina e contro genocidio e occupazione coloniale, sostenuta dall’Occidente. Stamattina corteo studentesco in centro a Bologna, mentre a Firenze presidio in Rettorato di Studenti per la Palestina. “Via tutti gli accordi con Israele”, la parola d’ordine di studentesse e studenti, che hanno fatto irruzione dentro il Rettorato dopo che la mozione di chiusura dei rapporti tra UniFi e Tel Aviv è stata illustrata, ma non messa ai voti. Infine Cagliari con comitati, movimenti e associazioni che lottano per la riconversione della fabbrica bellica Rwm di Domusnovas si sono ritrovati sotto la Regione. La richiesta è quella di stoppare subito la produzione nel Sulcis di droni leggeri, in collaborazione con Leonardo, Usa...e Israele.
Anche domani, sabato, diversi appuntamenti; a Napoli manifestazione regionale “Gente d’O Sud per la Palestina”, mentre a Milano (ore 15) corteo da piazza Udine a piazza Da Vinci. A Brescia invece corteo indetto dal Coordinamento per la Palestina, alle ore 15.00 dalla fermata metro San Faustino. “A fianco della Resistenza Palestinese, continuiamo nelle strade la mobilitazione fino alla vittoria”, scrivono compagne-i, il cui corteo si accoderà strada facendo - all’altezza di via Capriolo - all’annuale Marcia per l’accoglienza e la cittadinanza, organizzata da decine tra cooperative, sindacati, enti locali, associazioni, riunite nella rete “Io Accolgo”.
RANUCCI - L’autovettura di Sigfrido Ranucci, giornalista Rai e conduttore di Report - trasmissione d’inchiesta di Rai Tre - e quella di sua figlia sono esplose mentre erano parcheggiate davanti al cancello di casa di Ranucci a Campo Ascolano, alle porte di Roma. “Lei ha posteggiato la sua auto ed è passata da lì venti minuti prima dell’accaduto”, fa sapere il conduttore Rai. “Sembra che si tratti di un ordigno rudimentale, ma ora bisogna vedere la natura dell’esplosivo”.
Un attentato non puramente dimostrativo: un chilogrammo il peso dell’esplosivo dell’ordigno piazzato tra la vettura e un cancello.
“Con tutte le minacce che riceviamo non è semplice risalire alla matrice”, ricorda Ranucci, da anni sotto scorta per le sue inchieste su corruzione, malapolitica e criminalità organizzata. Proprio pochi giorni fa Ranucci aveva annunciato la nuova stagione di Report, da domenica 26 ottobre. In solidarietà a Sigfrido Ranucci e a Report oggi pomeriggio presidi sotto tutte le sedi regionali della Rai.
MIGRANTI - 1.143 quelli reclusi – numero record - a Lampedusa dopo i 13 sbarchi, nelle ultime 30 ore. Più a sud invece un’imbarcazione con una trentina di migranti a bordo si è capovolta a 50 miglia a sud est di Lampedusa. Sono stati finora recuperati 11 naufraghi e il corpo di un migrante morto. All’appello mancano però almeno una ventina di migranti. Il tutto a poche ore da un altro naufragio, nel mar Egeo, con 2 migranti morti e 10 feriti (uno in terapia intensiva) per il naufragio al largo delle coste dell’isola greca di Chio. 27 le persone salvate.
Ancora migranti; oggi Refugees in Libya, MSH e alle altre organizzazioni del soccorso civile in mare si sono ritrovate a Piazza Navona, Roma, per gridare forte basta alla violenza contro le persone migranti. Domani invece, sempre a Roma, alle ore 14 in piazza Vidoni manifestazione Stop Memorandum Italia - Libia.
Infine Verona, dove la Comunità Maliana e il Comitato Verità e Giustizia per Moussa Diarra organizzano un doppio appuntamento per questo fine settimana a Verona, in occasione del primo anniversario dalla morte del 26enne maliano, colpito da 3 spari - uno ad altezza uomo - di un agente Polfer alla stazione di Verona Porta Nuova. Sabato corteo (ore 14, piazzale XXV Aprile), mentre domenica incontri e teatro su Moussa, migranti e CPR al Laboratorio Autogestito Paratod@s di viale Venezia 51
LAVORO - Sciopero nazionale oggi dell’intero comparto dell’igiene ambientale. Ferma la raccolta dei rifiuti nelle città, fermi anche gli addetti agli impianti di trattamento dei rifiuti, depurazione delle acque e gli operatori cimiteriali. Parliamo di circa 110mila lavoratori e lavoratrici che da dicembre 2024 aspettano il rinnovo del contratto e hanno trovato solo l’assoluta chiusura delle parti datoriali rispetto alle istanze delle organizzazioni sindacali. La prima rivendicazione che anima la mobilitazione e lo sciopero è un rinnovo del Ccnl che tenga conto dei nuovi bisogni degli addetti e delle trasformazioni in atto nel settore. La busta paga non è certo elevata, il salario medio netto di un operatore si aggira attorno ai 1.300 euro al mese. La richiesta dunque è quella di un recupero dell’inflazione che ne ha decurtato il potere di acquisto. In Lombardia le lavoratrici e i lavoratori si sono ritrovati in presidio davanti ad Anci Lombardia in via Rovello 2 a Milano; Radio Onda d’Urto si è collegata con l’iniziativa di lotta.
Su Radio Onda d’Urto puoi anche ascoltare:
A chiudere, l’appuntamento con Storia di Classe:
Pochi minuti, ogni giorno, per ripercorrere la storia (la “nostra” storia). Un evento storico, una mobilitazione politica, una rivolta, una lotta, tornando indietro nel tempo per conoscere la storia dei movimenti operai, di classe e rivoluzionari.
17 ottobre 1977: esponenti della RAF “suicidati” nel carcere tedesco di Stammheim
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