Gino è libero, i giudici francesi negano l'estradizione
L'esercito israeliano si prepara a occupare o radere al suolo Rafah | Trump sospende i dazi per tre mesi, tranne quelli alla Cina | Tensioni Israele-Turchia in Siria tra imperialismo e spartizione
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Le trasmissioni, intanto, proseguono sulle nostre frequenze: alle 20 La chitarra e il potere; alle 21 Tracce; alle 23 Rusty Cage. Alla mezzanotte, infine, la replica di Navdanya.
Qui tutti i modi in cui potete ascoltare Radio Onda d’Urto in diretta!
ANTIFA - Il compagno antifascista milanese Rexhino “Gino” Abazaj è libero. I giudici della Corte d’Appello di Parigi hanno deciso di respingere la richiesta delle autorità ungheresi e negare l’estradizione. La vicenda riguarda la caccia aperta dal governo magiaro di Orban contro antifasciste e antifascisti di mezza Europa che avevano manifestato a Budapest nel febbraio 2024 contro il raduno neonazista della “giornata dell’onore”. Tra loro anche l’eurodeputata Ilaria Salis e Maja T., che si trova ancora nelle carceri ungheresi dopo l’estradizione accordata dai giudici tedeschi. Qui i collegamenti e le interviste di Radio Onda d’Urto dal Tribunale di Parigi e dal presidio di solidarietà a Gino davanti al consolate francese di Milano.
DAZI - Poco dopo la chiusura della redazione il presidente degli Stati Uniti d’America Donald Trump ha annunciato un “dietrofront” sui dazi: sospese tutte le tariffe che l’Amministrazione Usa aveva imposto a sessanta paesi. Tutte, tranne quelle imposte alla Repubblica popolare cinese. I dazi contro Pechino sono stati portati al 125% perché, spiega il segretario al Tesoro statunitense Scott Bessent, “la Cina è la principale fonte dei problemi commerciali degli Stati Uniti”. Soltanto poche ore prima, Pechino aveva ribadito di essere pronta alla guerra commerciale voluta da Trump: “gli Usa sono dei prepotenti, lotteremo fino all’ultimo”, avevano fatto sapere stamattina dal governo cinese. Rimane dunque valida l’analisi di Gabriele Battaglia, giornalista ed esperto di Cina, dove ha vissuto e lavorato. Eccone un estratto:
MEDIO ORIENTE - Oggi è stato un altro giorno di genocidio del popolo palestinese per mano israeliana: 45 morti (35 dei quali solo nel massacro di Shuhaya, a est di Gaza City, contro un intero edificio residenziale) e 41 feriti è il bilancio delle vittime degli attacchi su Gaza dell’esercito israeliano in 24 ore, mentre dal 7 ottobre il conteggio è di 50.846 morti documentati e 116mila feriti, a cui aggiungere migliaia e migliaia di dispersi.
Medici Senza Frontiere ha denunciato l’ennesimo raid su una sua clinica in quella che, sulla carta, dovrebbe essere la zona sicura di al-Mawasi. Nuovi video mostrano come le forze di occupazione israeliane abbiano anche bombardato una cucina da campo per gli sfollati a Khan Younis; ignoto il numero delle vittime e dei dispersi.
Poco più a sud l’esercito israeliano si sta preparando a incorporare la città di Rafah nella “zona cuscinetto” che sta creando lungo il confine tra la Striscia di Gaza e l’Egitto. Si tratta di 75 chilometri quadrati, un quinto della Striscia, dove vivono 200.000 palestinesi. I media di Tel Aviv riferiscono che non è ancora stato deciso se l’intera area verrà designata come “zona cuscinetto occupata”, oppure se la zona verrà completamente demolita, di fatto cancellando Rafah. Radio Onda d’Urto ha chiesto un commento alla presidente di Assopace Palestina Luisa Morgantini. Di seguito un estratto:
Sempre per quanto riguarda il Medio oriente: i recenti bombardamenti dell’esercito israeliano in Siria hanno riacceso le tensioni, a suon di dichiarazioni, tra Turchia e Israele.
I ministri degli esteri dei due stati si sono lanciati messaggi a distanza, incolpandosi di generare tensioni nella regione ma affermando entrambi la volontà di evitare scontri. Il presidente Usa Trump si è proposto come mediatore tra i due alleati.
Al di là delle dichiarazioni pubbliche, un vero conflitto militare tra Ankara e Tel Aviv è del tutto improbabile. Questo perché, spiega il giornalista Murat Cinar ai microfoni di Radio Onda d’Urto, “Iraele e Turchia sono entrambi molto felici di quello che sta accadendo in Siria, che è molto conveniente per entrambi. Dal 2021 lavorano insieme, direttamente o indirettamente, per un obiettivo comune: buttare giù il regime baathista di Assad. E ci sono riusciti. Quindi, perché trovarsi in conflitto? Le tensioni ci sono, ma in un’ottica di spartizione”. Clicca qui per ascoltare l'intervento su Radio Onda d'Urto del giornalista Murat Cinar.
Oggi su Radio Onda d’Urto anche:
“La svolta ecologica mancata: dalla crisi petrolifera al Golfo oggi”
Il lago d’Idro “non diventi serbatoio al servizio di un’agricoltura che spreca l’acqua”
Resistenza: un mese di trasmissioni speciali
Il 25 aprile 2025 sarà l’ottantesimo anniversario della Liberazione d’Italia dall’occupazione nazista e dalla dittatura fascista. Radio Onda d’Urto dedica a questa data la programmazione del suo palinsesto, mandando in onda ogni giorno due trasmissioni speciali (qui tutte le puntate).
Le trasmissioni di mercoledì 9 aprile:
Mattina: intervista a Irene Guerrini e Marco Pluviano, componenti del Comitato scientifico dell’Istituto ligure per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea. Autori del libro Savona , 1° marzo 1944: lo sciopero. Operai e cittaà tra resistenza, repressione, esigenze dell’economia di guerra nazionalsocialista.
Pomeriggio: intervista a Tommaso Baldo, storico e autore del libro Cichero. Storia e memoria di una divisione partigiana. L’intervista traccia una storia della Divisione Cichero nel contesto della lotta partigiana sull’Appennino ligure e l’insurrezione di Genova nell’aprile 1945.
A chiudere, l’appuntamento con Storia di Classe:
Pochi minuti, ogni giorno, per ripercorrere la storia (la “nostra” storia). Un evento storico, una mobilitazione politica, una rivolta, una lotta, tornando indietro nel tempo per conoscere la storia dei movimenti operai, di classe e rivoluzionari.
9 aprile 1969 - La rivolta di Battipaglia