"Giustizia per Ramy e Fares": Manifestazioni a Milano e Torino
Sabato in piazza anche a Brescia | Medio oriente: Palestina, Siria e solidarietà internazionale | "Zone rosse" e controllo sociale | Bulgaria: confine blindato della Fortezza Europa
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Le trasmissioni, intanto, proseguono sulle nostre frequenze: alle ore 20 linea a C’è crisi (la nostra trasmissione di approfondimento sugli esteri); alle 21 Lo scaffale di Primo; alle 22 Radio Fango FM; alle 23 FatBeat; infine, alla mezzanotte, la replice di Undersound.
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RAMY - La Procura di Milano valuta di contestare a uno o più carabinieri l'omicidio volontario nel caso di Ramy Elgaml, il 19enne ucciso a novembre in via Ripamonti, dopo le immagini del tg3 che mostrano chiaramente lo speronamento volontario della gazzella contro lo scooter che ha provocato la morte di Ramy e il ferimento grave dell’amico Fares. A Milano, con le parole d’ordine “Giustizia per Ramy e Fares, la vostra sicurezza uccide, la polizia uccide”, oltre un migliaio di persone sono partite in corteo da piazza XXIV maggio poco prima delle 19. Anche a Torino è in corso - mentre scriviamo la newsletter - una manifestazione per esigere giustizia per Ramy e Fares. Il concentramento era alle 19.30 in Porta Palazzo.
A Milano, poi, si replica sabato 11 gennaio: appuntamento per un nuovo corteo alle ore 17.30 in piazza San Babila, lanciato da centro sociale Cantiere e Coordinamento Antirazzista. Infine, si scenderà in piazza anche a Brescia, dove Associazione Diritti per tutti, Magazzino 47 e Collettivo Onda studentesca organizzano un presidio per sabato 11 gennaio alle ore 17 in piazza Vittoria. Le corrispondenze dalle manifestazioni e la presentazione delle prossime iniziative per Ramy e Fares le trovate qui.
SIRIA - Sulle nostre frequenze oggi un’ampia pagina dedicata alle notizie dal vicino oriente e alle iniziative di solidarietà internazionale. Domani a Damasco, in Siria, arriva in visita il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani. Intanto la Turchia continua a colpire la diga di Tishreen, difesa dalle Forze Siriane Democratiche, le forze di autodifesa del Rojava. Da ieri migliaia di civili hanno raggiunto l’area su invito dell’Amministrazione autonoma del nord-est e nonostante i bombardamenti turcojihadisti sul loro convoglio, per difendere con i propri corpi l’importante infrastruttura - bombardata da oltre un mese dagli aerei da guerra e dai droni di Ankara – e per sostenere la resistenza dei combattenti. Feroci battaglie sono ancora in corso intorno alla diga e nelle vicine campagne di Manbij. Le Forze democratiche siriane finora hanno respinto tutti i tentativi di avanzare degli jihadisti al soldo di Erdogan. Anche nelle ultime ore hanno inferto consistenti perdite di uomini e mezzi al sedicente Esercito nazionale siriano. Oggi abbiamo fatto il punto della situazione sul terreno con Tiziano Saccucci, dell’Ufficio Informazione del Kurdistan in Italia.
Sul fronte della solidarietà internazionale stamattina all'aeroporto di Malpensa decine di solidali con la rivoluzione in Rojava hanno bloccato i check-in di Turkish airlines. Duro l'intervento repressivo della polizia che ha effettuato - con la forza e anche prendendo a pugni alcuni attivisti - diversi fermi. Sono stati tutti e tutte rilasciate nel primo pomeriggio. La nostra redazione è riuscita a raccogliere la corrispondenza di un’attivista, raggiunta proprio nel momento del rilascio delle persone fermate, e la testimonianza di uno dei fermati. Di seguito un estratto della corrispondenza:
PALESTINA - In Palestina continua il genocidio per mano dell’esercito israeliano. All’alba di oggi ci sono state le ennesime stragi: 70 vittime in 24 ore. Il bilancio ufficiale delle vittime palestinesi nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre a oggi supera ora i 46mila morti ammazzati. In Cisgiordania, intanto, alla violenza dell’occupazione si aggiunge sempre di più il collaborazionismo dell’Anp di Abu Mazen, le cui forze speciali proseguono l’assedio a Jenin contro i gruppi armati della resistenza: oggi hanno arrestato 247 palestinesi. Sul lato diplomatico gli Usa parlano, come fanno a vuoto da mesi, di accordo “molto vicino" per una tregua nella Striscia e lo scambio ostaggi-prigionieri. Sul fronte della solidarietà internazionale a Brescia riprendono le iniziative per la Palestina: presidio dei Sanitari per Gaza sabato 11 gennaio alle 15.30 all'angolo tra c.so Palestro e c.so Zanardelli, aderisce anche il locale Coordinamento Palestina. Qui l’intervento su Radio Onda d’Urto di Siria Garattini, dei Sanitari per Gaza. Di seguito un estratto:
CONTROLLO SOCIALE - Oggi siamo poi tornati sul tema delle cosiddette “zone a vigilanza rafforzata” volute dal ministro dell’Interno Piantedosi e già recepite dalle prefetture di alcune grandi e medie città italiane. In attesa dell’approvazione al Senato del cosiddetto decreto sicurezza (l’ex 1660), infatti, il governo Meloni si è inventato le “zone rosse” nelle aree urbane. A Roma, nei prossimi due mesi nei quartieri Quarticciolo ed Esquilino, il prefetto Giannini ha disposto “zone a vigilanza rafforzata”: in queste aree le forze di polizia potranno ora allonatanare coattamente chiunque assuma “atteggiamenti aggressivi, minacciosi o insistentemente molesti”. Si tratta dell’estensione territoriale delle “zone rosse” già sperimentate nelle scorse settimane a Milano, Napoli, Firenze e Bologna. A partire dai primi dati diffusi dal Viminale in merito a queste sperimentazioni, oggi è intervenuto ai nostri microfoni Italo Di Sabato, di Osservatorio Repressione.
MIGRANTI - Siamo tornati a occuparci di Rotta balcanica e, in particolare, di quello che accade al confine della Bulgaria, paese recentemente entrato nell’area Schengen. Un premio per aver dimostrato a Bruxelles di saper controllare le proprie frontiere a suon di respingimenti dei migranti e repressione della solidarietà.
Le politiche migratorie europee continuano a mietere vittime anche in quest’area, dove a fine anno sono morti tre ragazzini minorenni provenienti dall’Egitto. Ad attivisti ed attiviste era stato impedito dalla polizia di frontiera di raggiungere la loro posizione. I cadaveri sono stati ritrovati dopo pochi giorni il tentativo di soccorso. I loro corpi erano parzialmente mangiati dagli animali. La redazione di Radio Onda d’Urto oggi ha potuto intervistare Nicholas, attivista di No Name Kitchen. Nicholas ci ha raccontato la notte del 27 dicembre, durante quale la polizia di frontiera bulgara ha impedito loro di soccorrere i tre ragazzini egiziani poi trovati morti. La notte sucessiva, il 28 dicembre, Nicholas è stato interrogato e fermato per ore dalla polizia bulgara. Qui l’intervista.
Sulle frequenze di Radio Onda d’Urto anche:
Milano: sabato 11 gennaio “Smash the system”, party benefit per le spese processuali a Lume occupato
A chiudere, l’appuntamento con Storia di Classe:
Pochi minuti, ogni giorno, per ripercorrere la storia (la “nostra” storia) e i suoi anniversari. Un evento storico, una mobilitazione politica, una rivolta, una lotta, tornando indietro nel tempo per conoscere il mondo e poi… trasformarlo.
9 gennaio 1970 - Congresso costitutivo di Potere Operaio:
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