Gli Stati Uniti sospendono per un mese i dazi al Messico e al Canada
Continuano gli omicidi di Israele in Palestina | Le procedure accelerate e il diritto di difesa delle persone migranti | Cosa succede in Francia? | In Italia la qualità dell'aria è pessima
Buonasera,
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A cura della redazione informativa, viene pubblicata non appena chiudiamo la porta della Radio alle 20: come tutte le email, tu la puoi leggere quando vuoi!
Le trasmissioni, intanto, proseguono sulle nostre frequenze: al via alle 20 Il disagio nella civiltà; alle 21 Blues metal jacket, blues e dintorni con Andrea Fusari; alle 22 Bande Distorte; alle 23 Settantasette, storia e altro sulla popular music.
Qui tutti i modi in cui potete ascoltare in diretta Radio Onda d’Urto!
STATI UNITI - Gli Usa sospendono per un mese i dazi al Messico e al Canada. Dopo un colloquio con Trump, la presidente messicana Sheinbaum ha annunciato che il Messico schiererà da subito 10mila soldati al confine con gli Stati Uniti contro i migranti; durante i trenta giorni di sospensione delle tariffe si negozierà un “accordo stabile”, sempre contro i migranti. Anche il Canada ottiene una sospensione dei dazi per 30 giorni, come annunciato il premier Trudeau dopo una telefonata con Trump. Sul fronte europeo, Francia e Germania chiedono una linea dura: “Facciamoci rispettare”, esortano Berlino e Parigi. I 27 Paesi dell’Ue, però, restano divisi sul diktat trumpiano del ‘buy american’, soprattutto per quanto riguarda le armi.
La Cina, altro paese già colpito del 10% di dazi Usa, replica con tariffe del 15% su carbone e gas, lo stop all’esportazione di minerali rari come tungsteno, tellurio, bismuto, molibdeno e indio, un’inchiesta contro Google e un reclamo al Wto. Pechino però propone anche di tornare all’accordo del 2020, con la promessa di acquistare beni Usa per 200 miliardi di dollari. Attesa entro il 10 febbraio (data a partire dalla quale dovrebbero scattare le tariffe annunciate dalla Cina) una telefonata tra Xi Jinping e Donald Trump per intavolare la trattativa.
Sulla risposta cinese ai dazi Usa e sul probabile tavolo di trattative Cina-Usa, Radio Onda d’Urto ha intervistato Gabriele Battaglia, giornalista, corrispondente dalla Repubblica popolare cinese per la Radio televisione svizzera e autore del libro “Massa per velocità. Un racconto dalla Cina profonda“.
Qui l’intervista completa.
Ma come sta reagendo l’opinione pubblica statunitense a questa “strategia politica muscolare” messa in campo fino a oggi da Trump? Qui l’analisi di Marina Catucci, giornalista e corrispondente dagli Stati Uniti per il Manifesto, in collegamento da New York. Di seguito un estratto della sua riflessione.
PALESTINA - Continuano gli omicidi di Israele in Palestina. Tel Aviv ha ucciso un uomo a Tayasir, accusandolo di avere sparato contro i soldati di una postazione militare: 2 soldati morti, 6 feriti a uno dei 912 posti di blocco che asfissiano la West Bank, dove coloni israeliani indisturbati hanno dato fuoco a una moschea a nord-ovest di Gerico; da inizio anno sono 2161 le aggressioni di esercito e coloni contro città e villaggi palestinesi. Sempre in Cisgiordania oggi – martedì 4 febbraio 2025 – è il terzo giorno consecutivo di raid nel campo profughi di Al-Far’a, vicino Tubas, dove per la prima volta dalla Seconda Intifada si sono rivisti carri armati e mezzi blindati israeliani.
In poche settimane, in Cisgiordania sono stati ammazzati più di 70 palestinesi, poco meno della metà dei quali solo a Jenin, da 2 settimane sotto attacco. Per l’Unrwa, il campo profughi di Jenin sta andando in una “direzione catastrofica: sono 20mila gli sfollati forzati, mentre interi quartieri sono stati completamente distrutti in una serie di detonazioni da parte delle forze israeliane”.
Nel frattempo, a Gaza, dalle macerie continuano a emergere cadaveri. Il bilancio ufficiale di 16 mesi di genocidio ha superato le 61mila vittime, se si contano gli oltre 14mila che sono considerati ancora sotto le macerie e impossibili, per il momento, da recuperare. I sopravvissuti, cui non è rimasto nulla a causa della distruzione e dei massacri perpetrati da Tel Aviv, hanno invece bisogno “ancora di tutto, in particolare sul fronte sanitario” dice oggi un report dell’Oms, che denuncia – da ottobre 2023 alla tregua di metà gennaio – 1.500 attacchi israeliani a strutture sanitarie in 15 diverse località della Striscia, con 932 morti e 1.767 feriti.
A commentare tutto questo, e in particolare ciò che sta accadendo in Cisgiordania, oggi sulle frequenze di Radio Onda d’Urto Shoukri Hroub, dell’Unione Democratica Arabo Palestinesi.
MIGRANTI - Ancora persone in fuga dalla Libia: in poco più di 24 ore sono così 153 le persone migranti sbarcate sull’isola siciliana. Di queste, 20, tra cui 2 minori, sono state bloccate oggi dai carabinieri subito dopo avere toccato terra al Porto nuovo di Lampedusa.
Nelle acque antistanti alle coste libiche, invece, 77 persone sono state recuperate alla deriva dalla cosiddetta “guardia costiera libica”, che ha subito riportato i naufraghi nelle carceri per migranti allestite e gestite con la complicità dell’Europa. A dirlo Alarm Phone, secondo la quale Frontex stava già osservando la situazione dall’alto senza intervenire. Tutto questo mentre era in corso un’iniziativa dell’Eurogruppo dedicata proprio alle torture a cui sono sottoposti i/le migranti e all’esternalizzazione dei confini da parte dell’Ue.
Tuttavia, a compromettere i diritti fondamentali delle persone migranti, normalizzandone la criminalizzazione, ci sarebbero anche le “procedure accelerate”, d’asilo o di frontiera, promosse dal governo. Procedure di cui la Cassazione mette ora in dubbio la legittimità. Per gli ermellini, il rischio è infatti che ledano di fatto il diritto di difesa delle persone migranti, contravvenendo a quanto contenuto nell’art. 24 della Costituzione che sancisce “l’inviolabilità di questo diritto in ogni stato e grado del procedimento”, come ha spiegato qui Fulvio Vassallo, giurista e avvocato dell’ADIF – Associazione Diritti e Frontiere.
FRANCIA - “La manovra finanziaria di Bayrou è quasi la stessa del precedente governo Barnier caduto a dicembre, ora però i socialisti hanno deciso questa volta di non votare la mozione di censura; questo provoca una divisione nella sinistra. Pensiamo che questa scelta è legata al fatto che c’è una divisione abbastanza importante all’interno del Partito socialista e non vogliono far cadere in questo momento il governo per non confrontarsi con le elezioni anticipate.”
Questa è la lettura di Vladimir Neddiu - sostenitore della France Insoumise e attivista del Movimento popolare per la salute - su quanto sta accadendo in Francia dove il primo ministro francese Bayrou ha imposto la manovra finanziaria senza il voto del Parlamento utilizzando il famigerato articolo 49.3.
AMBIENTE - Chiudiamo la newsletter di oggi con il report di Legambiente, “Mal’Aria di città 2025“.
Secondo il report, rispetto ai nuovi target europei al 2030 la situazione in Italia è estremamente critica: fuorilegge il 71% delle città per il Pm10 e il 45% per il biossido di azoto. “Bisogna investire ora – dice Legambiente – su mobilità sostenibile, trasporto pubblico, città più vivibili, spazi pedonali e ciclabili, riscaldamento domestico e agricoltura, riducendo gli allevamenti intensivi”.
Qui l’intervista ad Andrea Minutolo, responsabile scientifico di Legambiente e, di seguito, un estratto della sua analisi.
Oggi sulle frequenza di Radio Onda d’Urto anche:
La conferenza stampa di denuncia dei lavoratori GLS di Napoli
La presentazione della nuova edizione de “Il Capitale” di Marx
“Fermiamo la deriva autoritaria”: la mobilitazione a Bruxelles contro il DDL Sicurezza
Gli appuntamenti della settimana al Magazzino 47
- mercoledì 5 febbraio 2025, ore 20.00: Assemblea pubblica per proseguire il percorso territoriale bresciano di opposizione al DDL “sicurezza”
- sabato 8 febbraio, ore 18.30: Incontro con Cronache Ribelli. Verranno presentati i volumi “Partigiani contro” e “Qui soltanto il cadavere, l’idea non muore”
Ricordiamo infine che domani, mercoledì 5 febbraio, alle ore 12,30, andrà in onda la replica della puntata di sabato 1 febbraio di Curami – Prima di tutto la salute, dedicata ai nuovi livelli essenziali di assistenza (LEA), già disponibile qui.
A chiudere, l’appuntamento con Storia di Classe:
Pochi minuti, ogni giorno, per ripercorrere la storia (la “nostra” storia) e i suoi anniversari. Un evento storico, una mobilitazione politica, una rivolta, una lotta, tornando indietro nel tempo per conoscere la storia dei movimenti operai, di classe e rivoluzionari.
4 febbraio 1971 - L’omicidio del manovale socialista Giuseppe Malacaria a Catanzaro:
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