Il cessate il fuoco a Gaza più fragile che mai, tra provocazioni di Trump e violenze israeliane
Telefonata tra Trump e Putin | Il "SalvaMilano" ha il sostegno del consiglio comunale ma spacca la maggioranza di Beppe Sala | Ai nostri microfoni si parla di Romania, Iran, Ecuador
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GAZA - Tra le provocazioni di Trump e le violenze israeliane impunite rimane a rischio la fragilissima tregua a Gaza, dove per la ricostruzione di Gaza l’Onu oggi ha stimato ci vorranno più di 53 miliardi di dollari. In mattinata Hamas ha tentato di ricucire ribadendo che “la porta resta aperta” per riprendere con gli scambi di prigionieri del sabato, congelati poche ore prima dalla Resistenza palestinese, fino nuovo avviso. “Le minacce di Trump non fanno altro che complicare ulteriormente le cose”, fa sapere Hamas, ricordando come Tel Aviv continua comunque a uccidere a Gaza (110 vittime dalla firma della tregua, l’ultima oggi, a Rafah) e frapporre ostacoli agli aiuti.
Netanyahu ribadisce che "se Hamas non restituisce gli ostaggi entro sabato a mezzogiorno", senza specificare il numero, "il cessate il fuoco verrà interrotto e le Idf torneranno a combattere intensamente finché Hamas non sarà definitivamente sconfitto". Netanyahu ha anche detto che "alla luce dell'annuncio di Hamas della sua decisione di violare l'accordo e di non rilasciare i nostri ostaggi, ieri sera ho ordinato alle Idf di radunare le forze dentro e intorno alla Striscia di Gaza”. Sulla stessa linea Trump che ha preso nuovamente parola, ribadendo il suo ultimatum ad Hamas per il rilascio di "tutti" gli ostaggi sabato e diecendo al Re di Giordania di non credere che Hamas rispetterà gli accordi. "Non c'è niente da comprare. La prenderemo, la terremo, la custodiremo gelosamente." Ha aggiunto Trump, nello studio Ovale col re di Giordania, rispondendo ad una domanda sulla sua intenzione di "comprare Gaza" e aggiungendo di poterla prendere "in base all'autorità Usa". Francesco Giordano, del Fronte Palestina
Cisgiordania: dal 21 gennaio - quando cioè Israele ha lanciato l’offensiva “Muro di ferro” – sono oltre 70 i palestinesi uccisi, 580 quelli fatti prigionieri (60 bambini), quasi 50mila gli sfollati. L’offensiva riguarda tutta la West Bank, concentrandosi in particolare su Tubas, Tulkarem e Jenin, al 22esimo giorno di assedio. All'alba preso d'assalto il quartiere orientale, con i bulldozer militari a distruggere infrastrutture, veicoli e case, mentre i soldati di occupazione hanno schierato cecchini sugli edifici più alti. Da Jenin la testimonianza del sindaco, Mohammed Jarar, nella traduzione in italiano di Radio Onda d’Urto.
RUSSIA - La telefonata tra il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e il presidente russo Vladimir Putin starebbe muovendo qualcosa nella guerra tra Ucraina e Russia. La notizia ha sollevato numerosi interrogativi sul futuro della guerra in Ucraina e sul ruolo degli attori coinvolti. L’intervista di Radio Onda d’Urto a Fulvio Scaglione, giornalista esperto di Russia ed Est Europa e direttore di Inside Over.
MILANO - Tra le proteste dei comitati di cittadini e ambientalisti, che hanno gridato a ripetizione “vergogna”, il Consiglio comunale di Milano ha approvato l’ordine del giorno presentato dal centrosinistra che “esprime il proprio sostegno” al DDL 1309 - Salva Milano, che se approvato anche al Senato potrebbe sbloccare i progetti urbanistici milanesi e a cascata quelli di tutta Italia. Le inchieste della Procura avevano messo in luce come la costruzione di diversi grattacieli sarebbe avvenuta senza rispettare le norme urbanistiche. Il documento voluto dal sindaco Beppe Sala è stato approvato ma con il voto contrario anche di alcuni consiglieri della maggioranza di centro sinistra, come quello di Carlo Monguzzi, consigliere comunale dei Verdi e contrario al testo approvato ieri sera
Ecco un estratto del suo intervento
…e inoltre ai microfoni di Radio Onda d’Urto…
Diverse migliaia di iraniani giunti da tutta Europa si sono radunati sabato scorso a Parigi per chiedere un cambio di regime in Iran e l’istituzione di una repubblica democratica. Sentiamo Virginia presidente dell’Associazione degli iraniani residenti in Italia
In Romania è caos politico – istituzionale: il presidente liberale Klaus Iohannis si è dimesso dopo che in Parlamento è passata la richiesta di referendum popolare contro di lui. Dalla capitale della Romania, l’analisi del giornalista corrispondente da Bucarest per l’ANSA e per il Manifesto, Gianluca Falco
La Montagna non si arrende, le valutazioni della mobilitazione di domenica scorsa nella rubrica quindicinale Onda Anomala. E anche il CAI si esprime contro il comprensorio di Colere Lizzola
Il XII congresso di Rifondazione Comunista mostra un partito spaccato (quasi) a metà.
In Ecuador la distanza tra i due candidati, nel conteggio dei voti del primo turno, è minima. Da Città del Messico Andrea Cegna
Mercoledì a Brescia assemblea contro il DDL Sicurezza
A chiudere, l’appuntamento con Storia di Classe:
Pochi minuti, ogni giorno, per ripercorrere la storia (la “nostra” storia) e i suoi anniversari. Un evento storico, una mobilitazione politica, una rivolta, una lotta, tornando indietro nel tempo per conoscere la storia dei movimenti operai, di classe e rivoluzionari.
11 Febbraio 1990 Liberazione Di Nelson Mandela
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