Il Pkk annuncia lo scioglimento e la fine della lotta armata
Seguito l'appello di Öcalan | Gaza: Hamas libera il soldato israelo-statunitense Idan Alexander | Il governo francese attacca Jeune Garde e Urgence Palestine | Sciopero dei precari dell'Università
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PKK - Il Partito dei Lavoratori del Kurdistan, (Pkk), ha annunciato di aver svolto, tra il 5 e il 7 maggio, il 12/mo congresso, durante il quale è stato deciso di sciogliere la struttura organizzativa e porre fine alla lotta armata. Il Pkk, in una dichiarazione scritta, ha dato quindi sostanza all’appello lanciato a febbraio dal leader Abdullah Öcalan (da 26 anni rinchiuso nell’isola carcere di Imrali) per una soluzione politica del conflitto pluridecennale con Ankara. “Tutte le attività sotto il nome di Pkk sono terminate”, si legge nella dichiarazione conclusiva del congresso.
Da capire ora la risposta di Erdogan, visto che tra le condizioni del Pkk per proseguire trattative e dialogo c’è la possibilità che sia lo stesso Öcalan a condurre la nuova fase politica, fuori dal carcere, con contestuale disarmo in tre fasi, vigilato dalle Nazioni Unite. La dichiarazione del Pkk non riguarda, infatti, solo la Turchia; sono molti altri i Paesi – Siria, Iraq e Iran in particolare – che saranno in qualche modo coinvolti dalla svolta politica della lotta di liberazione, curda ma non solo, così come delineata dal “nuovo paradigma” confederale dello stesso Ocalan.
Duran Kalkan, esponente del comitato esecutivo del Pkk, aprendo i lavori ha affermato: “Questo congresso è diverso dagli altri. In un certo senso, può essere paragonato al nostro primo congresso. Si tiene per concludere e collocare storicamente, in maniera corretta, l’esperienza del Pkk. Ma questo non è il fine ultimo; piuttosto, l'obiettivo è creare spazio per nuove iniziative e opportunità”. Ne abbiamo parlato qui con Murat Cinar, giornalista turco e nostro collaboratore, e Jacopo Bindi, dell’Accademia della Modernità Democratica. Allo stesso link trovate anche la traduzione della dichiarazione conclusiva.
PALESTINA - Hamas ha consegnato oggi alla Croce Rossa internazionale il soldato israelo-statunitense Idan Alexander in seguito alle trattative con gli Usa che hanno bypassato Tel Aviv. "Una notizia monumentale", dice Trump, “dovuta agli sforzi dei mediatori per mettere fine a questa guerra”. Da parte sua Hamas ha chiesto che vengano avviati negoziati seri per ulteriori passi avanti sul rilascio dei prigionieri israeliani ancora vivi all’interno della Striscia. “Confermiamo la volontà del movimento di avviare negoziati per raggiungere un accordo globale per un cessate il fuoco duraturo e invitiamo l'amministrazione Trump a proseguire i suoi sforzi per porre fine alla guerra”, si legge nel comunicato di Hamas.
Rabbiosa la reazione di Netanyahu, costretto a proclamare qualche ora di cessate il fuoco in concomitanza con il rilascio di Alexander: “Il rilascio di un ostaggio – ha detto il premier israeliano - non porterà a un cessate il fuoco stabile. Al contrario, i negoziati per un possibile accordo che garantisca il rilascio di tutti gli ostaggi a Gaza saranno condotti sotto il fuoco. Stiamo preparando un’intensificazione dei combattimenti”, ha aggiunto Netanyahu prima che il suo esercito bombardasse l’ennesima scuola-rifugio a Gaza. 15 le vittime, in gran parte bambine-i, nel nord devastato di Jabalia. Per quanto riguarda la Palestina oggi ci siamo occupati soprattutto di solidarietà internazionale. In particolare siamo andati a Livorno, dove stamattina i portuali hanno tenuto un presidio al porto dopo che sabato scorso, nella città toscana, erano scese in piazza duemila persone per dire “Stop al genocidio”, “Palestina libera” e “Stop alle guerre e al riarmo”.
FRANCIA - In Francia, invece, la solidarietà internazionale con il popolo palestinese è sotto attacco insieme alla resistenza antifascista. Domani sul tavolo del Consiglio dei ministri arriverà la proposta di dissoluzione d’imperio di due importanti realtà sociali e politiche transalpine: Jeune Garde Antifasciste, collettivo antifascista di Lione nato nel 2018 per opporsi al montare dell’estrema destra nella seconda città della Francia, e Urgence Palestine, rete nazionale fondata da persone palestinesi della diaspora e che riunisce organizzazioni e movimenti associativi, sindacali e politici mobilitati per “l’autodeterminazione del popolo palestinese”.
Contro lo scivolamento sempre più a destra del governo francese in Francia è in corso una mobilitazione di massa sia nelle piazze – domenica 11 maggio in migliaia hanno sfilato a Parigi, unendo la lotta antirazzista a quella decoloniale e antifascista – che sul web: oltre 200mila le persone che hanno già firmato la petizione “Contro il genocidio, per una Palestina libera: no allo scioglimento di Urgence Palestine”. Da Parigi, su Radio Onda d’Urto è intervenuta Rachele Borghi, docente di Geografia alla Sorbona di Parigi, attivista transfemminista e per la Palestina. Di seguito un estratto del suo intervento:
UNIVERSITÀ - In Italia oggi sciopero nazionale contro il Ddl Bernini, promosso da diversi sindacati (Flc-Cgil, Usi, Cub, Usb, Cobas, Adl Cobas, Clap) con l’adesione delle Assemblee precarie universitarie di tutta Italia per opporsi ai tagli del Governo e all’entrata dei privati nella didattica, oltre che per rivendicare maggiori risorse per la stabilizzazione dei ricercatori e l’internalizzazione degli appalti. Su Radio Onda d’Urto corrispondenze da Torino, Pisa, Bologna, Roma e Milano.
Oggi sulle frequenze di Radio Onda d’Urto anche:
Brescia: la polizia e la Lega lo volevano espellere. Oggi Makam ha ottenuto la cittadinanza italiana
A chiudere, l’appuntamento con Storia di Classe:
Pochi minuti, ogni giorno, per ripercorrere la storia (la “nostra” storia). Un evento storico, una mobilitazione politica, una rivolta, una lotta, tornando indietro nel tempo per conoscere la storia dei movimenti operai, di classe e rivoluzionari.
12 maggio 1977 - L’omicidio poliziesco, a Roma, della studentessa 19enne Giorgiana Masi