Il riarmo è servito: passa al vertice Nato la linea Trump
Le armi italiane continuano ad arrivare in Israele | L'azione di XR contro il matrimonio di Bezos a Venezia | Il socialista Zohran Mamdani vince le primarie a New York |
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GUERRA E RIARMO - La due giorni di vertice NATO in Olanda si chiudono con una intesa che accoglie le imposizioni di Trump di spesa per armamenti degli stati membri che saranno aumentate al 5% del Pil entro il 2035.
Esprime soddisfazione su questo il presidente statunitense, che poi minaccia il governo spagnolo, che ha firmato il documento finale del summit ma ha espresso perplessità sostenendo di fermarsi al 2,1%: “faremo pagare a Madrid dazi doppi”, ha detto il multimiliardario. Alla fine, comunque, tutti i 32 membri dell’Alleanza atlantica hanno firmato senza troppo discutere l’impegno di spesa.
Nel testo conclusivo la Federazione Russa viene definita una “minaccia”, ma – per volontà della stessa amministrazione Usa guidata da Trump – l’adesione dell’Ucraina è scomparsa.
Sulle frequenze di Radio Onda d’Urto, abbiamo fatto il punto con l’economista Francesco Schettino, docente di economia politica all’Università della Campania “Luigi Vanvitelli”, e con Francesco Vignarca, della Rete Pace e Disarmo
Qui un estratto dall’analisi di Francesco Schettino.
EXPORT MILITARE - Dall’impegno di spesa europeo per gli armamenti deciso al vertice Nato, passiamo agli “affari” dell’industria bellica italiana.
L‘Italia non ha mai interrotto l’export militare verso Israele, anzi, secondo fonti ufficiali, le forniture sono aumentate.
A confermarlo l’analisi di Archivio Disarmo, una ricerca condotta incrociando dati ufficiali del SIPRI, dell’ISTAT (portale di Coeweb per le statistiche sul commercio estero) e della Relazione governativa sull’export di armamenti, che smentisce le dichiarazioni pubbliche del Governo italiano circa la sospensione delle forniture dopo il 7 ottobre 2023.
“I numeri parlano chiaro - spiega ai microfoni d Radio Onda d’Urto il giornalista freelance Luciano Bertozzi - dal 2019 al 2024, l’Italia è stata il terzo paese esportatore di armi verso Israele, dopo Stati Uniti e Germania. Solo nel settore aerospaziale, comprendente droni, radar e componenti per aerei, parliamo di esportazioni per 34 milioni di euro.”
Mentre il governo italiano dichiara pubblicamente il proprio impegno umanitario – come l’accoglienza di bambini feriti da Gaza – la linea politica e commerciale resta saldamente a sostegno di Tel Aviv. Un esempio è l’accordo militare bilaterale firmato nel 2003, rinnovato automaticamente ogni cinque anni e che prevede cooperazione in ricerca, esercitazioni e scambio di tecnologie belliche.
Radio Onda d’Urto ha intervistato sul tema Luciano Bertozzi, giornalista freelance, nonché collaboratore IRIAD e Archivio Disarmo. Di seguito un frammento della sua analisi.
In Palestina, intanto, solo oggi sono già 62 le vittime del genocidio per mano israeliana. Nelle ultime 24 ore - mentre Israele annunciava l’ennesima sospensione delle consegne di aiuti a Gaza - 111 cadaveri e 250 feriti sono stati trasportati negli ospedali di Gaza. Il bilancio delle vittime nella Striscia ha raggiunto quota 56.259, dall'inizio della guerra, altre 132.458 persone ferite.
Una strage infinita contro cui continuano a scagliarsi compagnə e solidali da tutto il mondo. In questo quadro di solidarietà internazionale con il popolo palestinese, oggi sulle nostre frequenze:
Modena: presidio contro l’economia di guerra e la repressione del dissenso, in programma venerdì 27 giugno, alle 19:00, in Piazza Grande. La presentazione con Sara dei Giovani Palestinesi d’Italia.
Bagnolo Mella: Tenda di solidarietà per la Palestina il 28 e 29 giugno. Presenta l’iniziativa Andrea, presidente della sezione ANPI di Bagnolo Mella.
VENEZIA - Alzano i giri del motore le proteste a Venezia contro il matrimonio del miliardario e fondatore di Amazon, Bezos.
Confermato per sabato pomeriggio il corteo lanciato, alle 17, dalla coalizione No Space For Bezos. Oggi, invece, una ventina di persone di Extinction Rebellion (XR) hanno mostrato cartelli davanti alla Basilica di San Marco con disegnate banconote e contro il miliardario Usa, le sue complicità con il sistema armiero e per la Palestina Libera. Due persone vestite da sposi si sono poste su un piedistallo. Altri due hanno cercato di arrampicarsi sui portabandiera. Fermati con foga dalle forze dell'ordine e portati al posto di polizia della piazza per essere identificati, hanno opposto resistenza passiva sdraiandosi a terra. Di seguito, un passaggio della testimonianza di un’attivista di XR.
NEW YORK - “Abbiamo fatto la storia”. Queste le prime parole di Zohran Mamdani, dichiaratamente socialista di 33 anni, che conquista la nomination dem a sindaco di New York battendo a sorpresa l’ex governatore, il centrista Andrew Cuomo, che ha ammesso la sconfitta nonostante per i risultati ufficiali serviranno giorni (per ora Mamdani sarebbe al 43%). Sostenuto esplicitamente dalla sinistra del partito, Mamdani ha travolto Cuomo, che non ha comunque chiuso ad un possibile tentativo di extremis, quello di candidarsi a sindaco come indipendente, così da approdare direttamente al voto generale di novembre.
Come spiega il quotidiano Il Manifesto, Mamdani è “nato in Uganda da genitori di origini indiane, musulmano, socialista, pro Lgbtq, pro diritti dei palestinesi e pesantemente critico verso Netanyahu: con questo tipo di profilo, se fosse per Trump, Mamdani non dovrebbe nemmeno essere negli Stati uniti, figuriamoci diventare primo cittadino della metropoli simbolo del paese. Eppure proprio con questo profilo, parlando di autobus gratuiti, affitti congelati, aumenti delle tasse per i ricchi e di costo dell’assistenza all’infanzia portato a zero e usando apertamente il termine «genocidio» per Gaza, Mamdani ha battuto un’istituzione come Cuomo”.
L’intervista su Radio Onda d’Urto all’americanista, giornalista e nostro collaboratore, Martino Mazzonis. Di seguito un passaggio della sua analisi
A chiudere, l’appuntamento con Storia di Classe:
Pochi minuti, ogni giorno, per ripercorrere la storia (la “nostra” storia). Un evento storico, una mobilitazione politica, una rivolta, una lotta, tornando indietro nel tempo per conoscere la storia dei movimenti operai, di classe e rivoluzionari.
26 Giugno 1977 - Dieci detenuti evadono dal carcere di Asti
È tempo di 730 e dichiarazione dei redditi!
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