Il sindaco di Taranto si dimette, al centro la perenne crisi dell'ex Ilva
Protesta in Comune di comitati e ambientalisti | Gaza: 60mila morti tra bombe israeliane e carestia deliberata | I dazi e il "dominio politico militare statunitense sull'Europa"
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TARANTO - Non è durata due mesi la carica da sindaco di Taranto per Piero Bitetti, eletto a giugno con una coalizione di centrosinistra.
Si è dimesso nella serata di ieri, lunedì 28 giugno, dopo un mese di tensione attorno al destino dell’ex Ilva e dopo essere stato contestato in serata da cittadini e associazioni presenti al Palazzo di città.
La protesta è avvenuta durante un incontro che si svolgeva in vista della riunione del Consiglio comunale del 30 luglio e del vertice del giorno dopo al Mimit, ministero delle Imprese e del Made in Italy. Nella lettera di dimissioni il sindaco denuncia una condizione di 'inagibilità politica'. Ora il sindaco a 20 giorni per ritirare le dimissioni.
Le ragioni delle dimissioni le spiega, ai microfoni di Radio Onda d’Urto, l’assessora all’Ambiente Fulvia Gravame - Ascolta
L’incontro con le realtà ambientaliste del territorio era incentrato sull’accordo per la decarbonizzazione dell’ex polo siderurgico proposto dal governo.
Le ragioni della protesta al Palazzo comunale le spiega Simona del Comitato Liberi e pensanti di Taranto presente ieri sera - Ascolta
Dei cinque altoforni di cui è dotato l’impianto delle acciaieri di Taranto attualmente solo uno è in funzione. Gli altri sono fermi per manutenzione mentre uno è stato messo sotto sequestro dalla magistratura dopo un grave incidente avvenuto il 7 maggio scorso.
Degli 8.000 dipendenti diretti dello stabilimento, attualmente 3.500 sono in cassa integrazione. Problematica anche la situazione finanziaria: il gruppo perde oltre 40 milioni al mese.
L’intervista a Rosy Battaglia, giornalista e autrice di “Taranto chiama” che da anni segue le vicende dell’ex-Ilva e che ha ricordato le decennali battaglie di comitati e cittadini - Ascolta
L’ex Ilva è di proprietà di Acciaierie d’Italia, società controllata dallo Stato: da tempo è intavolata al ministero una trattativa per vendere lo stabilimento a Baku Steel, società dell’Azerbaijan.
Il governo ha di recente staccato un assegno di 200 milioni (l’ennesimo) promettendo la cosidetta decarbonizzazione, cioè il passaggio dagli altoforni tradizionali ai forni elettrici alimentati a gas. Questo cambio, però, richiede un tempo di 12 anni e la collocazione nel porto di Taranto di una nave rigassificatrice per alimentare i forni.
Ai microfoni di Radio Onda d’Urto, le valutazioni di Francesco Rizzo, operaio ex-Ilva e membro dell’esecutivo nazionale Usb - Ascolta
Qui l’articolo completo e le interviste.
PALESTINA - Genocidio a Gaza. Il ministero della Salute della Striscia ha aggiornato il numero dei civili sterminati da Israele: sono 60.000 i palestinesi uccisi dall’inizio dell’invasione, a cui si aggiungono le oltre 60 persone ammazzate dall’alba di questa mattina in tutta Gaza per mano di Israele, nonostante le propagandate “pause” nei bombardamenti che Tel Aviv aveva annunciato nei giorni scorsi per – dice – consegnare aiuti essenziali.
Aiuti essenziali che non arrivano, con il popolo palestinese allo stremo e alle prese con una spaventosa carestia: la Classificazione integrata della sicurezza alimentare (l’IPC), un sistema globale di monitoraggio della fame, ha avvertito che lo “scenario peggiore della carestia” si sta compiendo ora a Gaza, poiché Israele continua a limitare severamente gli aiuti che entrano nel territorio.
Ai microfoni di Radio Onda d’Urto Silvana Arbia, giurista, ex procuratrice della Tribunale internazionale dell’Onu per il genocidio in Rwanda ed ex cancelliera della Corte penale internazionale - Qui l’intervista.
Secondo fonti diplomatiche, intanto, la Gran Bretagna riconoscerà a settembre lo Stato di Palestina e la Francia procederà ''nei prossimi giorni'' al lancio per via aerea di aiuti umanitari sulla Striscia, così come fatto in queste ore da aerei provenienti dagli Emirati Arabi Uniti, dalla Giordania e, per la prima volta, dall'Egitto che però non colmano nemmeno in parte la fame di massa in corso a Gaza.
Sempre dalla Francia arriva la notizia che ieri a Masafer Yatta, nella Cisgiordania occupata, dove la popolazione palestinese da anni resiste allo sfollamento forzato, un colono israeliano ha sparato al petto a un'attivista palestinese di 31 anni Awdah Hathaleen, uccidendolo. Lo ha denunciato uno dei registi del documentario No Other Land, dedicato proprio alla lotta dei residenti palestinesi locali contro l'occupazione. L'assassino è Yinon Levi, colono israeliano già sanzionato dall’Ue e dagli Stati Uniti.
Il commento di Nicola Zambelli, regista del film Sarura, registrato tra le altre nella regione del Masafer Yatta:
"Se non ci fossero state le banche a dare sostegno all'economia israeliana in crisi, Israele non avrebbe avuto i mezzi per fare quello che ha fatto, passando dall'economia di occupazione all'economia di genocidio, il cui valore è stimabile: dall'ottobre del 2023 fino al marzo del 2025, il valore della borsa di Tel Aviv si è triplicato, hanno accumulato 200 miliardi di dollari, mentre l'economia degli israeliani è colata a picco".
Sono le parole di Francesca Albanese, relatrice speciale dell'Onu sui diritti umani in Palestina, stamani alla Camera per la presentazione del rapporto in cui elenca le imprese e le società che collaborano con Israele. Tra queste l’Italia, come denunciato dalla stessa Albanese che sottolinea come il Governo italiano
“è in violazione, in grave violazione del diritto internazionale, perché non solo non ha adempiuto agli obblighi di prevenzione del genocidio, ma ha anche continuato a trasferire armi, a fornire servizi per operazioni militari e soprattutto a dare supporto politico”
DAZI - Dalla guerra per mano di Israele a quella economica, con la corsa agli scambi commerciali prima dell’inizio dei dazi tra Usa e Unione Europea, stabiliti al 15% da un accordo tra Von der Leyen e Trump, e che piega di fatto l’economia Europa agli interessi statunitensi.
Il Fondo monetario internazionale ha alzato le stime di crescita globali, grazie agli scambi commerciali più intensi delle attese per anticipare i dazi che verranno, e a causa delle tariffe più basse di quanto annunciato ad aprile. Ma il quadro, sottolinea l'Fmi, resta fortemente incerto e i rischi orientati al ribasso.
E’ stata una sottomissione dell’Europa agli Usa? Come avrebbe potuto rispondere l’Unione Europea alla minaccia di Trump di applicare dazi al 30% per le merci dirette negli Stati Uniti? Che ricadute avrà l’accordo sull’occupazione in Italia? L’analisi dell’economista Francesco Schettino, docente di Economia politica all’Università della Campania “Luigi Vanvitelli”.
Oggi, sulle nostre frequenze, trovi anche
A chiudere, l’appuntamento con Storia di Classe:
Pochi minuti, ogni giorno, per ripercorrere la storia (la “nostra” storia). Un evento storico, una mobilitazione politica, una rivolta, una lotta, tornando indietro nel tempo per conoscere la storia dei movimenti operai, di classe e rivoluzionari.
29 Luglio 1900 - Gaetano Bresci uccide il Re Umberto I:
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