In 50mila per "Giù le mani dalla città" a Milano | Francia: crisi di governo e mobilitazioni sociali
Centinaia di arresti a Londra alla manifestazione per Gaza, dove prosegue il genocidio | La testimonianza di un'attivista contro il presidente indonesiano da Jakarta
Buonasera,
Qui è FuoriOnda, la newsletter quotidiana nei giorni feriali di Radio Onda d’Urto.
A cura della redazione informativa, viene pubblicata non appena chiudiamo la porta della Radio alle 20: come tutte le email, tu la puoi leggere quando vuoi! Questa settimana sono ripartite le trasmissioni di Dissonanze, la fascia culturale di Radio Onda d’Urto. E tutto il palinsesto è disponibile qua.
Qui tutti i modi in cui potete ascoltare Radio Onda d’Urto in diretta!
Altri link utili:
MILANO - Sabato è stata una lunga e densa giornata di mobilitazione nazionale a Milano, con più iniziative di lotta per rilanciare la lotta per gli spazi sociali, l’agibilità politica, il diritto alla città, a una vita degna. Decine di migliaia di persone “hanno detto no allo sgombero del Leoncavallo e di tutti gli spazi sociali d’Italia. Vogliamo una città diversa e oggi abbiamo iniziato a riprendercela!” hanno dichiarato gli organizzatori.
Qui l’articolo della lunga giornata di diretta sulle nostre frequenze con collegamenti, interviste, fotografie e cronaca.
Qua le prime valutazioni raccolte nella giornata di oggi, come quella con i nostri collaboratori Andrea e Franz.
FRANCIA - La Francia attraversa una nuova crisi di governo. Mentre scriviamo questa newsletter, lo scenario più probabile è che il primo ministro francese François Bayrou non ottenga il voto di fiducia dell'Assemblea nazionale questa sera, e che domani presenti le sue dimissioni al presidente Emmanuel Macron.
Il voto di fiducia è un passaggio necessario dal punto di vista politico dopo che Bayrou ha annunciato riforme lacrime e sangue, segnate da tagli alla spesa sociale, che l’esecutivo vorrebbe sacrificare sull’altare del pareggio di bilancio e del risanamento dei conti pubblici.
Soprattutto, i tagli annunciati stanno già incontrando l’opposizione sociale di un pezzo consistente della Francia, deciso ad opporsi alla manovra lacrime e sangue e alla presidenza Macron. Mercoledì 10 settembre è prevista una giornata di mobilitazione in tutto il paese, con modalità che ricordano quelle dei Gilet jaunes. “Blocchiamo tutto” è, infatti, lo slogan delle manifestazioni indette contro i tagli al bilancio sociale e in opposizione a tutto l’apparato transalpino di potere, impegnato a cercare soldi per nuove spese belliche. Nei servizi di oggi da Parigi Cesare Piccolo, giornalista e nostro corrispondente dalla Francia, intervistato nella mattina di lunedì, e Andrea Di Gesu, compagno attivo nei movimenti francesi da diversi anni e docente di filosofia politica in un liceo e alla Università Sciences Po.
LONDRA - Quasi 900 persone sono state arrestate sabato 6 settembre a Londra, in occasione della manifestazione per la Palestina che si tiene ogni weekend – ormai da quasi 2 anni – davanti al Parlamento inglese.
Gli arresti di massa di questo sabato si aggiungono ai centinaia già avvenuti nei mesi scorsi, da quando le autorità britanniche hanno messo al bando l’organizzazione Palestine Action. Il governo britannico infatti, lo scorso 5 luglio, ha classificato il Palestine Action come gruppo terroristico ai sensi del Terrorism Act.
Da allora, la polizia britannica ha arrestato almeno 1.600 persone per aver portato il proprio sostegno al gruppo Palestine Action, molti dei quali a seguito di sit-in in Parliament Square, come quello dello scorso sabato.
Nel frattempo, dall’alba sono almeno 40 persone le persone uccise: almeno 25 persone nel nord di Gaza, 14 nel sud e una vittima è stata segnalata nel centro della martoriata striscia.
Distrutto anche un altro grattacielo a Gaza City, portando il numero di edifici rasi al suolo durante la campagna di Tel Aviv per sequestrare il più grande centro urbano della Striscia di Gaza ad almeno 50. Zona che Israele vuole occupare via terra, deportando nel contempo 1 milione di persone verso una non meglio definita – perchè inesistente – “zona umanitaria a sud”.
C’è poi la flebile speranza che i negoziati possano riprendere: Hamas ha dichiarato di essere pronto a tornare al tavolo delle trattative ‘immediatamente’ dopo la proposta avanzata da Trump che prevedere l’immediato rilascio di tutti i prigionieri israeliani ancora in vita a Gaza in cambio di 3.000 prigionieri palestinesi detenuti, quasi sempre senza accusa nè processo nelle carceri israeliane e di un cessate il fuoco a Gaza, Israele resta in silenzio su questa proposta.
Nel frattempo, a Gerusalemme Est occupata, sei persone sono state uccise e undici ferite in una sparatoria. I funzionari israeliani attribuiscono l’attacco a due palestinesi provenienti dalla Cisgiordania occupata. I due, originari dei villaggi di Kubiba e Katna, ora circordati dall’esercito occupante, sono stati uccisi sul posto da un soldato. In risposta, Netanyahu sfrutta l’occasione per annunciare l’ennesima rappresaglia indiscriminata nella Cisgiordania occupata.
…e ancora sulle frequenze di Radio Onda d’Urto…
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Le mobilitazioni in Indonesia contro le politiche e la repressione del presidente Prabowo Subianto. La testimonianza di Rora, attivista indonesiana, tradotta dalla nostra redazione
Notav: concluso il campeggio studentesco a Venaus. Le valutazioni di Nicola del KSA, Kollettivo Studentesco Autonomo di Torino
A chiudere, l’appuntamento con Storia di Classe:
Pochi minuti, ogni giorno, per ripercorrere la storia (la “nostra” storia). Un evento storico, una mobilitazione politica, una rivolta, una lotta, tornando indietro nel tempo per conoscere la storia dei movimenti operai, di classe e rivoluzionari.