Israele assalta la Madleen, nave ed equipaggio sotto sequestro
Referendum: niente quorum, alle urne il 30% I Usa: scontri di massa in California contro le retate antimigranti I Spionaggio Paragon: l'azienda israeliana "scarica" il Copasir
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PALESTINA - 108 i corpi recuperati oggi nella Striscia di Gaza per il genocidio impunito israeliano. 8 di queste vittime erano persone in cerca di qualche cosa da mangiare, per non morire di fame, a Rafah, vicino a uno dei Centri militarizzati di cosiddetta distribuzione aiuti, le trappole volute da Israele e dagli Usa per spingere la popolazione all’autodeportazione a sud della Striscia. I Centri, anche oggi, sono chiusi, senza fornire alcun cibo o sostegno, mentre Israele bombarda e uccide; raid da Khan Younis a Nuseirat, da Gaza City a Jabalia.
Nelle acque internazionali non distanti da Gaza, intanto, la nave, Madleen, che trasportava aiuti umanitari a Gaza per rompere il blocco degli occupanti israeliani dentro il percorso della Freedom Flotilla Coalition, è stata abbordata dall’esercito occupante israeliano alle 3:02 di notte, in piene acque internazionali.
La nave è stata di fatto assaltata, seppur - stavolta - senza spari: il suo equipaggio civile – disarmato – di 12 persone rapito e condotto in Israele; il suo carico umanitario, tra cui latte in polvere, cibo e forniture mediche, confiscato.
Poco prima del rapimento, avvenuto in acque internazionali, sono state disattivate le comunicazioni dall’imbarcazione umanitaria. Dai droni israeliani è stata poi irrorata sulla Madleen una sostanza liquida bianca e irritante a occhi e pelle; subito dopo una nave israeliana, con lo scafo, ha urtato e abbordato la Madleen, trainata poi ad Ahsdod.
In una nota la Freedom Flotilla Coalition, oltre a denunciare ancora una volta il silenzio complice della cosiddetta comunità internazionale, “esige:
• La fine dell’assedio illegale e mortale di Gaza.
• Il rilascio immediato di tutti i volontari rapiti.
• La consegna immediata di aiuti umanitari direttamente ai palestinesi, indipendentemente dal controllo della potenza occupante.
• Piena responsabilità per gli attacchi militari a Madleen e Conscience.
I governi di tutto il mondo devono adempiere ai loro obblighi di diritto internazionale e smettere di consentire i crimini di Israele. Siamo imperterriti. Ripartiremo. Non ci fermeremo finché l’assedio non finirà e la Palestina non sarà libera”.
Con la Madleen, e contro ogni collaborazione con l’occupante genocida, oltre che contro l’occupazione e per una Palestina libera, decine i presidi oggi in Italia (ma non solo). Tra le molte città mobilitate anche Brescia, in piazza Rovetta, con un presidio partecipato da circa 150 persone. Qui la corrispondenza.
Sempre a Brescia, sabato 14 giugno corteo provinciale per la Palestina: concentramento alle ore 18 alla fermata metro di San Faustino.
Dalla Madleen alla Global March To Gaza. Oggi da diversi Paesi della sponda sud del Mediterraneo, come Algeria e Tunisia, sono partite le prime delegazioni della Global March To Gaza. 54 le marce, da altrettanti Paesi del mondo, che puntano ad arrivare al Al-Arish, penisola egiziana del Sinai, e da lì muoversi a piedi tre giorni fino al lato egiziano del valico di Rafah. Tra loro anche 200 persone dall’Italia, in partenza in queste ore verso Il Cairo. “È già attivo un team legale in Italia e in altri Paesi pronto a intervenire e dare assistenza se dovesse essere necessario per i partecipanti, stimati in totale tra i 5-10mila” dice a Radio Onda d’Urto la portavoce della delegazione italiana Antonietta Chiodo. Ascolta l’intervista qui.
REFERENDUM - Niente quorum: alla fine l’affluenza per i 5 quesiti referendari tra lavoro e cittadinanza si è attestata attorno al 30,6%, tra i 14 e 15 milioni di votanti.
Analizzando l’affluenza Regione per Regione, in testa la Toscana con il 39%, seguita da Emilia Romagna, Liguria e Piemonte, tutte sopra il 35%. Fanalino di coda, invece, il Trentino - Alto Adige, al 22,7% (trainato in basso dall’Alto Adige, solo il 15% alle urne, la metà di Trento e provincia); poi Calabria (24%) e Sicilia, con il 23%.
Per quanto riguarda Brescia, il dato provinciale è del 26,6% (maglia nera Collio, Alta Valle Trompia, sotto l’11%). Una cifra, in media, inferiore alla Lombardia, al 30,6%, in linea con il dato nazionale. A Brescia città invece l’affluenza è stata del 34,4%, superiore di 8% alla media provinciale e di 4% al dato nazionale
A livello nazionale, secondo le prime analisi, si è votato di più nelle grandi città, nel Nord - Ovest e al Centro; più donne che uomini alle urne (lo scarto è del 7%), in controtendenza rispetto all’ultimo voto nazionale, quello delle Europee 2024.
Tanti i commenti raccolti, a urne chiuse, da Radio Onda d’Urto:
Federico Chicchi, sociologo e docente all’Università di Bologna di Sociologia delle trasformazioni economiche e del lavoro.
Elia Zaru, compagno della nostra redazione ed assegnista di ricerca in Storia delle dottrine politiche all’Università di Bologna.
Sull’astensione al sud Italia, in particolare Calabria e Sicilia, da Cosenza il giornalista e collaboratore de “Il Manifesto” Claudio Dionesalvi.
Francesca Hadijia Sanné, attivista bresciana di “AfroBrix - Collettivo Uno” e della “Rete la città per la cittadinanza”.
Hodo Chegisi, attivista della campagna “Dalla parte giusta della storia” e della Rete per la riforma della cittadinanza.
Valeria Carlini portavoce Consiglio italiano per i rifugiati.
Per ascoltare i commenti sul referendum, basta cliccare qui.
AMMINISTRATIVE - Urne chiuse anche per i ballottaggi delle Amministrative in 13 Comuni sopra i 15mila abitanti. Nei due capoluoghi, a Taranto centrosinistra avanti, mentre a Matera il centrodestra. Primo turno invece in Sardegna: l’unica città capoluogo è Nuoro, dove lo scrutinio è ancora alle primissime battute.
FUCK ICE! - L’Amministrazione Trump intensifica negli Usa la guerra ai migranti, inviando la Guardia Nazionale a Los Angeles per sedare le proteste contro le retate deportative. Con l’intervento di 2.000 soldati e la minaccia di dispiegare altri 500 marines, il clima di repressione cresce, ma non spezza la resistenza, popolare e di massa, nonostante lacrimogeni, proiettili di gomma, manganelli e decine di arresti: 30 a Los Angeles, con l’ordine diretto di arrestare chiunque si copra il volto o indossi mascherine; altri 60 a San Francisco, altra città californiana.
La rabbia popolare però si placa, tanto che diversi veicoli della polizia e dell’agenzia Ice (Immigration and customs enforcement) sono stati dati alle fiamme in tutta la California, uno degli Stati più progressisti e antitrumpiani, dove la comunità migrante è particolarmente forte, con milioni di cittadini originari di Messico e altri Paesi del Centro e Sud America: se negli States, in generale, le persone di recente migrazione sono il 14%, in California il dato quasi raddoppia, arrivando al 27%.
Per questo lo scontro, nel Golden State, è anche tra poterei: per la sindaca di Los Angeles, Karen Bass, “non c’è bisogno di truppe federali. L’intervento della Guardia nazionale ha creato un caos intenzionale. Sembra che le truppe siano state schierate in modo provocatorio e non vedo come questo possa essere utile a Los Angeles. Prima della decisione del presidente Trump, avevo assicurato alle autorità federali che la situazione era sotto controllo”. Il governatore Gavin Newsom ha invece accusato la Casa Bianca di “attuare pratiche da dittatura”; una denuncia che ha suscitato la reazione del governo Trump, che ora minaccia addirittura di…arrestare Newsom.
CHI SPIA CHI? - Paragon Solution, l’azienda israeliana coinvolta nell’affaire della sorveglianza ai danni di attivisti e giornalisti in Italia, ha annunciato di aver interrotto “tutti i suoi contratti” con il governo italiano. La decisione arriva dopo il rifiuto delle autorità italiane di collaborare con l’azienda per identificare chi abbia usato il software di spionaggio Graphite contro giornalisti e attivisti.
In un comunicato stampa, Paragon Solution ha smentito la versione riportata dal Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica), secondo cui sarebbe stato il Governo italiano avrebbe sospeso i contratti con l’azienda israeliana in seguito allo scandalo. Secondo Paragon, invece, è stata l’azienda “a rescindere i contratti dopo il rifiuto (di Roma) di collaborare per identificare i responsabili dello spionaggio su giornalisti” come Francesco Cancellato, direttore di Fanpage.it, e attivisti come Luca Casarini e altri, tutti di Mediterranea Saving Humans.
L’azienda israeliana ha ribadito di “essere disposta a collaborare con le autorità italiane per far luce sull’accaduto”, ma il governo italiano ha…declinato l’offerta
A chiudere, l’appuntamento con Storia di Classe:
Pochi minuti, ogni giorno, per ripercorrere la storia (la “nostra” storia). Un evento storico, una mobilitazione politica, una rivolta, una lotta, tornando indietro nel tempo per conoscere la storia dei movimenti operai, di classe e rivoluzionari.
9 Giugno 1937: L'assassinio Fascista dei Fratelli Rosselli in Francia.