Israele colpisce la Chiesa della Sacra Famiglia a Gaza
In Siria le milizie filo-governative si ritirano da Sweida | Sala indagato per la gestione predatoria dell'urbanistica a Milano | Brescia, presidio per Luigi Borrelli: "Non lavoriamo per la guerra!"
Buonasera,
Qui è FuoriOnda, newsletter quotidiana nei giorni feriali di Radio Onda d’Urto.
A cura della redazione informativa, viene pubblicata non appena chiudiamo la porta della Radio alle 20: come tutte le email, tu la puoi leggere quando vuoi!
Qui tutti i modi in cui potete ascoltare Radio Onda d’Urto in diretta!
PALESTINA - Genocidio per mano israeliana senza fine in Palestina. Sono decine anche oggi i palestinesi uccisi, e diversi feriti, negli attacchi aerei israeliani su diverse aree della Striscia. Nei raid di stamattina è stata colpita anche la chiesa della Sacra Famiglia di Gaza. Qui il bilancio è salito a tre vittime e una decina di feriti, alcuni dei quali in gravi condizioni. Tra i feriti lievi c’è anche padre Gabriel Romanelli, il parroco. Dall'inizio dell’aggressione israeliana anche la comunità cristiana di Gaza si è dimezzata, passando da mille persone a cinquecento: circa 300 sono riuscite a uscire dalla Striscia quando era ancora aperto il valico di Rafah, 54 sono morte, 16 sono state uccise dai bombardamenti israeliani.
I raid di oggi sulla chiesa svegliano dal torpore il governo italiano, almeno a chiacchiere. La premier Meloni ha definito “inaccettabili gli attacchi contro la popolazione civile”. “Nessuna azione militare – ha detto - può giustificare un tale atteggiamento”. Prende parola anche il ministro degli Esteri Tajani, che ha definito il raid un “atto grave contro un luogo di culto cristiano”. Il numero uno della Farnesina ha aggiunto che “gli attacchi dell'esercito israeliano contro la popolazione civile a Gaza non sono più ammissibili”.
Al di là delle parole, i crimini di guerra delle forze di occupazione israeliane proseguono indisturbati da quasi due anni in mondovisione. Stamattina hanno sterminato un’intera famiglia con cinque figli a Jabalia, nel nord. Un altro bombardamento ha preso di mira un gruppo di cittadini riuniti vicino a un frantoio nel campo profughi di Nuseirat. Colpite anche le tende degli sfollati ad al-Bureij. Nel tardo pomeriggio, invece, l’Idf ha ordinato alla popolazione di evacuare “immediatamente” al-Mawasi, a nord. Sulle nostre frequenze è intervenuta per fare il punto della situazione in Palestina Eliana Riva, caporedattrice di Pagine Esteri. Di seguito un estratto del suo intervento:
Sul piano internazionale il presidente della Colombia, Gustavo Petro, durante la Conferenza internazionale su Gaza che si è conclusa oggi a Bogotà, ha dichiarato che il suo Paese non sarà più l'unico partner sudamericano della Nato. "Dall’Alleanza atlantica dobbiamo uscire, non c'è altra strada", ha dichiarato, aggiungendo che "la relazione con l'Europa non può più passare attraverso governi che tradiscono il loro popolo e stanno aiutando a lanciare bombe sui bambini”. Proprio in Europa, in Belgio, il Tribunale di Bruxelles ha ordinato al governo regionale fiammingo di bloccare il transito di equipaggiamento militare verso Israele. Infine il governo della Slovenia ha annunciato oggi che vieterà l'ingresso nel Paese dei ministri-coloni fascisti israeliani Ben Gvir e Smotrich, dichiarati "persone non grate" per - dice Lubiana - la "violenza estrema e le gravi violazioni dei diritti umani dei palestinesi" e "le loro dichiarazioni genocide". Sulla decisione del governo sloveno abbiamo chiesto un commento a Massimo Moratti, corrispondente di Osservatorio Balcani-Caucaso-Transeuropa. Ecco il servizio andato in onda nel gr della sera:
Per quanto riguarda la solidarietà internazionale con il popolo palestinese, oggi abbiamo parlato anche del presidio solidale che prosegue da oltre un mese in piazza Duomo a Milano
SIRIA - L’esercito siriano si ritira da Sweida. L’autoproclamato presidente al-Sharaa lascia ad alcune fazioni locali della comunità drusa il mantenimento della sicurezza nella città meridionale. In tre giorni di scontri settari il bilancio è di almeno 347 morti. Lo stato di Israele ha approfittato delle violenze intestine per bombardare di nuovo il Paese con il pretesto di “proteggere la minoranza drusa”. Ieri l’Idf ha lanciato bombe e missili a due passi da diversi palazzi governativi nel cuore della capitale Damasco. Raid israeliani anche sulla stessa Sweida e sulla città di Dara’a.
Dopo aver ritirato le milizie governative, al-Sharaa ha ringraziato la mediazione Usa, turca e araba. Il presidente post-jihadista siriano ha detto di aver agito per salvaguardare l’integrità e la stabilità della Siria, che Tel Aviv vuole invece minare. Nel pomeriggio di oggi al-Sharaa ha sentito il presidente turco Erdogan, che ha ribadito l’appoggio al nuovo governo di transizione siriano e ha accolto con favore il cessate il fuoco raggiunto con le fazioni druse. Netanyahu, invece, ha dichiarato che Israele è pronto ad altri interventi militari in Siria se necessario per far rispettare due punti: "smilitarizzare l'area a sud di Damasco, dalle alture del Golan ai monti drusi, e proteggere i fratelli dei nostri fratelli drusi", specifica il premier israeliano. Noi oggi ci siamo collegati con Damasco, dove si trova il cooperante e giornalista indipendente Marco Magnano. Anche in questo caso vi lasciamo un passaggio del suo contributo:
MILANO - Anche il sindaco di Milano Giuseppe Sala è indagato nell'inchiesta sulla gestione urbanistica del capoluogo lombardo. Sono oltre settanta gli indagati nella maxi inchiesta della Procura sulla gestione predatoria dell'urbanistica a Milano. Le accuse vanno dalla corruzione al falso, dall'abuso edilizio alla lottizzazione abusiva, fino all'induzione indebita. Lega e Fdi chiedono le dimissioni di Sala, il quale ha annunciato che parlerà in Consiglio comunale lunedì. L’Assessore alla Rigenerazione urbana Tancredi ha comunicato al primo cittadino la propria disponibilità a rassegnare le dimissioni. Noi abbiamo raccolto i commenti di Duccio Facchini, direttore di Altreconomia, e Lucia Tozzi, giornalista e studiosa di politiche urbanistiche.
LAVORO - “Io sto con Luigi – noi non lavoriamo per la guerra”: con queste parole d’ordine duecento lavoratori e solidali hanno manifestato oggi pomeriggio davanti alla Prefettura di Brescia insieme al sindacato di base Usb. L’obiettivo era esprimere solidarietà a Luigi Borrelli, aeroportuale di Montichiari che ha denunciato il traffico di armamenti e munizioni presso lo scalo bresciano e per questo rischia il posto di lavoro. Redattori e redattrici di Radio Onda d’Urto erano presenti al presidio e hanno raccolto diverse voci.
Oggi, sulle frequenze di Radio Onda d’Urto anche:
Ravenna: la mobilitazione non ferma il Comune. Abbattuti gli alberi del “Lido di Savio”
Argentina: dilaga la criminalizzazione di attivisti e attiviste. “Libertà per Alesia Abaigar”
A chiudere, l’appuntamento con Storia di Classe:
Pochi minuti, ogni giorno, per ripercorrere la storia (la “nostra” storia). Un evento storico, una mobilitazione politica, una rivolta, una lotta, tornando indietro nel tempo per conoscere la storia dei movimenti operai, di classe e rivoluzionari.
17 Luglio 1918 - La fine fella dinastia Romanov
E’ tempo di 730 e dichiarazione dei redditi!
Vi ricordiamo in chiusura di newsletter la possibilità di devolvere il 5x1000 a Radio Onda d’Urto, per un altro anno di informazione senza pubblicità, padrini e padroni. L’obiettivo è lo stesso che anima la Radio fin dalla fondazione, 40 anni fa: conoscere il mondo per trasformarlo! Clicca qui per maggiori informazioni
Si avvicina la XXXIII Festa di Radio Onda d’Urto, dal 6 al 23 agosto 2025 in via Serenissima a Brescia: sul sito www.festaradio.org, tutte le informazioni sui cinquantina di concerti previsti sul palco principale, i dibattiti, le presentazioni di libri, l’enogastronomia popolare, lo spazio per bambine-i Siamo Gatti e tanto altro ancora!