Israele ferma (e poi rilascia) Luisa Morgantini di AssoPace Palestina
La Cedu condanna l'Italia per l'inquinamento nella Terra dei Fuochi | Il tessuto industriale italiano è in crisi | La Germania, la mozione anti-migranti e i voti dei neonazisti
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PALESTINA: Fermata in Palestina dalle truppe occupanti israeliane Luisa Morgantini, compagna italiana, già vicepresidente del Parlamento Europeo e oggi a capo di AssoPace Palestina, ospite decine di volte di Radio Onda d’Urto per parlare di Palestina.
La Morgantini, 84 anni, stava accompagnando un giornalista italiano del Sole 24 Ore a raccogliere materiale per un reportage sulle colonie israeliane non distante da Hebron. Nei pressi di Kiriat Arba, una delle colonie più estremiste, i due sono stati fermati – assieme alle guide palestinesi – pare con l’accusa di avere “violato una zona militare” e portati così via. Della vicenda è stato informato il console italiano a Gerusalemme.
Nel tardo pomeriggio è quindi avvenuto il rilascio di Luisa Morgantini dalla stazione di polizia della stessa colonia; a dirlo l’Ambasciata d’Italia a Tel Aviv e il Consolato a Gerusalemme. Liberati anche il giornalista Roberto Bongiorni (Sole 24 Ore), un’attivista olandese e uno neozelandese, mentre resta nelle mani degli occupanti israeliani Sami Hureini, attivista palestinese di Youth of Sumud.
Qui, il racconto e l’aggiornamento serale che Meri Calvelli, storica cooperante italiana in Palestina, ha rilasciato ai nostri microfoni. Di seguito un estratto incentrato sulla liberazione della Morgantini.
Il fermo e il successivo rilascio di Morgantini arriva nella giornata che sancisce l’interruzione ufficiale di ogni contatto di Israele con l’Unrwa, l’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi, e con chiunque vi collabori.
“L’Unrwa è come Hamas. È pieno di militanti del movimento islamico”, dichiarano da Tel Aviv, come sempre senza fornire alcuna prova.
Sono 270 i membri del personale Unrwa uccisi fino all’attuale fragile cessate il fuoco, oltre che ai più di 47.000 palestinesi ammazzati dal 7 ottobre ad oggi. Tuttavia, nonostante le sfide, il personale dell’agenzia a Gaza continua a operare, fornendo aiuti umanitari essenziali. Solo nei primi tre giorni del cessate il fuoco , l’Unrwa ha fornito cibo e coperte per un milione di persone. L’agenzia ONU è infatti responsabile di oltre la metà delle consegne all’interno della Striscia di Gaza e di oltre la metà degli aiuti in arrivo.
Secondo il portavoce dell’UNRWA, Jonathan Fowler, il mandato dell’organizzazione Onu è rimasto invariato per decenni e non cesserà tutte le operazioni. L’Unrwa continuerà le proprie attività, sebbene con molte limitazioni a causa della mancanza di coordinamento con lo stato occupante.
Qui il punto sulla situazione con Eliana Riva, giornalista e caporedattrice di Pagine Esteri, di cui potete ascoltare di seguito un estratto incentrato proprio sull’Unwra
Nel frattempo è in corso uno scambio di prigionieri straordinario nell’ambito dell’accordo sul cessate il fuoco nella Striscia: Hamas e la Jihad Ismalica hanno rilasciato 3 cittadini israeliani e cinque cittadini thailandesi.
In cambio Israele rilascia 110 detenuti politici palestinesi, di cui 33 condannati all’ergastolo, 47 ad altre pene detentive, 30 minorenni e alcune donne, tra questi ci sarebbe Zakaria Zubeidi, ex leader delle Brigate dei Martiri di Al-Aqsa a Jenin.
Le diplomazie lavorano intanto alla seconda fase operativa dell’accordo. La delegazione israeliana sarebbe giunta al Cairo. Fonti palestinesi interne ai negoziati insistono: nella seconda fase Israele libererà Ahmad Saadat e Marwan Barghouti, ma non potranno stare in Palestina.
Israele però, mentre rilascia alcuni prigionieri palestinesi nella Striscia, ne arresta altri in Westbank. Sotto assedio dell’esercito occupante Jenin, Tulkarem, Tubas e altre città. Il ministero della Salute dell’Anp fa sapere che un attacco di droni israeliani ha ucciso ieri almeno 10 persone a Tamun, nel distretto di Tubas, come racconta sempre Eliana Riva ai nostri microfoni.
Lo stesso Idf ha inoltre reso noto di aver effettuato quelli che definisce “arresti preventivi” in Cisgiordania per prevenire – questa è la versione israeliana – “disordini” durante il rilascio dei detenuti. Il riferimento è alle manifestazioni di gioia da parte dei palestinesi per la scarcerazione dei propri amici, familiari, compagni di lotta e resistenza.
Infine, su quello che sta accadendo da giorni attorno a Tuba, poche ore fa è arrivata la denuncia, via social, di Mohammed Hureini, fratello di Sami e anche lui attivista palestinese di Youth of Sumud. Di seguito uno stralcio della sua testimonianza, tradotta e doppiata dalla nostra redazione.
AMBIENTE: Le autorità italiane mettono a rischio la vita degli abitanti della Terra dei Fuochi, l’area della Campania da decenni avvelenata dall’interramento di rifiuti tossici. Lo ha stabilito la Corte europea dei diritti umani condannando lo stato italiano perché, pur riconoscendo la situazione, non ha preso le dovute misure.
La Corte ha infatti riconosciuto un rischio per la vita “sufficientemente grave, reale e accertabile”, che può essere qualificato come “imminente”. I giudici inoltre ritengono che “non ci siano prove sufficienti di una risposta sistematica, coordinata e completa da parte delle autorità nell’affrontare la situazione della Terra dei Fuochi”.
La Cedu ha quindi stabilito che l’Italia deve introdurre senza indugio misure generali in grado di affrontare in modo adeguato il fenomeno dell’inquinamento in questione, come racconta ai nostri microfoni Enzo Tosti, della rete Stop Biocidio Campania.
LAVORO: Lavoro e crisi del tessuto industriale, diffusi i dati sulla cassa integrazione.
Nel 2024 l’Inps ha autorizzato oltre 507 milioni di ore di cig alle aziende: un aumento del 20% sul 2023. Lo dicono i dati dell’Osservatorio dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale sulla cassa integrazione, secondo i quali a dicembre le ore autorizzate sono state 41,35 milioni con un calo dell’8,9% su novembre e un aumento del 41,9% su dicembre 2023.
Pesano lunga frenata della produzione industriale, rincaro dell’energia, tensioni geo-politiche. Assenti o quasi le misure anti-povertà e tutela del comparto produttivo, come spiega ai microfoni di Radio Onda d’Urto Samuele Lodi, della segreteria nazionale della Fiom-Cgil, con delega al settore automotive
Sempre in tema lavoro, oggi abbiamo approfondito anche la situazione della Stanadyne di Castenedolo, azienda a proprietà Usa che, a fine 2024, ha annunciato la liquidazione totale dello stabilimento nell’hinterland bresciano. Qui il resoconto di Barbara Basile della Fiom Brescia e, di seguito, un estratto del suo intervento.
GERMANIA: Con 348 voti a favore, 345 contrari e 10 astenuti è stata approvata in Germania la mozione anti-migranti voluta dal leader della Cdu e candidato cancelliere, Friedrich Merz. Un risultato ottenuto grazie ai voti dei partiti dell’opposizione, AFD inclusa.
L’approvazione della mozione – che restringe il diritto d’asilo e arriva a un mese dalle prossime elezioni – vede quindi liberali e cristiano-democratici accettare, per la prima volta, i voti dei neonazisti dell’AFD.
“Buongiorno Germania, benvenuta nel club!”, esulta da Budapest Orban, mentre l’ex cancelliera tedesca Angela Merkel critica la decisione di Merz di aprire ai voti di AFD per far passare le mozioni sull’inasprimento delle regole sui migranti, definendola ‘sbagliata’ e in contrasto con le rassicurazioni che, lo scorso novembre, lo stesso Mertz aveva dato al Bundestag dichiarando che avrebbe cercato “maggioranze solo con i partiti nel centro”. Intanto, a Berlino, centinaia di persone si stanno radunando davanti alla sede della Cdu per protestare contro questa approvazione.
Ma che significato politico ha questa apertura ai neonazisti? Quali scenari apre nella politica interna tedesca? E in quella europea? Abbiamo raccolto qui il commento e l’analisi di Andrea Muratori, giornalista di InsideOver. Di seguito un estratto della sua analisi
Oggi su Radio Onda d’Urto anche:
L’ondata di decreti di Trump, tra politiche di estrema destra e controversie
La presentazione di People’s Platform Europe (Vienna, 14-16 febbraio)
A chiudere, l’appuntamento con Storia di Classe:
Pochi minuti, ogni giorno, per ripercorrere la storia (la “nostra” storia) e i suoi anniversari. Un evento storico, una mobilitazione politica, una rivolta, una lotta, tornando indietro nel tempo per conoscere il mondo e poi… trasformarlo.
30 Gennaio 1972: Irlanda Del Nord, London Derry, La Domenica Di Sangue (Bloody Sunday)
Se hai letto fin qua…
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