La flotta italiana della Global Sumud Flotilla parte per Gaza, dove prosegue il massacro
In Francia continuano le mobilitazioni del movimento "Blocchiamo tutto" | L'Indonesia in bilico tra rabbia popolate e repressione poliziesca | Sabato 13 settembre, a Verona, Tumulto Pride
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PALESTINA - La missione della Global Sumud Flotilla entra nella fase operativa: salpare verso Gaza con il suo carico di aiuti umanitari e per denunciare il genocidio ai danni della popolazione palestinese. Dopo il primo gruppo di 22 barche partito dal porto di Sidi Bou Said, a 20 km da Tunisi, il Global Movement to Gaza si prepara alla partenza della flotta italiana, in programma oggi, giovedì 11 settembre dal porto di Siracusa. Diciotto le barche in procinto di partire a cui si aggiungeranno altre 6 in partenza dalla Grecias. La flotta sarà così al completo composta da 46 imbarcazioni.
“I due ordigni incendiari, lanciati da droni le scorse notti sulle barche ormeggiate al largo di Tunisi, la “Familia Madeira” e la “Alma”, non fermano la missione, ma rendono gli equipaggi ancora più determinati nel portarla avanti in sostegno della popolazione di Gaza. Nelle ultime ore i gazawi sono sottoposti a un’evacuazione forzata verso sud, costretti a spostarsi sotto il fuoco delle bombe israeliane. Facciamo appello al popolo, che da terra ci accompagnerà come un grande equipaggio virtuale, affinché tenga alta l’attenzione sulla missione, si attivi con le mobilitazioni e spinga il Governo a dare risposte concrete. L’attacco alle barche non può essere in alcun modo paragonato agli orrori a cui sono sottoposti quotidianamente i palestinesi e i due episodi non devono distogliere dall’obiettivo finale: forzare il blocco navale imposto da Israele, aprire un corridoio umanitario verso Gaza e fare pressione sui governi per fermare il genocidio in corso” così gli attivisti italiani in un comunicato diffuso poche ore prima della partenza.
Alle ore 14:00 di oggi, presso Marina di Ortigia, a Siracusa, si è svolto un presidio organizzato dal Comitato Siracusano per la Palestina per salutare la partenza delle barche e si terrà una conferenza stampa. Interverranno giornalisti e attivisti in partenza, tra cui: Maria Elena Delia, Portavoce GMTG e componente del comitato direttivo Global Sumud Flotilla; Simone Zambrin, Freedom Flotilla; Stefano Rebora, Music For Peace; Abderrahmane Amajou, Action Aid Italia; Annalisa Corrado, Europarlamentare, PD; Marco Croatti, Parlamentare, M5S; Benedetta Scuderi, Europarlamentare, AVS; Equipaggio in partenza; Comitato Siracusano per La Palestina; Catanesi solidali con il popolo palestinese; Altre forze sociali e partitiche locali a sostegno della Global Sumud Flotilla.
Al termine della conferenza stampa le barche salperanno da Siracusa per riunirsi in mare con la flotta proveniente da Tunisi e proseguire poi la navigazione verso Gaza a cui si aggiungeranno le navi in partenza dalla Grecia.
Ai microfoni di Radio Onda d’Urto, Maria Elena Delia, Portavoce GMTG e componente del comitato direttivo Global Sumud Flotilla, e la testimonianza di Luca Radaelli, infermiere a bordo della Life Support, l’imbarcazione di Emergency a supporto della Global Sumud Flotilla. Di seguito un estratto dall’intervista a Maria Elena Delia
Sempre in tema di solidarietà con il popolo palestinese, oggi sulle nostre frequenze anche:
Monticelli Brusati: nuovo appuntamento con la Tenda di solidarietà. L’iniziativa, promossa come sempre dal gruppo Sanitari per Gaza Brescia, è in programma dal 12 al 14 settembre.
Brescia: oltre un migliaio in corteo per la Palestina e a sostegno della Flotilla
Continua intanto il genocidio in Palestina: cinque divisioni dell’esercito israeliano, decine di migliaia di soldati in totale, sono pronte a partecipare alla prossima offensiva contro Gaza City. Lo ha annunciato lo Stato maggiore israeliano, confermando il ritiro della 36ª divisione da Khan Younis, nel sud della Striscia, “rilocata” in vista dell’attacco considerato imminente.
Nel frattempo, il bilancio delle vittime palestinesi continua a crescere: fonti mediche hanno riferito che il numero delle persone uccise negli attacchi israeliani a Gaza oggi è salito ad almeno 43 vittime, di cui 31 nella città di Gaza. Tra le vittime ci sono anche circa 15 persone uccise mentre erano in attesa di ricevere gli aiuti. Cinque divisioni dell’esercito occupante israeliano sono pronte intanto a partecipare all’ormai incombente offensiva a Gaza City. Qui distrutta una torre, 10 case e decine di tende che ospitavano sfollati. L’ordine di evacuazione imposto da Israele riguarda oltre un milione di persone: circa 200mila avrebbero già lasciato la città dirigendosi verso sud.
Ai microfoni di Radio Onda d’Urto la testimonianza, dalla Striscia di Gaza, di Sami Abu Omar, cooperante di tante realtà solidali italiane, in particolare del Centro “Vik – Vittorio Arrigoni” e di ACS, oltre che nostro collaboratore. Di seguito un estratto della sua testimonianza.
L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), intanto, ha annunciato che continuerà a mantenere la propria presenza a Gaza City. Il direttore generale Tedros Ghebreyesus ha ribadito che le minacce israeliane non colpiscono solo i civili palestinesi, ma chiunque si trovi all’interno della principale area urbana della Striscia.
Parallelamente, l’aggressione israeliana si intensifica anche nella Cisgiordania Occupata, accelerando il piano di occupazione totale. Solo nelle ultime ore: 4 arresti attorno a Jenin, compreso Abdul Abu Ali, sindaco della cittadina di Silat al-Dhahr, assaltata al pari di altri sobborghi a sud e ovest di Jenin; raid di esercito e coloni ad Atara, nord di Ramallah, con incendi di autovetture e scritte razziste contro i palestinesi, minacciati di morte; raid pure a Salfit, in particolare contro funzionari e quadri di Fatah, con un raid fin dentro la sede del Consiglio Regionale di Fatah nel governatorato. Infine Gerusalemme, dove è stato arrestato il direttore del Comitato per la Cura dei Cimiteri, Ahmad al-Dajani, rapito da uomini mascherati mentre si trovava in via Salah al-Din.
Sul piano diplomatico, il premier del Qatar, Jassim Al-Thani, ha accusato Benjamin Netanyahu di dover “essere consegnato alla giustizia” e di avere “ucciso ogni speranza per gli ostaggi”. Le dichiarazioni arrivano a 24 ore dall’attacco israeliano su Doha, che non ha tuttavia raggiunto l’obiettivo: cinque le persone uccise, ma tra loro non ci sono i negoziatori di Hamas, sfuggiti alle bombe dei caccia di Tel Aviv. Intanto, i bombardamenti israeliani sullo Yemen hanno causato 35 morti e 131 feriti a Sana’a, controllata dagli Houthi, che hanno risposto lanciando due missili verso Israele.
Sulle nostre frequenze, l’intervista a Eliana Riva, giornalista e caporedattrice di Pagine Esteri.
FRANCIA - Polizia in massa all’alba per sgomberare Sciences Po, il celebre ateneo di Parigi, nel quadro del movimento ‘Bloquons tout’. Bloccato anche l’accesso all’Université Paris Cité e a un sito del colosso Lactalis nella Loira Atlantica. Così prosegue, anche il giorno dopo, l’iniziativa “Bloquons Tout”, che ieri ha visto centinaia di migliaia di persone partecipare a 550 manifestazioni e 262 blocchi contro l’austerity (abolizione dei giorni festivi, congelamento delle pensioni, taglio dei servizi pubblici) invocata da Macron. Oltre ai manifestanti, in piazza, c’erano pure 80mila poliziotti, che hanno effettuato – dice il ministero dell’Interno – 473 fermi, di cui 203 a Parigi. Di questi fermi, 339 sono ancora in corso di validità, in particolare nelle città più calde, come Rennes, Nantes, Parigi e Marsiglia.
Ai microfoni di Radio Onda d’Urto, la corrispondenza da Marsiglia di un compagno italiano e l’analisi di Matteo Polleri, compagno che vive a Parigi e ricercatore presso Science Po. Di seguito un estratto della testimonianza da Marsiglia.
INDONESIA - L’Indonesia, Paese asiatico da quasi 300 milioni di abitanti, è attraversato da fine agosto 2025 da una nuova ondata di proteste di massa contro l’acuirsi continuo delle gigantesche disuguaglianze economiche e sociali.
Delle proteste in Indonesia abbiamo già parlato con un’attivista indonesiana, Rora, da Jakarta, esponente del movimento “Warga Jarga Warga”, slogan traducibile con “Il popolo protegge il popolo”. Con Rora, ci siamo concentrati sulle richieste delle piazze e sulla brutalità utilizzata contro le manifestazioni dalle forze di polizia.
Nel frattempo, il presidente conservatore Subianto è stato costretto a un rimpasto nell’esecutivo, ritenuto responsabile sia dell’aumento dei benefit ai parlamentari – la miccia che ha portato alle proteste di fine agosto – che di un piano monstre di tagli sociali lacrime e sangue (soprattutto sanità e istruzione), destinato a fare pagare ancora di più alle fasce giovanili e popolari una situazione generale di crisi dell’economia indonesiana.
Per cercare di capire le ragioni profonde del malcontento popolare in Indonesia abbiamo intervistato Guido Creta, ricercatore in Storia contemporanea dell’Indonesia all’Orientale di Napoli e docente a contratto in Asian History and Politics a La Sapienza di Roma, già ospite della rubrica “Levante” nel febbraio 2025, a un anno esatto dalle elezioni generali che premiarono la coalizione conservatrice di Prabowo Subianto, ex ministro della Difesa ed ex generale ai tempi della dittatura di Suharto, di cui è stato anche genero.
L’intervista a Guido Creta è disponibile qui.
… e ancora sulle nostre frequenze:
GIUSTIZIA CLIMATICA - Torna la Settimana di azione globale per la Pace e la Giustizia Climatica. Dal 15 al 21 settembre. La presentazione di Francesco Vignarca della Rete Pace e Disarmo.
DIRITTI LGBTQIAPK+ - Sabato 13 settembre, a Verona, Tumulto Pride 2025. La presentazione di Giovanni Zardini, storico esponente della comunità LGBTQIAPK+ veronese, che fa parte della Rete Verona Rainbow.
A chiudere, l’appuntamento con Storia di Classe:
Pochi minuti, ogni giorno, per ripercorrere la storia (la “nostra” storia). Un evento storico, una mobilitazione politica, una rivolta, una lotta, tornando indietro nel tempo per conoscere la storia dei movimenti operai, di classe e rivoluzionari.
11 Settembre 1973 - Golpe Cileno Di Pinochet