La risposta iraniana alle bombe Usa
Missili su basi statunitensi di Qatar e Iraq, mortai in Siria | Israele bombarda Teheran mentre rade al suolo Gaza | Movimenti e partiti contro il riarmo europeo (e italiano), domani vertice Nato
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Il programma sul palco principale della XXXIII Festa di Radio Onda d’Urto è completo!
Vi presentiamo la locandina ufficiale della nuova edizione della Festa di Radio Onda d'Urto, quest’anno dal 6 al 23 agosto 2025 presso l’area feste di via Serenissima, a Brescia.
Quest’anno - anche grazie a chi anima e attraversa la sua Festa estiva - la nostra e vostra emittente compie 40 anni di trasmissioni libere, senza sponsor e pubblicità commerciali!
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MEDIO ORIENTE - Lancio di missili balistici iraniani contro la base Usa in Qatar. Sono tra i 6 e i 10 razzi quelli sparati contro le basi nordamericane a Doha. Un altro missile iraniano sarebbe stato lanciato in direzione Iraq verso una base Usa. Colpi di mortaio si sarebbero registrati anche sulla base statunitense in Siria.
Secondo il minitero degli esteri qatarino il sistema di difesa ha sventato l'attacco e intercettato tutti i missili iraniani e non si registrerebbero vittime. La base, aggiunge il portavoce, "era stata evacuata in precedenza in conformità con le misure di sicurezza e precauzionali approvate". Il Qatar aveva chiuso lo spazio aereo poche ore prima.
E’ il bilancio (in aggiornamento) della risposta iraniana ai bombardamenti nordamericani di ieri.
Domenica 22 giugno gli Usa hanno bombardato tre siti nucleari in Iran: Fordow, Natanz, Isfahan. Utilizzati 30 missili Tomahawk, oltre ai bombardieri stealth B-2 dell’USAF armati con bombe Massive Ordnance Penetrator (MOP) GBU-57, ritenute in grado di colpire in profondità sottoterra. Secondo la Cnn, sul solo sito nuclare sotterraneo di Fordow, sganciate complessivamente 180 tonnellate di bombe.
Il tutto in una giornata, quella di oggi, in cui si sono registrati pesanti attacchi aerei israeliani contro l’Iran. Mentre i bombardieri B-2 facevano ritorno negli Stati Uniti, l'aeronautica militare di Tel Aviv ha effettuato il più grande attacco in pieno giorno finora lanciato, sganciando più di 100 bombe solo sulla capitale iraniana nel giro di due ore.
Rafat Ahmad, giornalista iraniano
Martino Mazzonis, giornalista, americanista e nostro collaboratore
Alessandro Volpi, docente di Storia contemporanea e Storia della globalizzazione presso il Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Pisa
Raffele Crocco, direttore di www.atlanteguerre.it
Massimo Zucchetti, ingegnere nucleare che insegna al Politecnico di Torino “Protezione dalle Radiazioni” e fa parte del Comitato Scienziate e Scienziati contro la guerra”
Giso Amendola, del Collettivo Euronomade
Sotto le bombe di Israele, c’è anche – e soprattutto – la popolazione iraniana.
Dei 90 milioni di persone in tutto il Paese, sono 950 morti (quasi il doppio di quelli indicati dalle cifre ufficiali) e 3450 feriti il bilancio delle vittime degli attacchi condotti in Iran da Israele dal 14 giugno ad oggi, secondo le stime aggiornate di Human Rights Activists News Agency (Hrana), organizzazione non governativa indipendente iraniana che si occupa di diritti umani.
Lo scenario catastrofico mostrato da questa immagine è Gaza.
Mentre i media hanno dimenticato il genocidio in corso in Palestina, Israele prosegue senza sosta e senza freni nella sua linea distruttiva del popolo palestinese.
Decine le persone massacrate solo dall’alba di oggi, che porta il numero delle vittime per mano israeliana a sfiorare i 56mila morti nella Striscia di Gaza, da quando Israele ha iniziato – il 7 ottobre 2023 – a raderla al suolo.
“Nel nostro ospedale da campo a Deir Al-Balah, nel centro di Gaza”, - fa sapere Medici Senza Frontiere - “il numero di pazienti con ferite da arma da fuoco è aumentato del 190% rispetto alla settimana precedente”.
Le cliniche di Khan Younis e Deir Al-Balah hanno registrato, nell’ultima settimana, il più alto numero di pazienti mai assistiti fino ad ora. Dopo 3 mesi di blocco totale degli aiuti, e nonostante le dichiarazioni israeliane sull’apertura di corridoi umanitari, le scorte sanitarie e alimentari si stanno esaurendo a causa delle continue restrizioni sull’ingresso dei beni.
L’aggiornamento con Michele Giorgio, direttore di Pagine Esteri e corrispondente per Il Manifesto da Gerusalemme:
Sul fronte della solidarietà al popolo palestinese, oggi su Radio Onda d’Urto abbiamo affrontato:
RIARMO EUROPEO (e italiano) - Veniamo all’Europa e all’occidente in generale, alle prese con riarmo e simili.
La grande corsa agli armamenti del blocco atlantico diventa ufficiale. Al vertice del 24 e 25 giugno la Nato fisserà il target di spesa militare al 5% del Pil da raggiungere entro il 2035 con alcune deroghe. Alcuni Paesi, Italia compresa, hanno accettato l’accordo a testa bassa. Critici Spagna e Slovacchia: “capaci di soddisfare i requisiti senza il 5%”.
Di questo ha parlato Giorgia Meloni oggi pomeriggio alla Camera, nelle comunicazioni ufficiali in vista del prossimo Consiglio europeo del 26 e 27 giugno. La proposta aggiornata della Nato si traduce per tutti in un impegno al 3,5% per la “Difesa” e dell'1,5% del Pil per la “Sicurezza”. "Sono impegni importanti che l'Italia rispetterà. Non lasceremo l'Italia esposta, debole e incapace di difendersi", ha aggiunto Meloni.
Contro la guerra, il riarmo e il genocidio a Gaza si sono svolte - sabato scorso a Roma - due manifestazioni nazionali. Due piazze organizzate in vista del vertice Nato de L’Aja incentrato sulla riconversione bellica dell’Occidente.
Sono stati circa 30mila i/le partecipanti del corteo “Disarmiamoli”, indetto da una ottantina di realtà tra cui Potere al Popolo, Usb, Giovani palestinesi, Movimento No Tav.
Un corteo partecipato da oltre 100.000 persone, secondo gli organizzatori, ha invece sfilato nella stessa giornata da Ostiense al Colosseo dietro lo slogan “Stop Rearm Europe – Welfare, not Warfare” della campagna europea “Ferma il riarmo”. Una manifestazione che ha visto coinvolte più di 450 realtà tra società civile, associazionismo, sindacati (come la Cgil), partiti (PRC, AVS, M5S, Sinistra Anticapitalista) e uno spezzone di movimento animato dalla rete “Reset Against the War“.
Ai microfoni di Radio Onda d’Urto, una trasmissione dedicata alle due piazze con il resoconto di
Giorgio Cremaschi di Potere al popolo
Iacopo del centro sociale La strada di Roma e della rete Reset Againt the War
A essere preoccupati per l’escalation bellica con l’ingresso degli Stati Uniti, anche il movimento No Muos di Niscemi (Sicilia), in cui ha sede la base americana e il suo impianto satellitare militare: inviata una lettera aperta al sindaco e al Consiglio Comunale, per esprimere "forte preoccupazione rispetto al crescente rischio di coinvolgimento diretto della città negli scenari di guerra in corso".
Claudia, del gruppo interno donne No Muos che fa parte del comitato di Niscemi:
LAVORO - A completare le notizie di oggi sulle nostre e vostre frequenze, la strage - continua - sul lavoro in Italia.
Due operai cavatori morti sul lavoro solo questa mattina in Lombardia. Un operaio è morto schiacciato dai detriti nel Comasco, un'altro con una dinamica simile in una cava del Bresciano.
In un'azienda di Faloppio, un uomo di 57 anni ha perso la vita schiacciato da un blocco di cemento di circa due tonnellate e mezza. A Botticino, in provincia di Brescia, è morto sul lavoro un operaio di 54 anni. Mentre lavorava all’estrazione e lavorazione del marmo in una cava, è stato travolto da una lastra, per cause in corso di accertamento. La cava è stata posta sotto sequestro.
In Lombardia, nel solo settore delle costruzioni, i sindacati di categoria registrano 21 morti nel 2024 e oltre 10 da inizio 2025.
L’intervista a Fabio Mascia segretario generale Fillea CGIL Brescia.
A chiudere, l’appuntamento con Storia di Classe:
Pochi minuti, ogni giorno, per ripercorrere la storia (la “nostra” storia). Un evento storico, una mobilitazione politica, una rivolta, una lotta, tornando indietro nel tempo per conoscere la storia dei movimenti operai, di classe e rivoluzionari.
23 giugno 1848 - L’Insurrezione di Parigi: