Le nostre interviste alla Peoples' Platform Europe di Vienna
Ai nostri microfoni anche l'avvocato di Ocalan | Libano: domani il termine del cessate il fuoco | Palestina: prosegue l'assedio in West Bank | Ennesima morte sul lavoro in provincia di Brescia
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SPECIALE PEOPLES’ PLATFORM EUROPE - La redazione di Radio Onda d’Urto ha partecipato, nel fine settimana appena trascorso, a Peoples’ Platform Europe, tre giorni di confronto tra organizzazioni, movimenti, forze democratiche e rivoluzionarie giunte da tutta Europa (decine di delegazioni da 40 paesi, per un totale di oltre 800 persone presenti) invitate all’Università di Vienna dall’Accademia della Modernità Democratica e da altre organizzazioni legate al movimento di liberazione curdo.
Alla conferenza internazionale abbiamo partecipato ai lavori del workshop “Democratic media”, animato da decine di organi di informazione militanti da tutto il Vecchio Continente, e abbiamo avuto l’opportunità di intervistare esponenti del movimento curdo, relatori e partecipanti alla conferenza internazionale. A questo link potete consultare il materiale che abbiamo già mandato in onda. Nei prossimi giorni aggiungeremo contributi inediti.
A Vienna abbiamo potuto intervistare anche Mahmut Şakar, avvocato di Abdullah Ocalan. Si tratta di una delle pochissime persone che hanno potuto incontrare il leader e cofondatore del Partito dei Lavoratori del Kurdistan durante questi 26 anni di isolamento sull’isola-carcere di Imrali. Ai nostri microfoni ha parlato delle condizioni di detenzione di Ocalan e della possibilità che si apra un nuovo dialogo di pace tra il movimento di liberazione curdo e la Repubblica di Turchia: “Ocalan ha sempre ribadito che la soluzione deve avvenire attraverso meccanismi democratici che puntino al consolidamento della pace. Noi siamo sicuri che la sua posizione sarà quella anche questa volta, ma non possiamo avere la stessa certezza in merito alla posizione e alla volontà dello stato turco”, ha spiegato. A questo link trovate l’intervista completa, che è stata possibile soltanto grazie alla collaborazione e traduzione del giornalista e nostro collaboratore di lungo corso Murat Cinar. Di seguito un estratto delle parole di Mahmut Şakar:
MEDIO ORIENTE - Previsto per domani, 18 febbraio, il termine del cessate il fuoco in vigore in Libano. Il presidente libanese Aoun ha ammesso di temere che non ci sarà un ritiro completo da parte delle forze di occupazione israeliane dal sud del paese. E Tel Aviv conferma: l'Idf rimarrà in Libano in "cinque punti nel sud", affermano funzionari israeliani citati da Times of Israel. "Allo stesso tempo - riferiscono i funzionari - Israele continuerà a far rispettare il cessate il fuoco". Un cessate il fuoco che in realtà Tel Aviv non ha mai rispettato, nemmeno nelle ultime ore: l'esercito israeliano sostiene infatti di aver ucciso, in un raid condotto con l'utilizzo di droni nella zona di Sidone, Muhammad Shaheen, capo del Dipartimento operativo di Hamas in Libano. L’aggiornamento, e l’analisi sulla delicata fase politica, sociale e umanitaria nel Paese dei cedri, con Pasquale Porciello, giornalista freelance che abbiamo raggiunto telefonicamente a Beirut.
Per quanto riguarda la situazione in Palestina, Netanyahu ha inviato una delegazione al Cairo per discutere la seconda fase del cessate il fuoco a Gaza. Una decisione che segue le consultazioni con l’inviato speciale degli Stati Uniti, Steve Witkoff, che ha dettato la linea a Tel Aviv: “la fase 2 è un po’ più complicata della fase 1, ma inizierà sicuramente”. La seconda fase in teoria prevede la fine stabile dei combattimenti, ma Israele non ha mai dato il suo consenso a questa condizione, come invece hanno fatto le fazioni palestinesi, che oggi denunciano l'ennesima violazione della fragilissima tregua: un raid aereo su Rafah ha ucciso, stamattina, tre agenti di polizia.
C’è poi la Cisgiordania: oggi ancora raid impuniti dei coloni e un’altra provocazione sulla Spianata delle Moschee. A scortare i fascisti israeliani c'erano la polizia e l'esercito dell'occupazione, che nel frattempo hanno arrestato una dozzina di persone a Ramallah: durante il raid un bambino è stato ferito in modo grave. Il tutto mentre prosegue l’assedio militare contre le città di Tulkarem e Jenin. Noi oggi ci siamo occupati di Palestina con le interviste a Michele Giorgio, in collegamento da Gerusalemme, e Samir al Qaryouti.
LAVORO - In Italia intanto si continua a morire di lavoro e Brescia si conferma tra le province più pericolose. Un operaio di 44 anni, Michele Bernardi, è morto a Ono San Pietro, in alta Vallecamonica: stava lavorando nell’azienda Comin Parfum. L’uomo è rimasto schiacciato tra due bancali movimentati da un macchinario automatizzato. Noi abbiamo raggiunto telefonicamente Francesca Danesi, segretaria Filctem Cgil Sebino – Valle Camonica, dalla Comin Parfum di Ono San Pietro.
Oggi su Radio Onda d’Urto anche:
Germania: il punto della situazione verso le elezioni politiche anticipate
Le analisi sulla guerra in Ucraina e le trattative in corso tra Usa e Russia con Fulvio Scaglione e con Pietro Figuera
A chiudere, l’appuntamento con Storia di Classe:
Pochi minuti, ogni giorno, per ripercorrere la storia (la “nostra” storia). Un evento storico, una mobilitazione politica, una rivolta, una lotta, tornando indietro nel tempo per conoscere la storia dei movimenti operai, di classe e rivoluzionari.
17 febbraio 2011 - Giornata della collera in Libia. Inizia la rivolta contro Gheddafi
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