Libano: 42 anni fa il massacro di Sabra e Shatila
Oggi la minaccia di una nuova invasione israeliana | Il processo Open Arms e la richiesta di condanna per Salvini | L'incontro Meloni-Starmer | Medici in piazza a Foggia | Il partigiano Tita Secchi
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MEDIO ORIENTE. In Libano da oggi si ricorda il massacro del campo profughi di Sabra e Shatila, con 3mila morti palestinesi per mano di israeliani e fascisti locali, quelli della Falange maronita, nel settembre 1982. Le commemorazioni sono iniziate oggi, 16 settembre, e continueranno per tre giorni, quanto è durato il massacro. Noi ci siamo collegati proprio con il primo giorno delle commemorazioni, dov’è presente Flavio Novara, presidente dell’Associazione “Per non dimenticare – Odv”.
Intanto, nel primo pomeriggio di oggi, i bombardamenti israeliani hanno provocato un morto e due feriti nella località di Hula, nel sud del Libano, mentre il presidente israeliano Netanyahu, insieme ad alcuni ministri e vertici militari, vorrebbe avviare a breve una nuova invasione militare proprio nel Libano meridionale. Il ministro della Difesa Gallant ha espresso però perplessità sull’operazione. Per questo il premier israeliano minaccia ora di licenziarlo. Su questo abbiamo raccolto il contributo del corrispondente Ansa da Beirut Lorenzo Trombetta. Trovate entrambi i contributi sul nostro sito web.
In Palestina, intanto, continua il genocidio per mano israeliana nella Striscia di Gaza (anche oggi diverse vittime e feriti). Le violenze dei militari israeliani e dei coloni fascisti proseguono, quotidiane, anche in Cisgiordania. A Brescia, mercoledì 18 settembre al Magazzino 47 di via Industriale ci sarà la possibilità di approfondire quanto accade in Cisgiordania e in particolare nel Sud della Palestina. Si terrà, infatti, alle 18.45, un incontro pubblico con Hamudi Hureini, attivista palestinese di Youth of Sumud, dalla regione di Masafer Yatta. Qui potete ascoltare la presentazione dell’iniziativa con Nicola Zambelli, regista del documentario Sarura, dedicato proprio alle lotta di Youth of Sumud
MIGRANTI. La procura di Palermo ha chiesto la condanna per il ministro dei Trasporti Salvini, all’epoca dei fatti ministro dell’Interno, a 6 anni di carcere con l’accusa di sequestro di persona nell’ambito del processo Open Arms. Il processo in cui Salvini è coinvolto va avanti da aprile del 2021, quando fu rinviato a giudizio con l’accusa di sequestro di persona e omissione di atti d’ufficio per aver impedito alla nave della ong spagnola Open Arms di attraccare a Lampedusa nell’agosto del 2019, dopo aver salvato 147 migranti alla deriva nel Mediterraneo. Il prossimo 18 ottobre sarà la volta della difesa dell’attuale ministro dei Trasporti. Noi abbiamo intervistato Valentina Brinis, advocacy officer di Open Arms Italia. Di seguito un estratto del suo intervento.
MELONI-STARMER. Di migranti si è parlato anche nell'incontro di oggi tra la presidente del Consiglio italiana Meloni e il primo ministro britannico Starmer. Il dossier più delicato sul tavolo era però il sostegno militare all'Ucraina, con Starmer che vuole convincere Roma a dare il proprio via libera all'utilizzo delle armi italiane sul suolo russo. Su questo abbiamo raccolto il commento di Francesco Vignarca, della Rete Pace e Disarmo.
Stamattina a Foggia si è svolta una partecipata manifestazione contro le aggressioni al personale sanitario indetta dalle sigle sindacali di categoria Anaao Assomed e Cimo-Fesmed.
Un’iniziativa – a cui hanno aderito numerose altre sigle afferenti al mondo sanitario e universitario, in particolare delle facoltà di medicina – organizzata sia per stringersi attorno ai colleghi pugliesi aggrediti la scorsa settimana al Policlinico di Foggia, sia per protestare contro i numerosi episodi di violenza fisica che, soprattutto negli ultimi anni, continuano ad avere come protagonisti medici e mediche, dirigenti sanitari, operatori e operatrici sanitarie, studenti e studentesse. Ascolta la corrispondenza ai nostri microfoni di Carlo Palermo, presidente nazionale del sindacato dei medici Anaao Assomed.
STORIA DI CLASSE. Chiudiamo con la nostro rubrica giornaliera Storia di Classe, oggi dedicata alla memoria del partigiano bresciano Tita Secchi.
80 anni dopo l’uccisione del partigiano Tita Secchi, Tita Secchi Villa, suo nipote, é stato ospite di Radio Onda d’Urto per raccontare la storia dello zio, alpinista e partigiano, insignito della croce al valor militare alla memoria. Clicca qui per ascoltare lo speciale “Storia di Classe” di oggi, dedicato alla storia e alla memoria di Tita Secchi: ospite il nipote, Tita Secchi Villa.
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