Livorno: migranti si gettano in mare per evitare il rimpatrio. Un morto e un disperso al porto
USB: sciopero generale il 28 novembre contro la finanziaria di guerra | Brescia: grande giornata di mobilitazione per difendere il diritto all’abitare | Palestina: gli aggiornamenti da Gaza
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LIVORNO - È stato recuperato nel pomeriggio di oggi, nelle acque del porto di Livorno, il cadavere di uno dei due migranti finiti in mare questo giovedì mattina per evitare il rimpatrio, dopo aver attraversato il Mediterraneo nella stiva della cargo Stena Shipper, proveniente dall’Africa e che fa servizio con la Tunisia. Sospese, intanto, le ricerche del migrante disperso con l’arrivo del buio.
I due, secondo quanto si apprende, avrebbero subito un fermo stamani dopo un controllo della Polmare sul cargo e sarebbero stati poi sequestrati dal comandante della nave, che li avrebbe chiusi all’interno di una cabina, da cui sono riusciti a fuggire, buttandosi in mare e – secondo le prime ricostruzioni – risucchiati dall’elica di una nave Grimaldi che in quel momento transitava lungo il canale.
“Sono stati rinchiusi a forza in una cabina della nave pronti per essere rimandati in Tunisia. Senza neanche sapere se effettivamente era quello il loro Paese di provenienza”, denuncia Usb Livorno.
Due ragazzi giovanissimi che, “nella speranza di una vita migliore, si erano imbarcati su una nave ro-ro nascosti dentro un semirimorchio. Una volta scoperti per loro non c’è stata possibilità di fare richiesta di asilo, di spiegare la propria condizione. Non hanno potuto parlare con un avvocato o con un’associazione“, scrive Usb Livorno nel comunicato disponibile qui.
Ai microfoni di Radio Onda d’Urto, Giovanni Ceraolo, parte di Usb Livorno. Di seguito un estratto del suo intervento.
LAVORO - L’Esecutivo Nazionale Confederale dell’USB indica il 28 novembre come data per lo sciopero generale di tutte le categorie contro la finanziaria di guerra, con mobilitazioni in tutte le città e manifestazione nazionale a Roma il 29 novembre.
“Al centro dello sciopero c’è la questione del salario” scrive in un comunicato il sindacato di base, aggiungendo che “Tutti i contratti nazionali devono assicurare almeno 2mila euro come livello minimo di partenza e in paga base, somma che rappresenta la linea invalicabile per garantire una retribuzione dignitosa e consentire il recupero delle fortissime perdite accumulate dai salari negli ultimi trent’anni”.
Sulla finanziaria di guerra l’Usb afferma che “invece di comprare e costruire nuove armi, è ora di tornare a costruire case popolari e di affrontare l’emergenza della sanità pubblica, investendo in personale e strutture sanitare”.
La data sarà sottoposta all’approvazione dell’assemblea nazionale dei delegati e delle delegate in programma a Roma per sabato 1° novembre.
Sul 28 novembre, anche Cub, Cobas, Clap, Sial e Adl Cobas hanno lanciato lo sciopero generale. Le CLAP – Camere del Lavoro Autonomo e Precario fanno anche un appello per uno sciopero generale unitario, come il 3 ottobre.
Secondo le CLAP il quadro politico attuale “impone la necessità di una mobilitazione inclusiva che tenga conto di tutte le sensibilità sociali, sindacali e politiche che si sono espresse nelle ultime settimane, allo scopo di favorire la più ampia convergenza contro l’economia di guerra e l’economia del genocidio in Palestina, che ora si prepara a fatturare miliardi con la ricostruzione”. 
Di tutto questo, e altro, abbiamo parlato con Tiziano delle CLAP. Trovate qui l’intervento.
Per allargare lo sguardo sul tema dell’economia di guerra e del riarmo, oggi sulle frequenze di Radio Onda d’Urto anche:
- Le iniziative del Coordinamento di associazioni e realtà di Milano Sud contro la guerra e riarmo. Tre tre iniziative consecutive in programma venerdì 31 ottobre a Milano. Qui l’approfondimento e l’intervista a Sara Sommaruga, parte del Coordinamento. 
Si prepara allo sciopero anche il San Raffaele di Milano, sebbene per altri motivi. 
Sono infatti tanti i problemi sollevati dal personale. Criticità che, di fatto, minano il diritto alla salute. Per questo è stato indetto uno sciopero per la giornata di venerdì 31 ottobre. 
Siamo entrati nel dettaglio con Margherita Napoletano, coordinatrice RSU dell’Ospedale San Raffaele di Milano. Trovate qui l’intervista completa. 
DIRITTO ALL’ABITARE - Grande giornata di mobilitazione per difendere il diritto all’abitare e contro sfratti, sgomberi e pignoramenti a Brescia. Le organizzazioni Associazione Diritti per Tutti, Magazzino 47, Collettivo Onda Studentesca e gli inquilini resistenti sono impegnati in cinque picchetti, tutti nella città di Brescia, con l’obiettivo di evitare che altri nuclei familiari finiscano per strada.
L’iniziativa, che si svolge sotto lo slogan “Blocchiamo tutto… anche gli sfratti!”, chiama alla solidarietà per contrastare l’emergenza abitativa in corso.
Ai microfoni di Radio Onda d’Urto:
- La corrispondenza delle ore 9.15 con Umberto Gobbi, dell’Associazione Diritti per Tutti 
- L’aggiornamento delle 11.10 con Umberto dell’Associazione Diritti per Tutti 
- L’aggiornamento delle 13.00 con Umberto dell’Associazione Diritti per Tutti. 
Sulla mobilitazione bresciana di oggi si è concentrata anche la trasmissione quindicinale di Radio onda d’urto dedicata alle lotte per la casa, contro sfratti, sgomberi e pignoramenti. Nella puntata anche un focus su Bologna e sulla nuova grande occupazione abitativa. Potete riascoltarla qui.
PALESTINA - Chiudiamo con gli aggiornamenti dalla Palestina.
In serata sono stati segnalati nuovi attacchi aerei da parte di Israele nella zona a sud di Gaza, in particolare contro le città di Abasan al-Kabira e Bani Suheila, a est di Khan Younis nel sud della Striscia. Le notizie arrivano nella serata di oggi. Non si conoscono al momento l’entità, danni e vittime di questa nuova – ennesima – violazione del cessate il fuoco da parte di Tel Aviv.
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump riesce comunque a sostenere che il cessate il fuoco firmato meno di 3 settimane fa è ancora forte, mentre il mediatore Qatar esprime frustrazione, ma afferma che i mediatori attendono con ansia la prossima fase della tregua.
Hamas ha intanto consegnato i corpi di altri due prigionieri israeliani alla Croce Rossa, come da accordi, mentre Israele continua il blocco degli aiuti dai valichi di frontiera sotto il loro controllo, che in teoria dovrebbero entrare liberamente, al ritmo di 2mila tonnellate. Dalla firma della tregua, questo però non è mai avvenuto; al massimo, di tonnellate ne sono entrate 700, con continui controlli e divieti imposti, in maniera arbitraria, dagli occupanti.
Ai microfoni di Radio Onda d’Urto, Niccolò Parrino, responsabile logistica per Emergency in collegamento da Gaza. Di seguito un frammento della sua testimonianza.
Da Gaza alla Cisgiordania occupata, dove continuano le violenze sistemiche di coloni e militari israeliani.
Le forze israeliane hanno preso d’assalto la città di Beita, a sud di Nablus. Diversi gli arresti illegali, come a Masafer Yatta, dove un padre e suo figlio sono stati fermati dopo che i coloni hanno preso d’assalto il loro villaggio. 
Oggi sulle nostre frequenze anche:
- LIBIA: Ultimatum a Medici Senza Frontiere. Deve lasciare il Paese entro il 9 novembre. Ne abbiamo parlato con Candida Lobes, Advocacy Manager di MSF Italia 
- BRESCIA: La cronica crisi de TPL in provincia, tra bus sovraffollati e soppressioni delle corse. La denuncia e testimonianza di tre autisti e sindacalisti all’interno di Arriva a Brescia - Nicola Caletti, dei Cobas Trasporti, Rino Basile, delegato per Or.s.a. trasporti e Bernardo Marchisello, sindacalista Cobas. 
- VERTICE XI JINPING – TRUMP: faccia a faccia in Corea del Sud, tra dazi, terre rare e spine internazionali. Da Pechino, una prima valutazione a caldo con il nostro collaboratore Dario Di Conzo, co-curatore della rubrica “Levante”, ricercatore alla Scuola Normale Superiore e docente a contratto di riforme economiche della Cina contemporanea all’università Orientale di Napoli. 
A chiudere, l’appuntamento con Storia di Classe:
Pochi minuti, ogni giorno, per ripercorrere la storia (la “nostra” storia). Un evento storico, una mobilitazione politica, una rivolta, una lotta, tornando indietro nel tempo per conoscere la storia dei movimenti operai, di classe e rivoluzionari.









