Messaggio di Abdullah Ocalan da Imrali
La Turchia bombarda Rojava e nord Iraq | Ancora massacri dell'esercito israeliano in Libano e Palestina | Il rapporto ECRI sul razzismo della polizia italiana | La strage di lavoratori senza fine
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MEDIO ORIENTE - Dopo 4 anni di isolamento totale, arriva un messaggio di Abdullah Ocalan dall’isola-carcere di Imrali. Questa mattina il nipote di Ocalan e deputato del partito Dem, Omer Ocalan, ha riferito di aver incontrato ieri il leader e cofondatore del Partito dei Lavoratori del Kurdistan dopo che dal marzo 2020 nessuno, nemmeno i suoi avvocati, aveva potuto vederlo né parlarci. Secondo quanto ripotato da Omer Ocalan, il leader del movimento di liberazione curdo avrebbe dichiarato, rispetto alla possibilità della riapertura del processo di pace con lo stato turco: “se le condizioni fossero giuste, ho la forza e gli strumenti teorici e pratici per guidare un processo dal piano della violenza e del conflitto a un livello legale e politico”. Le sue condizioni di salute – riferisce ancora Omer Ocalan – sono buone e stabili.
Intanto la Turchia bombarda l’Amministrazione autonoma democratica della Siria del nord-est (Rojava) e il vicino nord Iraq, prendendo di mira sia città che infrastrutture civili, oltre a postazioni militari o della guerriglia del movimento di liberazione curdo. 59 i morti, secondo Ankara, che giustifica l'ennesima aggressione attribuendo al Pkk la responsabilità dell’attacco, ieri, contro l'Industria Aerospaziale dello stato turco vicino ad Ankara. Per il momento, però, non è arrivata alcune rivendicazione.
Nella notte anche Israele ha bombardato la Siria. I raid israeliani hanno però colpito le aree di Damasco e Homs, uccidendo 1 soldato siriano e ferendone gravemente altri 7.
Israele martella poi ogni giorno la Palestina. A Gaza 16 morti e 32 feriti in un massacro contro una scuola – la numero 196 colpita - nel campo profughi di Nuseirat dove erano ammassati centinaia di sfollati. Tra le vittime 9 bambini. Poco prima un raid aereo aveva ucciso 2 persone a Jabalia. Solo oggi nella Striscia ci sono una quarantina di vittime, poco meno di 43mila dal 7 ottobre 2023
Nella Cisgiordania occupata è morto in ospedale un bambino di 11 anni, colpito martedì: il numero di bambini palestinesi uccisi dall’esercito israeliano nella Cisgiordania occupata salgono a 165 dal 7 ottobre dello scorso anno, secondo l'Onu. Le vittime totali sono poco meno di 800, oltre 11mila i prigionieri politici, spesso in condizioni inumane. A questo proposito, anche oggi sono stati effettuati decine di arresti durante un rastrellamento militare israeliano a Hebron, mentre a poca distanza coloni armati hanno attaccato ancora la resistenza popolare e nonviolenta di Masafer Yatta.
In Libano, invece, Tel Aviv ha condotto 17 attacchi su Beirut Sud, in quelli che i media locali hanno descritto come i raid "più violenti" da inizio conflitto, con un bilancio arrivato a 2600 morti. Per contro Hebzollah continua a bloccare l'avanzata via terra degli israeliani, con scontri in diversi villaggi di confine; razzi del movimento sciita verso alcune basi militari nel centronord d'Israele. Da Beirut la corrispondenza con Pasquale Porciello, giornalista e collaboratore del quotidiano “Il Manifesto”, ai nostri microfoni. Di seguito un estratto del collegamento:
RAZZISMO ISTITUZIONALE - Ci siamo poi occupati del nuovo rapporto dell’ECRI (la Commissione Europea contro Razzismo e Intolleranze), pubblicato un paio di giorni fa, che contiene 15 raccomandazioni rivolte alle autorità italiane per il “miglioramento della lotta contro il razzismo e l’intolleranza”.
All’interno del rapporto viene sottolineato che – nonostante “alcuni avanzamenti” su diversi livelli di diseguaglianze sociali – “alcune questioni continuano a destare preoccupazione”. Viene inoltre evidenziato come “il discorso pubblico è diventato sempre più xenofobo e il discorso politico ha assunto toni altamente divisivi e antagonistici”, prendendo di mira in particolare “rifugiati, richiedenti asilo e migranti, nonché cittadini italiani con background migratorio, Rom e persone LGBTI“.
Ci sono anche numerosi resoconti di “profilazione razziale da parte delle forze dell’ordine, che prendono di mira in particolare i Rom e le persone di origine africana”. Anche in questo caso sono stati diversi gli ospiti e le ospiti ai nostri microfoni.
LAVORO - Non si ferma la strage di lavoratori in Italia. È di due operai morti e un ferito il bilancio di un infortunio all’alba di oggi sull’A1 fra Orvieto e Attigliano, provincia di Terni. Un camion ha tamponato un autocarro, fermo in sosta lungo la corsia di emergenza, causando il decesso sul colpo di due operai. Un terzo operaio, cittadino bengalese, è rimasto ferito.
Le vittime umbre arrivano a poche ore da un’altra strage sul lavoro, quella alla Toyota di Borgo Panigale, a Bologna: rimasti uccisi due operai trentenni e feriti altre undici, uno dei quali gravemente, per il crollo di un capannone dopo un’esplosione interna che ha riguardato un compressore. Nell’azienda era previsto proprio oggi uno sciopero per la sicurezza. Sarà invece domani e di 8 ore, allargato all’intera area metropolitana. Lo hanno indetto i confederali ed Sgb. Qui gli interventi ai nostri microfoni di Franco Focareta, avvocato e docente di diritto del lavoro all’Università felsinea, e Mario Garagnani , coordinatore nazionale Tojota per la Fiom Cgil.
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No ddl 1660, cosiddetto “Sicurezza”: sabato 26 ottobre a Padova manifestazione regionale del Veneto
Tunisia: diritti negati, violenze e abusi. Per l’Italia è un “paese sicuro”.
A chiudere, l’appuntamento con Storia di Classe:
Pochi minuti, ogni giorno, per ripercorrere la storia (la “nostra” storia) e i suoi anniversari. Un evento storico, una mobilitazione politica, una rivolta, una lotta, tornando indietro nel tempo per conoscere il mondo e poi… trasformarlo.
24 ottobre 2015: la rivolta delle candele a Tangeri
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