Migranti: centinaia a Verona per ricordare Moussa Diarra, ucciso da 3 colpi di pistola.
Palestina: oltre 700 vittime a Jabali | Libano: Israele colpisce banche, media e ambulanze | Crisi climatica: Emilia sott'acqua, 3mila sfollati e una vittima nel Bolognese.
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Una volta chiusa la redazione informativa, proseguono le trasmissioni sulle nostre frequenze: alle 20 All that jazz (di e con Paolo Bruno); alle 21 Punk rock city (con Luciano “Cianotik” Taffurelli); alle 22 Desert Caravan (musica e culture psichedeliche); alle 23 Revolution Rock; alla mezzanotte la replica di Rebeldias.
MIGRANTI - Svariate centinaia di persone all’esterno della stazione Fs di Verona Porta Nuova, con un fiore o una testimonianza per Moussa Diarra, ragazzo maliano, ucciso domenica mattina da un agente della Polfer. 3 i colpi di pistola sparati contro il 26enne, reo di aver reagito al fermo - mentre era in evidente stato di alterazione - brandendo un coltello. L'agente è stato iscritto nel registro con l'ipotesi di eccesso colposo di legittima difesa. "Con tutto il rispetto, non ci mancherà. Grazie ai poliziotti per aver fatto il loro dovere" ha scritto Salvini. “A un bisogno di aiuto e cura si è risposto a colpi di pistola”, denuncia invece il Laboratorio Para Todos, sceso in strada assieme a tante realtà solidali scaligere. Con loro anche il fratello di Moussa. A Verona c’era Giacomo, inviato della nostra redazione: ascolta qui le interviste.
Sempre da Verona un piccolo stralcio, preso dal Giornale Radio della sera:
Ancora in tema migranti, Consiglio dei ministri a Roma. Sul piatto un decreto ad hoc per aggirare le sentenze dei magistrati contro la deportazione dei migranti in Albania. A fare sponda al governo italiano c’è la Commissione Europea: “il protocollo Roma-Tirana applica il diritto nazionale, ma anche standard legati alla protezione internazionale forniti dal diritto Ue”. AVS ha chiesto a Piantedosi di chiarire sull’uso delle navi militari per deportare in Albania (e poi riportare in Italia) i 16 migranti di qualche giorno fa, mentre i M5S hanno presentato un esposto in Corte dei Conti.
Su migranti, governo e magistratura abbiamo raccolto diverse voci: ascoltale qui.
MEDIO ORIENTE - Palestina. 41 persone uccise nei raid israeliani nella Striscia di Gaza. 33 di queste solo a Jabalia, nel nord, assediata ormai da 17 giorni, con oltre 700 vittime ufficiali, ma si pensa che in realtà siano molte di più, dato il blackout informativo totale imposto da Tel Aviv, che uccide i civili in fuga e impedisce l’ingresso di qualsiasi cosa, dal cibo alle medicine. A denunciarlo oggi in maniera chiara è stata l’Unrwa. Abbiamo tradotto in italiano il comunicato del portavoce dell’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi, Philippe Lazzarini:
Pure il Libano è sotto continui attacchi aerei. Decine di raid nei sobborghi a sud di Beirut e vicino all'aeroporto in poche ore. Più a sud colpita anche la zona di Sidone, con altri 4 morti e 4 feriti gravi. Uccisi 4 soccorritori, 5 feriti, con 3 ambulanze distrutte. Nel mirino ci sono banche e media ritenuti vicini a Hezbollah che comunque, via terra, riesce a impedire l’avanzata degli occupanti, colpendo con droni e razzi le truppe tra sud Libano e nord Israele. Vi sarebbero diversi soldati morti e feriti, mentre altri lanci dal Libano hanno imposto la chiusura totale dell’aeroporto di Tel Aviv, riaperto dopo un paio d’ore. Sempre a Tel Aviv un razzo libanese è atterrato al suolo, in una zona non abitata, provocando un boato udito a chilometri di distanza.
In mezzo al confine, sulla linea di demarcazione, restano intanto le forze militari di Unifil, missione Onu partecipata anche da oltre mille soldati italiani. Poche ore fa la stessa Unifil ha denunciato che un bulldozer dell'esercito israeliano abbia deliberatamente demolito una torre di osservazione della missione Onu.
Infine la Siria, dove i media statali riferiscono dell'esplosione di un'auto nella zona di Mazzeh (Damasco), provocata da un bombardamento israeliano con un missile teleguidato. Ci sono 2 vittime e 3 feriti: ignota per ora la loro identità.
SOLIDARIETA’ - Dal Medio Oriente all’Italia. Dopo mesi di mobilitazioni dell’Intifada studentesca di Milano, l’Università Statale ha congelato gli accordi con le università israeliane Ariel e Reichmann, che partecipano attivamente alle politiche dell’occupazione in Palestina, con progetti di ricerca connessi all’apparato militare.
A Brescia invece l’associazione Italia – Israele cittadina, palleggiata dai consiglieri comunali di destra, chiede le dimissioni del consigliere comunale Iyas Ashkar, di origini palestinesi. L’accusa è aver condiviso un post, poi rimosso, di Assopace Bologna, con scritto: “trova la differenza” e una serie di affermazioni che mettono a confronto parole e azioni del Terzo Reich e dell’attuale governo israeliano di estrema destra. Nel chiedere le dimissioni, Italia – Israele fa riferimento alla nefasta approvazione da parte dell’Amministrazione Castelletti della cosiddetta dichiarazione Ihra, che equipara antisionismo ad antisemitismo. Un’approvazione ferocemente contestata a gennaio, con tanto di attiviste-i trascinati fuori dal Consiglio comunale, da parte del Coordinamento Palestina di Brescia.
Ne abbiamo parlato in studio con Umberto Gobbi e Alfredo Barcella, del Coordinamento Palestina: ascolta di seguito le loro valutazioni.
CRISI CLIMATICA - Acqua senza fine da Nord a Sud Italia. Epicentro della crisi climatica ancora l’Emilia-Romagna, alla quarta alluvione in un anno o poco più. Almeno tremila persone sfollate: un giovane di 20 anni originario di Esine (Valle Camonica bresciana) ha perso la vita a Pianoro nell'auto travolta dall'acqua.
Intanto a Bologna la Cgil annuncia un esposto alla Procura della Repubblica "per accertare eventuali responsabilità e profili penali dei comportamenti messi in atto dalle aziende di delivery che non hanno sospeso le attività di consegna dei rider, sabato sera, nonostante il Comune avesse invitato la cittadinanza a non avventurarsi in strada e a restare nelle proprie abitazioni”.
Sempre a Bologna fin da ieri è partita la solidarietà dal basso, con centri sociali e realtà di movimento impegnate a spalare e...denunciare. Da Bologna, epicentro dell’alluvione, le valutazioni di Marco, Bologna Climate Justice e quelle di Daniela, del Comitato Besta. Ascolta o scarica cliccando qui.
NO TAV - Temporaneamente liberato il presidio No Tav di San Giuliano a Susa.
Domenica, attiviste-i valsusini si sono ripresi lo storico presidio sgomberato con violenza lunedì 7 ottobre, quando le forze di polizia, a suon di lacrimongeni e idranti, avevano militarizzato l’intero terreno di proprietà del movimento No Tav dal 2012.
Un’azione simbolica – messa in campo poche ore dopo la visita dell’europarlamentare AVS Ilaria Salis al presidio di San Didero – per ribadire che il movimento c’è e continuerà a resistere e lottare: “non accetteremo l’occupazione militare di Susa”, come avavano già fatto sapere qualche giorno prima anche attraverso un comunicato dedicato. Dalla Valle che resiste Guido Fissore, movimento No Tav: ascolta qui.
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21 ottobre 1967: la grande marcia a Washington, Usa, contro la guerra in Vietnam:
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