Netanyahu: "la guerra non è finita". Ancora bombe su Gaza e Libano
Senato Usa mette fine allo Shutdown | Al via la Cop30 in Brasile. Lula: "sconfiggiamo i negazionisti" | La Legge di bilancio classista del governo Meloni | 14 novembre sciopero studentesco
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MEDIO ORIENTE - È trascorso un mese da quando Trump ha sbandierato l’inizio di un presunto cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Israele non lo ha mai rispettato. Sono infatti più di 241 i palestinesi uccisi e almeno 640 quelli feriti dai raid dell’Idf negli ultimi trenta giorni. Oggi i bombardamenti israeliani hanno preso di mira Khan Younis, Zanna e Gaza City, in particolare il quartiere di Zeitoun.
Il tutto a fronte di una situazione che rimane tragica anche dal punto di vista umanitario. L’accordo che ha portato al cessate il fuoco prevedeva, in teoria, l’ingresso di 600 camion di aiuti umanitari al giorno. Secondo le Nazioni Unite ne stanno entrando circa 200 e sono del tutto insufficienti per soddisfare le necessità della popolazione dopo due anni di genocidio.
Nel quadro degli accordi, Hamas ha restituito finora i corpi di 24 dei 28 prigionieri israeliani deceduti nella Striscia. Tel Aviv invece ha rilasciato circa 2.000 palestinesi, tra cui 250 prigionieri politici che stavano scontando condanne lunghe o l’ergastolo. Scarcerati anche 1.718 palestinesi che – di fatto – sono stati rapiti dalle truppe di occupazione negli ultimi due anni. Non è ancora stato trovato un accordo, invece, sulla questione dei combattenti di Hamas ancora nei tunnel a Rafah, nel sud della Striscia. Ancora una volta l’ostacolo all’intesa verrebbe dal governo israeliano, che rifiuta ogni proposta dei mediatori.
Intervenendo oggi alla Knesset (il parlamento di Tel Aviv), Netanyahu ha chiarito ancora una volta l’approccio israeliano al cessate il fuoco: “la guerra non è finita - ha detto - coloro che cercano di farci del male si stanno riarmando. Non hanno rinunciato al loro obiettivo di distruggerci”. “Hamas verrà disarmato - ha aggiunto il premier israeliano - Gaza verrà smilitarizzata. Accadrà nel modo più facile, o accadrà nel modo più difficile. Ma accadrà”.
L’esercito israeliano intanto continua a bombardare anche il Libano, anche in questo caso in violazione del cessate il fuoco teoricamente in vigore. Oggi l’Idf ha riferito di aver colpito quelle che definisce infrastrutture di Hezbollah nella Valle della Bekaa e nel sud. Ci sarebbe almeno una vittima. Noi ci siamo collegati telefonicamente con Pasquale Porciello, giornalista freelance che si trova a Beirut.
In Italia proseguono intanto le iniziative di solidarietà internazionale con la resistenza palestinese, contro l’occupazione israeliana e il genocidio. Ieri pomeriggio a Brescia oltre 1500 persone hanno partecipato al corteo organizzato dal locale Coordinamento Palestina per rilanciare la campagna di boicottaggio dei prodotti israeliani. La manifestazione è partita infatti dal centro commerciale Flaminia della Coop, invitando Coop Lombardia a seguire l’esempio dei negozi di Toscana ed Emilia e togliere dagli scaffali i prodotti israeliani. Il corteo ha poi attraversato il quartiere popolare di via Corsica e si è concluso in centro, in Piazza Paolo VI, dove ha sede la Prefettura. Di seguito le valutazioni di Alfredo Barcella, del Coordinamento Palestina di Brescia, ai microfoni di Radio Onda d’Urto:
USA - Raggiunto un accordo tra democratici e conservatori al Senato USA per mettere fine allo shutdown e finanziare il governo federale fino al 30 gennaio. I democratici hanno ottenuto la riassunzione dei dipendenti federali licenziati durante questo periodo e gli impiegati in congedo forzato riceveranno una retribuzione retroattiva. Il disegno di legge di spesa a breve termine impedisce all’Ufficio di Gestione e Bilancio di attuare ulteriori licenziamenti di massa fino fine gennaio 2026.
Lo shutdown era iniziato alla mezzanotte del 1° ottobre 2025. In questo caso la causa principale era stata il mancato accordo fra i partiti su un pacchetto di finanziamento che includesse — fra le altre cose — l’estensione di sussidi fissati dall’Affordable Care Act (ACA) per l’assicurazione sanitaria. Noi ne abbiamo parlato qui con Martino Mazzonis, giornalista e americanista.
COP30 - Al via a Belem, in Brasile, i lavori della trentesima Conferenza delle Nazioni Unite sul clima. A inaugurare la Cop30 è stato il discorso del presidente brasiliano Lula da Silva: “controllano gli algoritmi, seminano odio, diffondono paura, attaccano le istituzioni, la scienza e le università. È il momento di infliggere una nuova sconfitta ai negazionisti”, ha dichiarato Lula con riferimento a coloro che negano l’esistenza della crisi climatica.
Nel suo discorso inaugurale Lula ha lanciato anche altri messaggi significativi: “se quanti fanno la guerra fossero qui a questa Cop, si renderebbero conto che è molto più economico investire 1,3 miliardi per porre fine al problema climatico piuttosto che spendere 2,7 trilioni di dollari per fare la guerra”, ha detto.
Riguardo la sede scelta per la conferenza, il presidente brasiliano ha spiegato che “portare la Cop nel cuore dell’Amazzonia è stato un compito arduo, ma necessario: l’Amazzonia non è un’entità astratta. Chi vede la foresta solo dall’alto non sa cosa succede alla sua ombra. Il bioma più diversificato della terra è la casa di oltre 50 milioni di persone”. Noi ci siamo collegati con Ferdinando Cotugno, giornalista inviato alla Cop30 in Brasile dal quotidiano Domani. Di seguito un estratto della sua corrispondenza:
LEGGE DI BILANCIO - Si accende il dibattito rispetto sulla Manovra economica del governo Meloni, in particolare per quanto riguarda fisco e pensioni. Rispetto alla riforma Irpef, stamattina il ministro Giorgetti ha sostenuto che i provvedimenti aiuterebbero “il ceto medio e chi ha uno stipendio intorno ai duemila euro netti”. In realtà, per i redditi fino a 28 mila euro il risparmio sarà di circa 30 euro l’anno, mentre per i redditi di 200 mila euro sarà di oltre 400 euro, come certificato da Istat e Banca d’Italia.
“Aumento della pressione fiscale tranne che per le banche e per le imprese, vantaggi per i ceti medio-alti, nessun aiuto per la casa, austerità per una fascia di popolazione sempre più ampia, privatizzazioni del sistema sanitario e pensionistico, tagli agli enti locali e aumento delle spese militari”. Questa, in sintesi, è la Legge di bilancio classista del governo Meloni secondo Alessandro Volpi, docente presso il Dipartimento di Scienze politiche dell’Università di Pisa, intervenuto stamattina ai nostri microfoni.
Oggi su Radio Onda d’Urto anche:
A chiudere, l’appuntamento con Storia di Classe:
Pochi minuti, ogni giorno, per ripercorrere la storia (la “nostra” storia). Un evento storico, una mobilitazione politica, una rivolta, una lotta, tornando indietro nel tempo per conoscere la storia dei movimenti operai, di classe e rivoluzionari.
10 novembre 1995 - Muore il poeta nigeriano Ken Saro Wiwa








