Palestina: benzina sul fuoco da Usa e Israele, che ora assalta pure le librerie
10 febbraio: la memoria distorta della destra come clava sul presente | "La montagna non si arrende": in centinaia a difesa delle Terre Alte | Spionaggio: esposto di MSH sul caso Paragon
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Le trasmissioni, intanto, proseguono sulle nostre frequenze: alle 20 All that jazz; alle 21 Punk Rock City; alle 22 Desert Caravan; alle 23 Revolution Rock; a mezzanotte, infine, la replica di Rebeldias – Musica, Sogni e Resistenze al colonialismo
Qui tutti i modi in cui potete ascoltare in diretta Radio Onda d’Urto!
PALESTINA - Il ritiro dell’esercito israeliano dal corridoio di Netzarim, al centro della Striscia di Gaza, ha portato alla luce scene atroci, con il ritrovamento di corpi decapitati e scheletri. Le autorità di Gaza stimano che ci siano ancora tra i 10.000 e i 15.000 dispersi sotto le macerie, la maggior parte dei quali difficilmente identificabili a causa della mancanza di attrezzature adeguate. 48.208 è il bilancio, ufficiale ma parziale, delle vittime palestinesi in 15 mesi di genocidio per mano israeliana.
Centinaia di migliaia di palestinesi sono intanto tornati nel nord di Gaza, trovando le proprie abitazioni distrutte. La vita è resa estremamente difficile dalla mancanza di elettricità e acqua, costringendo molti a vivere in tende accanto alle macerie. Più a sud, le forze israeliane continuano comunque a sparare e uccidere palestinesi. Altre quattro vittime in 24 ore, in particolare attorno a Gaza City.
La situazione nella Cisgiordania Occupata è, al momento, addirittura peggiore. Le truppe di occupazione israeliane aumentano ancora l’intensità dell’assalto in corso dal 21 gennaio, quando Israele ha lanciato l’offensiva “Muro di ferro” che ha già portato all’uccisione di 80 palestinesi. 3 vittime nelle ultime ore, tra loro anche una donna incinta, Jamal Muhammad Shalabi, di 23 anni, ammazzata a Tulkarem. 35mila le persone sfollate, in fuga da soldati, carri armati, bulldozer e raid di droni e caccia militari, soprattutto tra Tubas, Tulkarem e Jenin. In 3 settimane di assedio, sono stati fatti prigionieri almeno 580 palestinesi, tra cui 60 bambini e adolescenti.
In mezzo a questo caos criminale, Netanyahu e Trump provano a fare fallire la seconda fase della tregua, incendiando l’intero Medio Oriente; il primo ha colpito ripetutamente il Libano, tra il Sud e la valle orientale della Beeka, mentre il tycoon Usa ha ribadito che “non c’è spazio per il diritto al ritorno” nel suo piano di deportazione forzata (e non si sa dove) dei palestinesi di Gaza, da trasformare in una specie di Las Vegas a stelle e strisce in mezzo al Medio Oriente.
In risposta a queste parole, e alla mancata attuazione israeliana di tutte le clausole del cessate il fuoco – come il blocco del ritorno dei civili sfollati, i raid comunque in corso e la mancata consegna degli aiuti - Hamas ha rinviato “fino nuovo avviso” lo scambio di prigionieri atteso sabato; Tel Aviv risponde allertando il proprio esercito “a ogni possibile scenario”, ripresa immediata della guerra compresa, a Gaza. Su questo, in corso “consultazioni” tra Netanyahu e Ministero della Difesa.
Gli aggiornamenti (qui) su Radio Onda d’Urto con Michele Giorgio, direttore di Pagine Esteri, corrispondente per Il Manifesto e nostro collaboratore.
Nel mirino dell’occupazione israeliana non ci sono comuqneu solo le persone, ma anche le case, i terreni, le piante e le...librerie. Ieri gli occupanti israeliani hanno fatto irruzione all’Educational Bookshop di Gerusalemme, la più famosa e prestigiosa libreria palestinese, sequestrando libri e arrestando i proprietari palestinesi, Mahmoud e Ahmed Muna, pare per “violazione della quiete pubblica”. Tra i volumi sequestrati, 8, pure un libro da colorare per bambini dal titolo…'Dal fiume al mare'.
Su Radio Onda d’Urto la voce, tradotta in italiano, di Mourad Muna, della Educational Bookshop di Gerusalemme:
CONFINE ORIENTALE - Oggi è il cosiddetto “Giorno del ricordo”, istituito nel 2004 per ufficializzare – di fatto – la narrazione della destra e dei neofascisti sulle vicende del confine orientale durante la Seconda guerra mondiale. Per l’occasione, previste iniziative e manifestazioni di gruppi fascisti e organizzazioni della destra in molte città italiane. In alcuni casi antifasciste e antifascisti hanno organizzato iniziative di piazza o incontri di carattere storico per rispondere alle commemorazioni delle destre; un appuntamento stasera, lunedì, è in calendario anche a Brescia (vedi qui).
Da Brescia a Vicenza, con una mobilitazione antifascista già ieri, domenica, contro l’aggressione neofascista (venerdì) di esponenti di Azione Studentesca, compagine giovanile di FdI. Alcuni neofascisti hanno preso a calci e pugni uno studente del liceo Pigafetta durante un volantinaggio, Paolo, “reo” di aver sfilato i volantini dalle mani dei neofascisti; per questo lo studente, di classe quarta, è stato inseguito nel cortile della scuola e colpito sul corpo, al volto e in testa.
Ai nostri microfoni Lorenzo, fratello di Paolo, che è ancora a letto a riposarsi dopo il pestaggio subito. A seguire, un breve stralcio dell’intervista, dal GR:
A Bologna invece componenti di Gioventù Nazionale, ala universitaria di Fdi sono entrati con un blitz a Palazzo d’Accursio, il Comune, per deporre una corona di fiori dopo aver sfilato in centro con una fiaccolata. Lo denuncia lo stesso Comune felsineo sottolineando che l’atto è avvenuto “senza alcun accordo” con l’amministrazione.
I giovani meloniani sono stati agevolati da esponenti di Fratelli d’Italia, tra i quali il capogruppo alla Camera Bignami e la consigliera comunale Zuntini, che avrebbe chiesto alla Polizia locale di entrare dall’ingresso riservato al personale politico. Nel frattempo, nelle strade di Bologna, al grido di “partigiani sempre” si muoveva un corteo antifascista “contro revisionismo storico e sdoganamento dei fascisti”, come spiega su Radio Onda d’Urto Federico, della nostra redazione emilianoromagnola.
Le voci da Vicenza e Bologna, su Radio Onda d’Urto, sono qui.
CRISI CLIMATICA - Domenica 9 febbraio 14 mobilitazioni simultanee, dalle Alpi agli Appennini, promosse da 31 realtà tra associazioni, collettivi e comunità territoriali coinvolte in una mobilitazione nazionale per garantire il futuro delle Terre Alte e contro i (controversi) giochi olimpici invernali Milano-Cortina del 2026.
“Le Terre Alte bruciano, e non è una metafora. Con lo zero termico a 4200 metri in pieno autunno, i ghiacciai che collassano e il permafrost che si scioglie, la montagna lancia segnali drammatici che non possiamo più ignorare” si legge nell’appello per la mobilitazione che si è tradotta con diverse modalità in tutta Italia, dalle Alpi al Molise.
Tutte le voci raccolte nell’iniziativa bresciana, tra Ponte di Legno e Tonale sono qui.
MIGRANTI - In Libia scoperte altre 2 fosse comuni contenenti i corpi di almeno 50 migranti, con ferite da arma da fuoco, tra Jakharrah e Alkufra, in mezzo al deserto. Proprio per impedire che i migranti trovati nel Mediterraneo vengano deportati nell’inferno libico esistono navi umanitarie come la mare Jonio, di Mediterranea Saving Humans (MSH), al centro in questi giorni anche di un caso di spionaggio internazionale, quello del software israeliano Paragon. Su questo oggi depositato un esposto al Centro di sicurezza cibernetica della polizia di stato di Palermo. Su Radio Onda d’Urto Laura Marmorale, presidente di MSH: la trovi qui.
Ancora migranti. Dopo il flop dei Cpr in Albania, la Meloni pensa a nuovo decreto per trasformare i fallimentari centri adriatici – al momento sono uno di prima accoglienza e uno di trattenimento – in Centri di permanenza per i rimpatri, dove portare i migranti destinatari di un decreto di espulsione. Alla base ci sarebbe l’idea che con i Cpr non sarebbe più necessaria una convalida da parte dei giudici per il trattenimento. “Ogni giorno il governo ci riserva la sua buona dose di perversione sul fronte migrazioni” replica in un comunicato la rete Mai più Lager – No ai CPR.
Su Radio Onda d’Urto abbiamo parlato anche di:
Boom di bambini soldato nel mondo: oltre 8mila, denuncia l’Onu.
Scuole in lotta: a Milano occupato lo storico liceo Manzoni.
A chiudere, l’appuntamento con Storia di Classe:
Pochi minuti, ogni giorno, per ripercorrere la storia (la “nostra” storia). Un evento storico, una mobilitazione politica, una rivolta, una lotta, tornando indietro nel tempo per conoscere la storia dei movimenti operai, di classe e rivoluzionari.
10 febbraio 1355: la sommossa studentesca di Santa Scolastica a Oxford.
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