
Palestina e Iran: bombe, bombe e ancora bombe
Cambiamento climatico: sotto attacco la "legge sul clima" lombarda I Cospito: domani sentenza di primo grado per 11 solidali I Usa: "No Kings Day", 2mila città contro Trump
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GAZA - Con gli occhi del mondo rivolti ai cieli di Teheran, Israele accelera il proprio piano di genocidio a Gaza. Solo oggi 68 morti, almeno 20 dei quali – ma il bilancio è parziale – nell’ennesimo tiro al civile contro migliaia di persone in cerca di qualcosa da mangiare. La Protezione civile della Striscia parla di almeno “20 morti e oltre 200 feriti a causa dei colpi d'arma da fuoco a Khan Yunis”. Le persone stavano cercando di raggiungere i cosiddetti centri di raccolta gestiti dalla Gaza Humanitarian Foundation, il Leviatano creato direttamente da Washington e Tel Aviv per accelerare la pulizia etnica della Striscia - in particolare del Nord - sparando nel contempo su chi cerca qualsiasi cosa da mangiare. Il numero totale delle vittime attorno alle aree designate per la cosiddetta distribuzione degli aiuti ha raggiunto, dalla loro apertura, quota 338, con oltre 2.831 feriti. Da ottobre 2023 il conteggio ufficiale delle vittime palestinesi è invece arrivato a 55.500, mentre di fatto tutti gli abitanti di Gaza, oltre 2 milioni, rischiano – secondo l’Onu – la fame “cronica e acuta”. L’aggiornamento della situazione con Philippe Lazzarini, portavoce dell’agenzia Onu Unrwa, nel comunicato odierno tradotto da Radio Onda d’Urto:
CISGIORDANIA - Le forze di occupazione israeliane hanno effettuato incursioni in diverse città e villaggi nei governatorati di Ramallah e Al-Bireh. Prese d'assalto le città di Birzeit, Silwad, Abwein e il campo profughi di Jalazone. Qui le forze israeliane hanno trasformato diverse abitazioni private in avamposti militari, sbarrando le strade con veicoli blindati. A Gerico diversi palestinesi feriti dai coloni, che hanno lanciato – indisturbati - grosse pietre contro auto in transito, mentre a Nablus – protetti dall’esercito – gli stessi coloni hanno tagliato dozzine di ulivi palestinesi.
IRAN - Dalla Palestina all’Iran, dove l’esercito israeliano sostiene di avere “piena superiorità aerea su Teheran” e dove Tel Aviv ha deciso di applicare le stesse tecniche terroristiche di Gaza; oggi pomeriggio lanciato un avviso di evacuazione ai residenti dei quartieri est e ovest della capitale Teheran, finiti pochi minuti dopo sotto attacco. Colpita, nei vari raid, per due volte la tv di stato iraniana, l’Irib, con diversi morti fra giornalisti e maestranze. Di “crimine di guerra” parla Teheran, da dove i Pasdaran - mutuando il comportamento degli isrealiani - hanno intimato nel tardo pomeriggio “l’evacuazione” di tutta Tel Aviv in vista di altri attacchi, che – secondo i media locali – potrebbero essere più pesanti di quelli delle scorse notti.
Da venerdì a oggi, i bilanci ufficiali parlano di 244 morti e 1500 feriti in Iran, mentre Israele annuncia 24 morti e 600 feriti: molti di questi ultimi sono però palestinesi con passaporto israeliano. I rifugi antiaerei scarseggiano infatti nelle città israeliane a maggioranza palestinese, come Tamra, colpita nel weekend da droni e missili iraniani.
Lato diplomatico. L'Iran avrebbe “segnalato la sua volontà di voler porre fine alle ostilità e riprendere i colloqui sul nucleare inviando messaggi a Israele e Usa”. Lo riporta il Wall Street Journal citando funzionari mediorientali ed europei. Teheran ha posto, come condizione, che gli Usa non prendano parte “attivamente” agli attacchi di Israele, lavorando invece “per una de-escalation”. Su questo fronte, però, va registrato invece un aumento del sostegno Usa a Netanyahu: la portaerei Uss Nimitz ha infatti lasciato il Mar Cinese Meridionale e punta sul Medio Oriente.
Tra Palestina e Iran su Radio Onda d’Urto puoi ascoltare:
CRISI CLIMATICA - Cambiamento climatico e Pianura Padana. Dopo giorni di temperature fino a 10 gradi sopra la media, il Nord Italia – a macchia di leopardo – si è trovato sott’acqua. Disagi, allagamenti e forti grandinate; treni fermi tra Verona e Vicenza, frana sul monte Antelao, nel Cadore; coinvolta la statale di Alemagna, la cosiddetta “strada delle Olimpiadi” (quelle invernali 2026) che porta a Cortina D’Ampezzo. Nel Bresciano invece, a Chiari, danni per una grandinata al reparto Radiologia dell’ospedale, con esami riprogrammati.
Proprio la Lombardia – e il Pirellone in particolare – sono però nel mirino di Legambiente, che sottolinea come la proposta di legge sul clima, in discussione al Consiglio regionale, escluda elementi chiave causa dell’inquinamento del territorio. Metano e i numeri monstre degli allevamenti intensivi sono infatti i grandi assenti.
Damiano Di Simine, responsabile scientifico di Legambiente Lombardia.
NO 41 BIS - Restiamo a Milano. Contro il 41 bis, l’ergastolo ostativo e a sostegno dell’esponente anarchico Alfredo Cospito, doppio appuntamento martedì nel capoluogo lombardo, in attesa della sentenza di primo grado del processo per il corteo dell’11 febbraio 2023. L’accusa ha chiesto condanne molto pesanti, che vanno dai 6 mesi ai 6 anni di reclusione per le 11 persone imputate a vario titolo. Organizzato un presidio davanti al Tribunale in corso Porta Vittoria alle ore 9, mentre alle ore 19 appuntamento alle Colonne di San Lorenzo.
USA - Infine, gli States, dove Trump annuncia una mano ancora più dura contro i migranti. “Dobbiamo ampliare gli sforzi per detenere e deportare i migranti A Los Angeles, Chicago e New York, dove vivono milioni di senza documenti”, ha detto, mentre per le strade di Los Angeles - epicentro dei rastrellamenti dell’ICE - restano migliaia di esponenti della Guardia Nazionale e 700 Marines, che hanno effettuato pure il primo arresto nei confronti di un civile statunitense.
Contro le deportazioni dell’amministrazione Trump e le sue politiche guerrafondaie, sabato 14 giugno 2mila manifestazioni convocate dal movimento “No Kings day”. Milioni le persone in strada in tutto il Paese, mentre Trump è ora atteso in Canada per il G7. Sul piatto le guerre in mezzo mondo, la repressione dei migranti - la sessione è stata affidata all’italiana Meloni - e soprattutto il tema dei dazi.
Su Radio Onda d’Urto l’intervista a Marina Catucci, giornalista e corrispondente da New York per il quotidiano “Il Manifesto”.
A chiudere, l’appuntamento con Storia di Classe:
Pochi minuti, ogni giorno, per ripercorrere la storia (la “nostra” storia). Un evento storico, una mobilitazione politica, una rivolta, una lotta, tornando indietro nel tempo per conoscere la storia dei movimenti operai, di classe e rivoluzionari.
16 giugno 1976: Rivolta antisegregazionista a Soweto, Sudafrica.