Palestina, la fame e le armi continuano a uccidere | In Grecia impedito lo sbarco di turisti israeliani, a Genova pronti a bloccare il porto
Davide Grasso ai microfoni di Radio Onda d'Urto per parlare di Siria | Femminicidio, approvato al senato all'unanimità il disegno di legge | A Pisa fiaccolata "Ci vogliamo vive"
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PALESTINA - Nelle ultime 24 ore sono almeno 10 i palestinesi morti per Malnutrizione forzata nella striscia di Gaza, portando il totale ad almeno 110 il totale ufficiale delle persone morte di fame, tra essi 80 sono bambini secondo i dati del Ministero della Salute di Gaza. Oggi è stata la giornata in cui 109 Ong hanno denunciato la sofferenza imposta alla popolazione palestinese, e ai loro operatori, dal governo israeliano e dai suoi soldati. Tra i firmatari, Medici senza frontiere, Save the Children e Oxfam, che dicono: “i nostri colleghi e coloro che assistiamo stanno morendo”. “Mentre l'assedio del governo israeliano affama la popolazione di Gaza, gli operatori umanitari si uniscono alle stesse file per il cibo, rischiando di essere colpiti solo per sfamare le loro famiglie”, si legge nella dichiarazione. Il direttore generale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato che "gran parte" della popolazione di Gaza sta morendo di fame. "Non so come altro definirlo se non persone che muoiono di fame in massa, ed è una cosa provocata dall'uomo. È chiarissimo, ed è a causa del blocco", ha dichiarato Tedros Adhanom Ghebreyesus in una conferenza stampa a Ginevra. "I 2,1 milioni di persone intrappolate nella zona di guerra di Gaza stanno affrontando un altro killer, oltre a bombe e proiettili: stanno morendo di fame. Stiamo assistendo a un aumento fatale dei decessi legati alla malnutrizione", ha aggiunto.
A questa dichiarazione Israele ha risposto senza ritegno, affermando di non essere responsabile della cronica carenza di cibo a Gaza, accusando invece i militanti palestinesi di Hamas di aver deliberatamente creato una crisi. "C'è una carenza artificiale, progettata da Hamas", ha aggiunto il governo, accusando i militanti di impedire la distribuzione del cibo e di saccheggiare gli aiuti per sé stessi. Eppure il sistema di distribuzione del cibo messo in piedi da Israele nella Striscia, la Gaza Humanitarian Foundation (Ghf), fondata su impulso di Israele per rimpiazzare la rete della distribuzione del cibo che da molti anni era formata da circa 200 ong, è criminale fin dalle intenzioni. I centri sono quattro, contro i 400 punti di distribuzione attivi in precedenza: per raggiungerli bisogna fare un viaggio lungo e pericoloso e passare notti o giorni interi in coda, con poche certezze di riuscire a ottenere davvero qualcosa. A questo si aggiunge quanto è evidente a tutti, inclusa una guardia di sicurezza statunitense che lavorava per la GHF: in un'intervista al canale israeliano Channel 12, l'ex dipendente ha descritto come gli appaltatori usassero spray al peperoncino, lanciassero granate stordenti o sparassero a palestinesi disarmati che non rappresentavano alcuna minaccia.
Sentiamo nel servizio realizzato dalla redazione un estratto della testimonianza di Faten Abu Shamallah, dello staff di Action Aid Gaza.
A Brescia si è svolto questo pomeriggio alle ore 18 un flash mob davanti al carcere di Canton Mombello, in solidarietà con i detenuti palestinesi. Attivisti e attiviste di Sanitari per Gaza, Associazione di amicizia Italia Palestina e Palmed Italia chiedono la scarcerazione immediata di tutto il personale medico e sanitario rinchiuso nelle carceri israeliane, oltre che la liberazione di tutti i palestinesi detenuti ingiustamente da Israele. In particolare l’attenzione si concentra sulla situazione riguardante il dottor Abu Safya e il direttore dell’ospedale di Gaza Kamal Adwan, detenuti illegalmente da Israele in condizioni disumane. Sono rinchiusi nel carcere israeliano di Ofer, vengono torturati e sono rinchiusi in isolamento.
Il collegamento con Marina Corti e Gabriele Pellegrini dei Sanitari per Gaza e con Alfredo Barcella dell’associazione di amicizia Italia Palestina. Ascolta o scarica
Una manifestazione di massa a sostegno della Palestina si è svolta martedì 22 luglio nell’isola di Syros in Grecia in occasione dell’arrivo della nave da crociera CROWN IRIS che trasportava passeggeri israeliani. La Grecia è una delle destinazioni turistiche preferite dagli israeliani, ci sono crociere e tour organizzati per i membri dell’IDF per trascorrere le vacanze in Grecia per riposarsi tra un massacro e l’altro. Da tempo residenti e visitatori dell’isola affermano che “i soldati dell’IDF, i coloni e i sostenitori della guerra e dell’occupazione della Palestina non sono i benvenuti sulla loro isola”. Denunciano inoltre il comportamento provocatorio dei turisti israeliani che sostengono il genocidio. Ai microfoni di Radio Onda d’Urto il racconto della giornalista Tonia Tsitsovits che riporta la testimonianza di una persona presente al porto e le valutazioni di Leonidas compagno attivo nel movimento greco di solidarietà con la Palestina Ascolta o scarica
Venerdì prossimo a Genova portuali in presidio per dichiarare la città zona off limits alle navi da guerra israeliane. La corrispondenza con José Nivoi del Collettivo autonomo lavoratori portuali
MEDIO ORIENTE - Per commentare i fatti recenti che riguardano la Siria e il Medio oriente abbiamo intervistato Davide Grasso, ricercatore in Sociologia politica al dipartimento di Culture, politica e società dell’Università di Torino e nostro collaboratore. Nei giorni scorsi, ha pubblicato un articolo su MicroMega a commento degli scontri e dei massacri a Suwayda, città a maggioranza drusa nel sud della Siria, e dei bombardamenti israeliani che hanno colpito a due passi dai palazzi governativi a Damasco. Ascolta l’intervista a Davide Grasso ai nostri microfoni.
FEMMINICIDIO - Il Senato ha approvato all’unanimità, nel pomeriggio di mercoledì 23 luglio 2025, il disegno di legge del governo Meloni sul femminicidio. Il provvedimento passerà ora alla Camera. La nuova norma introduce l’articolo 577-bis del codice penale e punisce con l’ergastolo chiunque provochi la morte di una donna “commettendo il fatto con atti di discriminazione, di odio o di prevaricazione, ovvero mediante atti di controllo, possesso o dominio verso la vittima in quanto donna”.
Nel paese reale, però, la strage dei femminicidi continua. L’ultimo caso si è verificato ieri, martedì 22 luglio 2025, nel quartiere di Sant’Ermete a Pisa. Samantha Del Gratta, 45 anni, è stata uccisa da un uomo di 50, il suo compagno, una guardia giurata, che le ha sparato con la pistola d’ordinanza.
“Ci vogliamo vive*, per Samantha, per tutte*”: con queste parole d’ordine la Comunità di quartiere di Sant’Ermete ha organizzato per questa sera, 23 luglio, alle 21, una fiaccolata.
Sulle frequenze di Radio Onda d’Urto è intervenuta Carla, della Comunità di Quartiere di Sant’Ermete. Ascolta o scarica.
…e ancora ai nostri microfoni…
A Vicenza, salvo dall’abbattimento il bosco Lanerossi, si sposta il cantiere TAV
Il commento di Antigone al piano carceri di Nordio
Sabato lo sciopero di 4 ore del comparto aereo
A chiudere, l’appuntamento con Storia di Classe:
Pochi minuti, ogni giorno, per ripercorrere la storia (la “nostra” storia). Un evento storico, una mobilitazione politica, una rivolta, una lotta, tornando indietro nel tempo per conoscere la storia dei movimenti operai, di classe e rivoluzionari.
23 Luglio 1967 La rivolta di Detroit
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