Palestina: le testimonianze delle attiviste impegnate in Cisgiordania, l'aggiornamento da Gaza
Lavoro: il punto sulle lotte operaie in corso | Brescia: al freddo gli studenti del Liceo Leonardo e gli inquilini della Torre Cimabue | Pop Club: presentata la line-up completa
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PALESTINA - La Cisgiordania occupata è investita, in queste ore, da decine di attacchi – separati ma coordinati – di esercito, polizia e coloni. L’elenco è sterminato, a partire dalla vasta operazione di rastrellamento dell’esercito di occupazione contro la Resistenza palestinese e popolazione. Nel mirino intere città, in particolare Tubas, Aqaba, Tamoun, Tayasir; solo qui 45 rapiti e 10 feriti, di cui 4 ricoverati in ospedale. Tra loro anche un 85enne, in condizioni serie, a causa del pestaggio da parte degli israeliani. Un ferito pure nel raid contro il campo profughi di Shuafat, a nord di Gerusalemme occupata, dove nella Città Vecchia centinaia di coloni hanno fatto irruzione nella Spianata delle Moschee. A sud di Hebron, Masafer Yatta, nuovo assalto dei coloni con spranghe e bastoni; 3 feriti. Un altro ferito, grave, è un operaio che cercava di entrare in Israele per guadagnarsi il pane, aggirando muri, check point, militari. Su questo l’Onu denuncia: “l’economia dei Territori palestinesi occupati è al collasso per il colonialismo”.
Sulla situazione in Cisgiordania Occupata, oggi abbiamo raccolto:
A Gaza, intanto, raid israeliani tra Beit Lahia (2 morti e 2 feriti gravi), Bani Suheila (2 morti), Rafah e Khan Yunis, dove – nell’area costiera di Al Mawasi – decine di migliaia di persone cercano un qualche tipo di riparo, dopo le ennesime inondazioni di ieri, tra pioggia, vento e maree. Il tutto mentre il bilancio delle vittime dal 7 ottobre ha raggiunto quota 69.787, con 171mila feriti e migliaia di dispersi. In 24 ore, 12 corpi arrivati negli ospedali, tra cui 4 vittime appena dichiarate e 8 i cui resti sono stati recuperati sotto le macerie, oltre a 20 feriti. Dal cessate il fuoco dell’11 ottobre, 349 morti, 900 feriti, 600 corpi recuperati.
Ancora Palestina, ma lasciando il Medio Oriente. L’Associazione della stampa estera torna a denunciare l’impossibilità di documentare cosa accade a Gaza. Finora, il mondo ha potuto avere notizie del genocidio israeliano grazie al lavoro dei giornalisti palestinesi di Gaza, presi sistematicamente di mira dall’Idf che ne ha massacrati 250. L’Ase ha presentato una petizione all’Alta Corte di Gerusalemme per l’accesso indipendente alla Striscia. Il governo di Tel Aviv ha però chiesto e ottenuto un rinvio al 4 dicembre. Con ogni probabilità il divieto verrà rinnovato.
Infine l’Italia. Ha presentato domanda di protezione internazionale (l’equivalente dell ‘asilo politico’) Mohamed Shahin, cittadino egiziano da 21 anni in Italia e tra i volti più noti delle mobilitazioni per la Palestina a Torino, destinatario di un decreto di espulsione e di accompagnamento alla frontiera firmato dal ministro Piantedosi. Ora Shahin si trova nel Cpr di Caltanissetta. Domani se ne tornerà a discutere in una nuova udienza davanti a un giudice di pace del capoluogo piemontese, dove cresce la campagna per la liberazione di Shahin, che in caso di deportazione in Egitto rischia tortura e morte, viste le sue forti critiche non solo nei confronti dell’occupante israeliano ma pure dell’autocrate egiziano Al Sisi. Per Shahin domani presidio sotto la Prefettura di Torino e in altre città. Di seguito, Rita Rapisardi, giornalista freelance da Torino e collaboratrice de Il Manifesto
LAVORO - Due feriti, di cui uno grave, oggi in un’officina meccanica di Forlì. Sarebbe esploso uno pneumatico di una vettura, colpendo in pieno i due operai. Un ferito, elettricista di 35 anni, anche a Passirano (Brescia). L’uomo stava lavorando in una abitazione quando è stato investito dal suo stesso furgone che lo ha parzialmente schiacciato. Le sue condizioni sono serie ma non sarebbe in imminente pericolo di vita.
Si continua dunque a morire di lavoro, ma anche a lottare per esso.
A Madonna dell’Acqua (Pisa), lavoratori e lavoratrici AFS-BRT, in picchetto da 8 giorni con il sindacato sociale Multi, hanno ottenuto un primo accordo con la proprietà. “E’ una tregua – spiegano – e un primo accordo. Lo sciopero è terminato, oggi si rientra a lavoro con la consapevolezza di poter alzare la testa, far rispettare i propri diritti e la dignità e che se toccano uno toccano tutti. La lotta comunque continua”.
Qui il racconto e l’analisi a caldo di Simone, coordinatore del ramo logistica della MULTI – Sindacato Sociale
Dalla Toscana passiamo alla Sardegna. La ministra del Lavoro Calderone ha risposto all’invito degli operai della Eurallumina di Portovesme e venerdì pomeriggio sarà nello stabilimento del Sulcis Iglesiente. “Speriamo – spiegano i lavoratori -di poter arrivare alla soluzione finale di questa vertenza. Diversamente noi al 31 dicembre siamo finiti” hanno ribadito, ricordando che le sanzioni Ue alla Russia hanno congelato le attività della società russa che gestisce Portovesme; la liquidità terminerà a fine anno. Da qui la protesta dei lavoratori, da 10 giorni in cima a un silos posto a 40 metri d’altezza, dove oggi hanno incontrato i segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil.
Qui l’aggiornamento sulla situazione di Fausto Durante. segretario Cgil Sardegna
Infine la Lombardia, dove questa mattina si è tenuto presso il Tribunale di Milano un presidio per la seconda udienza per il licenziamento della maschera della Scala che esclamò “Palestina Libera!” alla presenza della premier Meloni, a cui è seguita una conferenza stampa indetta dalla Cub per presentare gli appuntamenti milanesi.
Qui il resoconto di Jessica Todaro Cub Milano, di cui potete ascoltare di seguito un estratto
Tra gli appuntamenti segnalati dalla Cub, spicca quello di venerdì 28 novembre, ovvero lo sciopero generale di tutto il sindacalismo di base contro i salari da fame, la finanziaria di guerra e le complicità nel genocidio e occupazione israeliana in Palestina. Previsti cortei in tutta Italia: a Brescia appuntamento alle ore 9 in piazzale Cesare Battisti (qui tutti i dettagli). Sabato, invece, due cortei nazionali: uno a Roma, con appuntamento alle 14 a Porta San Paolo, e uno a Milano, con concentramento sempre sabato alle ore 14.30 in piazza XXIV maggio.
Sempre in tema di sciopero generale, e di lavoro, sulle nostre frequenze anche:
BELGIO: sciopero generale contro la manovra del governo.
La corrispondenza di Giacomo della nostra redazione
BRESCIA - Temperature basse anche in città a Brescia in questo fine novembre 2025, ma questo non sembra interessare istituzioni scolastiche, Comune e Aler. Sono senza riscaldamento, infatti, sia studentesse, studenti e personale del liceo Leonardo, sia inquiline e inquilini delle case popolari della Torre Cimabue di San Polo.
In una lettera inviata ai giornali, i rappresentanti d’Istituto del liceo Leonardo di Brescia denunciano “la mancanza parziale o totale del riscaldamento in aule, laboratori di informatica, laboratori di scienze e in auditorium. Nonostante le decine di segnalazioni verbali e scritte fatte alla Presidenza, la DSGA e la vicepresidenza la situazione non è cambiata. Ci viene costantemente ribadito che il problema non è risolvibile e che la responsabilità è della provincia, che non risponde alle chiamate del dirigente e che, da quanto riportato da lui, non avrebbe nemmeno un referente per il riscaldamento”
Vengono anche segnalate perdite di acqua all’interno delle classi e nei laboratori di informatica. “Queste problematiche strutturali, che si protraggono ormai da anni, ci fanno non solo preoccupare per la sicurezza degli ambienti e delle persone, ma anche adirare per l’inadempienza della provincia ai suoi doveri nel garantire il diritto ad un’istruzione sicura” aggiungono nella lettera i Rappresentanti d’Istituto.
Situazione simile alla Torre Cimabue di San Polo dove da alcuni giorni sono senza riscaldamento e senza acqua calda diverse famiglie. “Nonostante l’intervento dell’Aler il problema non si è risolto” denuncia a Radio Onda d’Urto Mariam, del Comitato inquilini della Torre Cimabue. Potete ascoltare qui il suo racconto.
POP CLUB PER JEAN-LUC STOTE - Chiudiamo la newsletter di oggi con la presentazione della line-up prevista in occasione del prossimo Pop Club, una delle tante creazioni di Jean-Luc Stote, storico redattore di Radio Onda d’Urto, scomparso il 30 settembre.
Un appuntamento, quello previsto domenica 7 dicembre al csa Magazzino 47 di via Industriale 10 a Brescia (ore 15 alle 22), per ricordare assieme Jean-Luc nel modo che, crediamo, avrebbe preferito. Sul palco tante band tra musica dal vivo, bar aperto, aneddoti, racconti su e per il nostro Jean, che – ricordava sempre – “per non morire deficienti…bisogna uscire la sera”.
Qui la presentazione della giornata di Simone, della redazione musicale di Radio Onda d’Urto. Di seguito un frammento del suo discorso
Oggi sulle nostre frequenze anche:
VIOLENZA DI GENERE: in 10mila in corteo a Milano.
Occupato simbolicamente il villaggio olimpico, simbolo della speculazione selvaggia della città. Il resoconto di Elena di Non Una di meno Milano.
A chiudere, l’appuntamento con Storia di Classe:
Pochi minuti, ogni giorno, per ripercorrere la storia (la “nostra” storia). Un evento storico, una mobilitazione politica, una rivolta, una lotta, tornando indietro nel tempo per conoscere la storia dei movimenti operai, di classe e rivoluzionari.
26 Novembre 1924 - Nasce la Repubblica popolare di Mongolia.







