Palestina: morti a Gaza, arresti in West Bank, repressione in Italia
Torino: Askatasuna rilancia la lotta contro lo sgombero I Manovra: il testo in Senato I Scuola: l'Ue boccia l'Italia per il precariato di chi lavora nel sostegno
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Radio Onda d’Urto prosegue le sue programmazioni in occasione del periodo natalizio. La newsletter si prende una pausa, dal 25 dicembre al 4 gennaio, mentre sulle frequenze antagoniste del Gatto Nero, dal 22 dicembre 2025 al 7 gennaio ci sono alcuni cambi di palinsesto. Li trovi tutti qui.
PALESTINA - In 24 ore nella Striscia di Gaza sono 12 i cadaveri arrivati in ospedale; 8 corpi recuperati da sotto le macerie in attacchi precedenti, 4 invece vittime di nuovi raid, come i 2 morti di oggi pomeriggio a Shuja’iyya, nella parte orientale della città di Gaza. Questo vuol dire il cessate il fuoco, quello in vigore dall’11 ottobre; da alora sono stati ammazzati 405 palestinesi, con il totale ufficiale dal 7 ottobre 2023 arrivato a 70.937, oltre a migliaia di corpi tutt’ora sotto le macerie.
Tutta la Striscia, in realtà, è una maceria, tra distruzione totale e condizioni di vita infernali, mentre gli aiuti entrano con il contagocce. Con l’arrivo dell’inverno e della tempesta Byron, poi, i due milioni di sfollati di Gaza – in particolare i neonati - muoiono anche di freddo, costretti ad alloggiare in tende fatiscenti e allagate. In tutto questo Tel Aviv ha introdotto nuove norme impedire, di fatto, alle ong internazionali di fornire servizi essenziali a Gaza e in Cisgiordania Occupata, dove prosegue l’azione dei coloni israeliani, che hanno ferito un cittadino palestinese nei dintorni di Betlemme e altri 3 vicino Gerusalemme. Non si fermano nemmeno i raid militari; nord di Hebron, nord-est di Ramallah e ad al-Bireh, nord-est di Gerusalemme, nel villaggio di Anata. 17 in totale gli arrestati, mentre il governo Netanyahu ha approvato altri 19 insediamenti coloniali illegali in West Bank, in particolare nel nord.
Infine il Libano. 3 morti in un raid israeliano contro un veicolo vicino a Sidone. Tel Aviv usa la stessa litania di sempre, ossia sostiene di “aver colpito” quelli che definisce “terroristi di Hezbollah a Sidone”. L’attacco a pochi km da dove il ministro Crosetto stava incontrando i militari di Roma, quelli della missione Unifil.
Ancora Medio Oriente, ma dall’Italia. Attacco sionista a Roma. Forzata la sede di Sinistra italiana a Testaccio. All’interno affissi adesivi con scritto “Hamas stupratori assassini”. Sempre a Roma si trova Israel Yitzhki, soldato israeliano la cui brigata, “Tzabar” si è macchiata di crimini di guerra contro i palestinesi e le loro proprietà, come confermano foto e post pubblicati da lui stesso. La Tzabar è stata tra le prime unità israeliane a entrare a Gaza nell’ottobre 2023, distruggendo il nord. La denuncia, presentata alla Procura capitolina, è della Fondazione Hind Rajab, bambina uccisa a Gaza nel 2024. “L’Italia – denuncia la Fondazione - non può essere il suo rifugio”.
Sempre in Italia la Commissione di Garanzia ha dichiarato illegittimo quello generale dello scorso 3 ottobre, indetto dai sindacati di base e dalla Cgil con la parola d’ordine “Blocchiamo tutto” a supporto della resistenza palestinese e della Global Sumud Flotilla. Il garante – nonostante un genocidio e, in quelle ore, pure del rapimento in acque internazionali di cittadini anche italiani - non ha riconosciuto il carattere d’urgenza della mobilitazione, che bypassa i 10 giorni di preavviso previsti dalla legge. Ora Usb, Cub, Sgb, Cobas Sardegna, Cib-Unicobas e Cgil rischiano sanzioni dai 2.500 ai 50mila euro e possibili sanzioni accessorie; sospensione dei distacchi, dei permessi e contributi sindacali. Cub e Sgb hanno già annunciato ricorso ricordando scioperi generali analoghi: contro l’inizio della Guerra nel Golfo e contro la partecipazione dell’Italia alla guerra in ex Jugoslavia.
Restiamo in Italia. A San Lazzaro di Savena, Bologna, presidio di insegnanti, studenti e genitori al liceo Mattei, finito al centro delle attenzioni non volute nè desiderate del ministro Valditara dopo che un genitore ha denunciato la decisione di un insegnante di far partecipare una classe a un webinar tenuto da Francesca Albanese. Mille le firme raccolte in solidarietà con la docente e gli alunni che hanno partecipato al webinar con la Albanese, “per la libertà di insegnamento”.
Da Bologna a Vicenza: al liceo Fogazzaro annullati tre laboratori sulla Palestina, in un’assemblea d’istituto regolarmente organizzata per domani. La cancellazione è avvenuta a seguito del richiamo a presunte “direttive ministeriali”, motivate con la necessità di garantire un non meglio specificato “contraddittorio”. La denuncia arriva dalla Rete Studenti Medi del Veneto, che domani ha indetto sciopero con una contro-assemblea di informazione, confronto e condivisione sulla Palestina.
Su Radio Onda d’Urto puoi ascoltare:
Meri Calvelli, direttrice del Centro Vik di Gaza e cooperante di ACS.
Guido Lutrario, esecutivo nazionale Usb, sull’attacco al diritto di sciopero
ASKATASUNA - L’Askatasuna di Torino rilancia la lotta, sia con il presidio permanente fuori dal centro sociale che 2 scadenze più ampie: assemblea generale il 17 gennaio, corteo nazionale il 31 gennaio. Intanto prosegue il presidio permanente in corso Regina Margherita, a pochi metri dal centro sociale sgomberato giovedì con una maxi operazione poliziesca ordinata da Piantedosi e Meloni. Da allora l’intero quartiere di Vanchiglia è blindato, in una riedizione metropolitana di quanto accade, da anni, ai cantieri Tav in val di Susa. Attorno all’Aska polizia 24 ore su 24, residenti costretti a mostrare i documenti, blindati, reti e new jersey, gli stessi a cui hanno provato ad avvicinarsi sabato 10mila compagne-i, scontrandosi con la polizia tra lacrimogeni e idranti. Per ora 3 denunce, cioè chi era a bordo del furgone d’amplificazione sequestrato dalla polizia. I tre sono stati trattenuti fino al mattino di domenica in commissariato e poi rilasciati, con cellulari sequestrati e denuncia a piede libero per manifestazione non autorizzata e resistenza.
Su Radio Onda d’Urto puoi ascoltare:
MANOVRA CON L’ELMETTO - Sbarca in Senato la manovra economica ultraliberista e bellicista del governo Meloni. Incassato il via libera della Commissione Bilancio, i relatori della maggioranza presentano il testo a Palazzo Madama, dove verrà votato mercoledì 23 dicembre. Nel maxi emendamento finale, approvato in fretta e furia per poter votare la legge prima di Natale, la destra al governo ha infilato la stretta sulle pensioni, con l’ennesimo allungamento dell’età pensionabile, la spinta verso i fondi pensione privati, la scomparsa di Opzione donna e delle pensioni anticipate, nuovi regali alle imprese e il taglio al Fondo per lo sviluppo e la coesione. Dentro la Legge di bilancio del governo Meloni, tra i capitoli di spesa più importanti, c’è quello relativo al riarmo. La premier, del resto, ha spiegato il suo punto di vista durante l’intervento online di rito al Comando operativo di vertice interforze per fare gli auguri ai contingenti italiani all’estero: “lo strumento più efficace contro le guerre – secondo Meloni – è la forza degli eserciti”.
Sulla manovra economica e i soldi per le armi in manovra su Radio Onda d’Urto Roberto Ciccarelli, giornalista economico de Il Manifesto.
SCUOLA PRECARIA - L’Italia viola il diritto degli insegnanti di sostegno “a guadagnarsi la vita con un lavoro liberamente scelto” a causa dell’elevata percentuale di assunzioni “con contratti precari”, motivo per il quale “almeno il 30% di loro non ha potuto seguire la formazione necessaria per fare questo lavoro”. Lo ha stabilito, all’unanimità, il Comitato europeo dei diritti sociali, organo del Consiglio d’Europa, accogliendo il ricorso 2021 dell’Anief. Per lo stesso organo, la precarietà degli insegnanti viola anche il diritto a un’istruzione inclusiva degli alunni con disabilità.
Su Radio Onda d’Urto trovi anche:
A chiudere, l’appuntamento con Storia di Classe:
Pochi minuti, ogni giorno, per ripercorrere la storia (la “nostra” storia). Un evento storico, una mobilitazione politica, una rivolta, una lotta, tornando indietro nel tempo per conoscere la storia dei movimenti operai, di classe e rivoluzionari.
22 dicembre 1988: omicidio di Chico Mendes in Brasile.









