Palestina: una cinquantina di morti in 24 ore di "cessate il fuoco"
Femminicidio: Gorla (Milano) in piazza "Per Pamela e per tutte" I Ucraina; prove di incontro a Budapest tra Trump e Putin I Dopo 20 anni, la Bolivia va a destra
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GAZA - L’inviato speciale Usa Witkoff e il genero di Trump, Kushner, oggi in Israele, mentre il vicepresidente Vance arriverà domani. In cantiere incontri con Netanyahu e alti funzionari israeliani, per evitare che la tanto sbandierata “storica pace” di Trump duri lo spazio...di una settimana, visti i continui attacchi di Tel Aviv.
Motivazioni analoghe hanno spinto l’Egitto a ospitare al Cairo colloqui con Khalil Al-Hayya, plenipotenziario di Hamas in esilio. A darne annuncio la stessa Hamas, che fa poi sapere di avere ritrovato, sotto le macerie, i resti di un altro prigioniero israeliano, consegnato questa sera alla Croce Rossa Internazionale.
Israele, intanto, torna ad accusare senza alcuna prova la Resistenza palestinese di violare ‘deliberatamente’ il cessate il fuoco a Gaza, di ‘oltrepassare la linea gialla a est di Gaza City’ e di ‘rappresentare una minaccia’ per le truppe israeliane. Il risultato sono morti, feriti e distruzione: solo oggi ammazzati 4 palestinesi, mentre ieri Israele che ha scagliato 153 tonnellate di bombe, prendendo a pretesto la morte di 2 soldati occupanti a Rafah, nel quale Hamas sostiene di non avere avuto ruolo, per attaccare: 42 vittime. Presa di mira una tenda di sfollati nel campo profughi di Nuseirat, uccidendo sei palestinesi; altri 6 nel nord di Gaza. Decine i feriti; tra loro il cuoco della cucina di comunità sostenuta da Gaza Freestyle.
57 corpi, di cui 12 recuperati da sotto le macerie, e 158 feriti, trasportati negli ospedali di Gaza nelle ultime 48 ore. Dall’entrata in vigore del cessate il fuoco l’11 ottobre, 80 palestinesi uccisi e altri 300 feriti. Recuperati anche i corpi di 426 palestinesi ammazzati in precedenza, mentre chi resta in vita continua a cercare cibo, farmaci, ripari; su questo Tel Aviv rende noto di aver riaperto i valichi di Kerem Shalom e Kissufi, ma non Rafah, il più grande, mai in funzione dall’inizio del cessate il fuoco.
CISGIORDANIA OCCUPATA - Israele, indisturbata, attacca pure la Cisgiordania Ooccupata, dove dal 7 ottobre 2023 a oggi sono state ammazzate oltre 1000 persone; 10mila invece quelle rapite e cacciate nelle galere dell’occupante. Le ultime, 11, stamattina, tra Qalqilya, Ramallah, Nablus. Intimidizioni e aggressioni di coloni protetti dall’esercito si registrano anche in diverse altre zone della Cisgiordania, dove viene ostacolata come ogni anno la raccolta delle olive, snodo fondamentale per l’economia e per lo stesso tessuto sociale e relazionale dell’intera società palestinese.
SOLIDARIETA’ MILITANTE - In Italia invece occupata la facoltà di Sociologia dell’Università di Trento “per bloccare una quotidianità complice del genocidio in corso in Palestina” dicono studenti-esse che criticano l’ateneo trentino: “continua ad avere accordi e collaborazioni attive con gli atenei israeliani che producono un sapere che legittima e supporta concretamente il genocidio”.
Da Trento a Varese, dove da Malpensa è previsto un volo con 5 carichi di ali di F-35 diretti negli USA e da lì...verso Israele. I GPI di Milano, insieme a lavoratori-trici, hanno convocato un presidio al terminal 1 dell’aeroporto “per denunciare il coinvolgimento italiano nella filiera bellica a sostegno dell’aggressione israeliana”. Il presidio sta iniziando proprio in questi minuti, alle 19.30, al varco numero 1. La presentazione dell’iniziativa di lotta con Jawan Aklouk, Giovani Palestinesi Milano
Infine Brescia e dintorni: nel fine settimana un gruppo informale di abitanti dell’Alto Garda – composto da una settantina tra cittadini-e – è salito sul monte Colodri per appendere e lasciar sventolare dalla sua cima una grande bandiera palestinese, (5×15 metri) cucito da un variegato gruppo di cittadini e cittadine dell’Alto Garda. Ascolta qui Filippo, del gruppo informale di solidali dell’Alto Garda.
A Brescia città, invece, dopo il corteo di sabato, il Coordinamento Palestina ha già lanciato un’altra iniziativa; una grande assemblea pubblica per discutere assieme di come portare avanti la mobilitazione per la Palestina nelle prossime settimane. Appuntamento lunedì prossimo, 27 ottobre, ore 20.30, al Centro socioculturale di via Livorno, 7, quartiere Chiesanuova, Brescia. Parteciperà anche Josè Nivoi, portuale di Genova, di Calp e Usb, già sulla Global Sumud Flotilla. Maggiori informazioni qui
UCRAINA - Da uno scenario di conflitto all’altro. Negli Usa nuovo incontro tra Trump e Zelensky sulla guerra in Ucraina. Intanto, al Consiglio del Lussemburgo, il ministro degli Esteri francese Jean-Noël Barrot ha proposto “un ventesimo pacchetto sanzioni, concentrato su Paesi terzi che sostengono in modo diretto o indiretto lo sforzo bellico della Russia”.
All’orizzonte si prepara però il vertice di Budapest, che dovrebbe portare a un confronto diretto tra Trump e Putin. Cosa aspettarsi da questo ennesimo vertice, e come valutare quello appena terminato tra il presidente statunitense e il premier ucraino? Su Radio Onda d’Urto Fulvio Scaglione, direttore di InsideOver, già corrispondente da Mosca per Famiglia Cristiana.
USA - Dentro gli Usa, intanto, il fine settimana è stato monopolizzato dalla seconda edizione del “No Kings Day”. Mobilitate 7 milioni di persone in 2.700 città. I numeri sono notevoli: 350.000 a New York, 200.000 a Washington DC, 100.000 a Chicago e Boston, e decine di migliaia in più nel sud della California e città come Minneapolis e Austin. 2 milioni di persone in più rispetto alla precedente protesta di giugno.
BOLIVIA - Più a sud finisce l’era del MAS – Movimento Al Socialismo – al potere in Bolivia. Dopo quasi 20 anni, gli ultimi dei quali trascorsi tra lotte fratricide tra Morales e Arce e ripetuti scontri, sia legali che nelle piazze, il MAS (scivolato a poco più del 3% nel primo turno) lascia i palazzi del potere di La Paz e di Sucre alla destra.
Il senatore Rodrigo Paz ha vinto il secondo turno delle presidenziali in Bolivia; il suo Partito democratico-cristiano ha ottenuto il 55%, mentre l’ex presidente Jorge Quiroga (in carica dal 2001 al 2002), candidato dell’estrema destra in salsa Milei-Trump, si è fermato al 45%. A spingere Paz alla vittoria anche la popolarità del suo numero due, il 40enne ex capo della Polizia Edmand Lara, conosciutissimo sui social con il nickname “Capitan Lara”.
Dopo la vittoria Paz ha diffuso un breve messaggio riassumendo la sua visione della Bolivia con la formula «Dio, patria e famiglia», ribadendo di volere applicare fin da subito il proprio programma elettorale liberista, chiamato “capitalismo per tutti”.
Paz ha poi espresso “gratitudine per il sostegno offerto dagli Stati Uniti, attraverso il vicesegretario di Stato Usa, Christopher Landau, per poter mantenere uno stretto rapporto con uno dei governi più importanti del mondo”. Proprio da Washington brinda al risultato il segretario di Stato Usa, Marco Rubio, che ha voluto “congratularsi con il popolo boliviano… gli Stati Uniti sono pronti a collaborare con la Bolivia su priorità condivise, tra cui porre fine all’immigrazione illegale, migliorare l’accesso al mercato per gli investimenti bilaterali e combattere le organizzazioni criminali transnazionali per rafforzare la sicurezza regionale”
Su Radio Onda d’Urto l’intervista a Julio Cesar, compagno boliviano del MAS da anni in Italia.
VIOLENZA DI GENERE - E’ stata trovata agonizzante in un appartamento: operata d’urgenza, le è stata asportata la milza. Sarebbe stata picchiata e poi colpita più volte con un bastone. L’aggressione a una ragazza di 24 anni è avvenuta a Trana, in Val Sangone, fra le montagne di Torino. La procura ha disposto il fermo del fidanzato: un uomo di 58 anni, residente in paese, che frequentava la ragazza da circa un mese. La ragazza, è uscita dal coma e, non appena le sue condizioni lo permetteranno, sarà ascoltata dal pm. Il fascicolo è aperto per lesioni gravissime.
E’ invece morta a Milano, con 30 coltellate sferrate dall’ex compagno, Pamela Genini. Domenica il quartiere Gorla, dove la 29enne viveva, ha voluto ricordarla con una partecipatissima fiaccolata. Presente anche Uma Smirnova, la mamma di Pamela. In testa al corteo lo striscione: “Per Pamela per tutte”. Su Radio Onda d’Urto la ricostruzione della mobilitazione con una compagna di NUDM Milano.
Su Radio Onda d’Urto puoi anche ascoltare:
A chiudere, l’appuntamento con Storia di Classe:
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