Ramez, ucciso a Gaza mentre distribuiva acqua agli sfollati di Nuseirat
Salpata per la Striscia la Handala di Freedom Flotilla | La polizia carica gli operai alla Gruppo 8 di Forlì | Desenzano (BS): maturando diserta l'orale contro la scuola "punitiva e repressiva"
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PALESTINA - Prosegue il genocidio per mano israeliana in Palestina. Gli attacchi delle forze di occupazione avrebbero ucciso oggi almeno 47 persone. Tra le vittime dei raid c’è anche Ramez Almajdalawi, fratello di Rahed Almajdalawi, uno dei medici palestinesi che lavorano a Brescia e che partecipano alle iniziative di solidarietà internazionale del locale Coordinamento Palestina e dei Sanitari per Gaza.
Ramez Almajdalawi è stato colpito e assassinato, deliberatamente, dai militari israeliani mentre guidava un camion-cisterna per distribuire l’acqua agli sfollati del campo profughi di Nuseirat, vicino Deir el Balah. Aveva poco più di 45 anni. Su Radio Onda d’Urto, per dare la notizia, è intervenuto Muhannad Abu Hilal, medico palestinese attivo nei Sanitari per Gaza e nel Coordinamento Palestina di Brescia. Di seguito un estratto dal suo contributo:
Netanyahu intanto conferma di non aver alcuna reale intenzione di fermare la pulizia etnica in corso: il premier israeliano avrebbe promesso al ministro-colono Smotrich che, anche nel caso si raggiungesse una eventuale tregua di 60 giorni, trascorso il periodo concordato l'Idf riprenderà l'assedio e il genocidio a Gaza. "È nostra intenzione trasferire la popolazione della Striscia a sud e imporre un assedio al nord di Gaza", avrebbe assicurato Netanyahu al collega secondo quanto riportato dai media di Tel Aviv. Da Doha, in Qatar, dove teoricamente sarebbe in discussione l’accordo di tregua, non ci sono novità significative.
Sul piano della solidarietà internazionale, invece, Freedom Flottilla Coalition è salpata di nuovo, stavolta con l’imbarcazione Handala, da Siracusa (in Sicilia), alla volta della Striscia di Gaza. Obiettivo: raggiungere le coste palestinesi, rompere l'assedio criminale israeliano e portare aiuti umanitari alla popolazione palestinese. Su questo noi abbiamo intervistato Zaher Darwish, coordinatore per l’italia della Freedom Flotilla. Di seguito un estratto del suo intervento:
MEDIO ORIENTE - Ancora dal vicino oriente: è salito a 89 persone uccise il bilancio degli scontri in corso nel sud-ovest della Siria tra le bande jihadiste che compongono l'attuale esercito di Damasco e le milizie della minoranza drusa. Più di cento i feriti, alcuni in gravi condizioni. Lo riferisce l'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria, mentre l’Amministrazione autonoma della Siria del nord e dell’est (Rojava) e le Forze siriane democratiche (Sdf) invitano tutte le parti in causa a cessare il fuoco immediatamente.
LAVORO - Cariche di polizia oggi pomeriggio ai cancelli della Gruppo 8 di Forlì, dove i lavoratori sono in sciopero e picchetto supportati dal sindacato di base Sudd Cobas. Difendono il proprio posto e contratto di lavoro, "conquistato dopo anni di lotte", sottolineano dal sindacato. Fino a dicembre, infatti, i lavoratori di questa azienda erano costretti a vivere dentro il capannone, dove cucinavano anche, con le bombole del gas e i cavi elettrici scoperti. Grazie alla lotta, hanno ottenuto condizioni di lavoro almeno dignitose. Per questo i padroni della multinazionale HTL, con sede a Singapore, ora vogliono chiudere lo stabilimento e delocalizzare la produzione in Cina, licenziando quindi gli operai. Le manganellate della celere, oggi, hanno mandato tre lavoratori all'ospedale. Gli altri operai stanno resistendo ai nuovi tentativi di sgombero sdraiandosi sotto i motori dei camion bloccati. Nel corso del pomeriggio abbiamo raccolto due corrispondenze dal presidio.
SCUOLA - Continuano a emergere casi di studenti e studentesse delle scuole superiori che si stanno rifiutando di sostenere l’esame orale alla maturità per protestare contro l’attuale modello di scuola.
Succede anche in provincia di Brescia. Contrario ad una concezione “ottocentesca, punitiva e repressiva” del sistema scolastico Enea, ormai ex studente del liceo Girolamo Bagatta di Desenzano del Garda, militante del Collettivo Gardesano Autonomo e del Fronte della Gioventù Comunista, si è rifiutato di sostenere l’esame orale. La decisione è stata presa dopo aver sostenuto gli esami scritti, durante i quali aveva ottenuto un punteggio “inferiore alla media di tutto l’anno precedente”, in particolare durante la prima prova.
Dopo aver sostenuto i due esami scritti, Enea aveva già il punteggio necessario per la promozione. Per lui non era quindi fondamentale sostenere l’orale per essere promosso. Stamattina lo abbiamo intervistato.
Oggi, sulle frequenze di Radio Onda d’Urto anche:
Dazi Usa: la nostra intervista all’economista di “Sbilanciamoci!”, Roberto Romano
Spagna: sei sindacaliste, “le sei della Suiza”, condannate a più di tre anni di carcere
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