Schiaffo alla propaganda anti migranti, non convalidato il trattenimento dei migranti nel CPR in Albania
Libano, un milione e mezzo di sfollati | Hamas conferma l'uccisione di Yahya Sinwar | Mobilitazioni operaie e contro il DDL 1660
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Le trasmissioni, proseguono sulle nostre frequenze: alle 20 Jailhouse Rock, curata dall'Associazione Antigone e condotta da Patrizio Gonnella e da Susanna Marietti. La serata continua alle 21 con Lupo Ululi, alle 22 Rasta Reggae Radio, (Reggae e Dub), alle 23 Brain Splatters (Musica e culture elettroniche) e a mezzanotte la replica di Saltando lo squalo. Se ci leggi di sabato eccoti il palinsesto della giornata. Tutti i modi per ascoltare Radio Onda d’Urto in diretta li trovate a questo link!
CPR IN ALBANIA - Schiaffo, l'ennesimo, alla propaganda intrisa di razzismo istituzionale del governo Meloni sulla pelle dei migranti e delle tasche pubbliche, visto il miliardo di euro spese a ora per i Cpr offshore. La sezione immigrazione del tribunale di Roma non ha convalidato il trattenimento dei migranti all'interno del Cpr italiano costruito a Gjader in Albania. Il provvedimento era stato disposto dalla questura di Roma solo ieri per 12 migranti, cittadini egiziani e bengalesi, mentre altri 4 (2 minorenni e 2 vulnerabili) erano già stati riportati in Italia appena toccato terra in Albania, una volta scesi dalla nave Libra della Marina militare italiana.
Le motivazioni del Tribunale smontano l'intera retorica governativa: "I due Paesi da cui provengono i migranti, Bangladesh ed Egitto, non sono sicuri, come da recente sentenza della Corte di Giustizia Ue del 4 ottobre. Le persone migranti hanno quindi diritto a essere condotte in Italia”, dato che per i giudici lo stato di libertà potrà essere riacquisito solo in Italia e non in Albania.
Sul nostro sito le interviste a Dario Belluccio, dell’Asgi – associazione studi giuridici sull’immigrazione, e Giovanna Cavallo, esperta in protezione internazionale e diritti umani, coordinatrice del Forum “Per cambiare l’ordine delle cose”. antirazzista e del Forum “Cambiare le cose”.
GAZA - Hamas ha confermato con un videomessaggio l'omicidio da parte dell'esercito occupante israeliano del leader Yahya Sinwar, ammazzato in uno scontro a fuoco a Rafah, nel sud della Striscia, insieme ad altri 2 combattenti del movimento di resistenza islamico. Khalil Hayya, alto responsabile di Hamas a Gaza, nel confermare la morte ha fatto sapere che “i prigionieri israeliani non saranno liberati finché Israele non cesserà gli attacchi contro Gaza, da dove Hamas non può essere eliminato attraverso l'uccisione dei leader, che invece rafforza il movimento”.
Sulle possibili conseguenze dell’uccisione di Sinwar il commento di Lorenzo Declich, esperto di mondo islamico contemporaneo, giornalista, analista, traduttore e ricercatore in Storia dell’Islam all’Università Orientale di Napoli.
Nel mentre a Gaza si muore; le vittime ufficiali a Gaza dal 7 ottobre 2023 sono 42.500, 66 in 24 ore, con 100mila feriti e migliaia di dispersi sotto le macerie. Oggi raid intensi nella zona in teoria sicura di Al Maghazi oltre che più a nord; almeno 28 le vittime a Jabalia, sotto assedio da 2 settimane; colpita l'ennesima scuola-rifugio Unrwa.Il numero dei morti è però parziale, visto che nel tardo pomeriggio Israele ha tagliato le telecomunicazioni a nord della Striscia, dopo aver sparato nei giorni scorsi sulla troupe di Al Jazeera a Jabalia, con un giornalista morto e uno attualmente in coma.
LIBANO - Continua senza sosta l’attacco israeliano in Libano. L’ultimo attacco israeliano ha colpito il quartiere popolare di Karet Chreik, alla periferia sud di Beirut, in un raid che Israele ha giustificato come un’operazione contro un deposito di armi di Hezbollah. Ma le vittime non si fermano alle forze militari: a Nabatieh, un bombardamento ha centrato il palazzo municipale uccidendo il sindaco, impegnato in una riunione per organizzare l’evacuazione della città. La popolazione civile continua a soffrire, con attacchi che colpiscono anche chi cerca di soccorrere, come il personale sanitario. Non è la prima volta che i raid israeliani colpiscono obiettivi umanitari: in passato anche la Croce Rossa libanese è stata presa di mira.
L’impatto umanitario del conflitto è devastante. Circa un milione e mezzo di persone sono attualmente sfollate a causa dei bombardamenti. Secondo l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), sono già 350.000 le persone che hanno attraversato il confine con la Siria, un paese già provato da tredici anni di guerra civile. Altre stime non ufficiali parlano di cifre che potrebbero arrivare a 500.000.
Ai nostri microfoni David Ruggini di ‘Un Ponte Per’, ong presente in Libano dal 1997 con interventi nei campi profughi palestinesi, per garantire diritto allo studio e alla salute.
E ANCORA SUI NOSTRI MICROFONI:
Domani la mobilitazione contro il ddl 1660, con i cortei a Roma e in altre città. A Brescia lo spezzone Palestina - No DDL 160 alla “marcia per l’accoglienza e la cittadinanza”
Oggi sciopero generale nazionale lanciato dal sindacato di base e conflittuale Si Cobas. Blocchi al polo logistico di Tortona e ai porti di Salerno e Napoli
In Sudan la crisi umanitaria senza precedenti continua, dopo 18 mesi, nell’indifferenza del mondo
In Grecia i lavoratori portuali impediscono il carico di proiettili diretti a Israele
Lo sciopero dei metalmeccanici del gruppo Stellantis
Il divieto di maternità surrogata diventa “reato universale”
A chiudere la newsletter, l’appuntamento con Storia di Classe:
Pochi minuti, ogni giorno, per ripercorrere la storia (la “nostra” storia) e i suoi anniversari. Un evento storico, una mobilitazione politica, una rivolta, una lotta, tornando indietro nel tempo per conoscere il mondo e poi… trasformarlo.
18 Ottobre 2017 Santiago Maldonado
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