Scuola e università "non si arruolano", mobilitazioni in tutta Italia
Oltre 30 piazze contro riarmo, genocidio ed economia di guerra | Palestina: bombe israeliane su Gaza e violenza dei coloni in Cisgiordania | Lavoro: presidio Si Cobas davanti al Tribunale di Brescia
Buonasera,
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STOP RIARMO - Oggi, 4 novembre, in Italia si celebra la cosiddetta “Giornata dell’Unità Nazionale e delle forze armate”, istituita dal Governo Meloni in ricordo di quello che fu il carnario della I Guerra Mondiale, conclusasi il 4 novembre del 1918 [la puntata di Storia di Classe alla fine della newsletter è dedicata proprio a questo].
Furono oltre un milione i morti italiani, la metà dei quali civili. Sul significato storico della I Guerra Mondiale, in particolare per l’Italia, Radio Onda d’Urto ha intervistato Giovanni Sciola, direttore della Fondazione Luigi Micheletti di Brescia.
Con la legge 27 del 1 marzo 2024 è entrata nel calendario delle celebrazioni il 4 novembre, che per la scuola vede i docenti “delle scuole di ogni ordine e grado invitati ad accompagnare i propri studenti a celebrazioni che esaltano i valori della patria e del sacrificio, con particolare riferimento al primo conflitto mondiale”.
Proprio per questo l’Osservatorio contro la militirazzione delle Scuole e delle Università e Sisa hanno indetto da questa mattina la mobilitazione sotto lo slogan “la scuola non si arruola”.
Decine le mobilitazioni in tutta Italia, almeno 38, a cui hanno aderito sindacati di base e organizzazioni politiche, insieme a docenti e studenti di superiori e università. Vietato, invece, dal ministro Valdidara il convegno online di Cstes e Osservatorio contro la militarizzazione, che si è comunque svolto, con oltre 3mila partecipanti online. Su questo Radio Onda d’Urto ha intervistato Serena Tusini dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle Scuole e delle Università.
A Brescia si è svolta questo pomeriggio un’assemblea pubblica di studenti e studentesse indetta dal Collettivo Onda Studentesca presso il Magazzino 47, mentre questa sera almeno 300 persone si sono ritrovate in presidio (in foto), iniziato alle ore 18 in Piazza Paolo VI, dove Marco della redazione di Radio Onda d’Urto ha raccolto diverse voci. All’interno dell’articolo i collegamenti dalle mobilitazioni di Roma e Torino.
PALESTINA - Niente di cui festeggiare, in un mondo segnato da sempre più guerre e conflitti aperti. Il 2024 ha registrato il maggior numero di conflitti tra Stati dalla fine della Seconda Guerra Mondiale e un aumento del 30% delle violazioni contro i minori nei conflitti accertate, con numeri record di uccisioni, mutilazioni, aggressioni sessuali e rapimenti. A dirlo, oggi, il rapporto di Save the Children.
Oltre la metà delle violazioni si è verificata in quattro luoghi: Repubblica Democratica del Congo, Nigeria, Somalia e – ovviamente – in Palestina, colpita dal genocidio per mano israeliana.
Israele non ha mai smesso di bombardare la Striscia di Gaza e continua a farlo anche oggi, in barba a ogni accordo di tregua e a ogni denuncia di organi internazionali. Almeno 4 i morti nella Striscia dall’alba di questa mattina.
Da quando il cessate il fuoco è entrato in vigore ufficialmente l’11 ottobre 2025, gli attacchi israeliani hanno ucciso un totale di 240 persone e ne hanno ferite 607. Oggi le bombe israeliane sono piovute in particolare nel sud di Gaza, a Khan Younis e a Gaza City, nel nord, dove israele sta radendo al suolo gli ultimi (pochi) edifici rimasti in piedi.
L’aggiornamento da Gaza di Sami Abu Omar, cooperante per diversi progetti nella Striscia e nostro storico collaboratore. Di seguito un estratto della sua intervista:
E poi la Cisgiordania occupata. Ennesima violenta provocazione dei coloni israeliani, entrati nella Moschea di Al-Aqsa sotto la stretta protezione della polizia israeliana. Il Governatorato di Gerusalemme ha dichiarato che un totale di 465 coloni hanno preso d’assalto i cortili della Moschea, effettuando visite guidate provocatorie e celebrando rituali talmudici, come tentativo di affermare il controllo israeliano sul Compound della moschea, noto al popolo ebraico come il Monte del Tempio.
L’intervista a Eliana Riva, giornalista e caporedattrice di Pagine Esteri.
LAVORO - Partiamo dagli omicidi sul lavoro, quotidiani, in Italia. 7 i morti sul lavoro nel giro di 24 ore in Italia, l’ultimo questo pomeriggio: un giovane operaio è morto cadendo da un silos, ad un’altezza di circa 10 metri, tra San Martino di Venezze e Mardimago (provincia di Rovigo) in un’azienda della Cooperativa Produttori di Mais di San Martino.
Solo ieri a Roma, l’ennesimo omicidio sul lavoro, dove a morire è stato un operaio di 66 anni – a un anno dalla pensione – estratto vivo dopo 11 ore della Torre dei Conti crollata ai Fori Imperiali. E’ morto in ospedale per le ferite riportate. L’edificio, in fase di ristrutturazione, era pericolante e ora è stato messo sotto sequestro dalla Procura capitolina che indaga per omicidio colposo. Il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha proclamato il lutto cittadino per domani, stasera invece la fiaccolata dei sindacati confederali, ai Fori Imperiali.
Sul fronte lavoro andiamo a Brescia,
“provincia dove ogni volta che facciamo un picchetto, un presidio, uno sciopero… arrivano le cariche e i processi. Succede anche nelle altre province, ma qua di più”.
Sono le parole di Asmerom, giunto in presidio a Brescia (in foto) dalla provincia di Milano per esprimere solidarietà ad Alessandro e Laura, sindacalisti dei Si Cobas che nell’aprile del 2024 sono stati condannati in primo grado con l’accusa, infamante, di “tentata estorsione” per aver organizzato le lotte del Penny Market di Desenzano. Insieme a loro condanne a diversi operai, per il reato di “boicottaggio”.
Tutte le testimonianze della vertenza e le voci dal presidio qui.
Oggi la redazione di Radio Onda d’Urto ha inoltre approfondito:
LATINOAMERICA - Nuova puntata di LatinoAmerica, trasmissione quindicinale di Radio Onda d’Urto dedicata al Centro e Sud America. La puntata, in onda lunedì 3 novembre, ci porta in Messico, Venezuela e Cile
A chiudere, l’appuntamento con Storia di Classe:
Pochi minuti, ogni giorno, per ripercorrere la storia (la “nostra” storia). Un evento storico, una mobilitazione politica, una rivolta, una lotta, tornando indietro nel tempo per conoscere la storia dei movimenti operai, di classe e rivoluzionari.
4 novembre 1918 – Finisce (in Italia) la carneficina della I Guerra Mondiale.








