Sentenza storica, condannato il Governo italiano al risarcimento dei migranti bloccati sulla Diciotti
Nel 2018 Salvini bloccò per 10 giorni le persone sulla nave della Guardia Costiera | 8 marzo giornata di mobilitazione contro la "violenza patriarcale" | Le ultime da Palestina e Ucraina
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Le trasmissioni, intanto, proseguono sulle nostre frequenze: al via alle 20 Jailhouse Rock: suoni, suonatori e suonati dal mondo delle prigioni, una trasmissione a cura di Antigone Onlus; alle 21 Lupo Ululi…musica strana; alle 22 Rasta Reggae Radio; alle 23 Brain Splatters.
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MIGRANTI - La Cassazione ha condannato definitivamente il Governo italiano a risarcire un cittadino eritreo che per dieci giorni nel 2018 fu costretto dall’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini a non poter sbarcare dalla nave Diciotti della Guardia Costiera, bloccata nel porto di Catania (in foto) dopo averlo soccorso in mare insieme ad altri migranti.
“Non mi interessava il risarcimento ma che fosse accertata la responsabilità di chi ha messo in atto quelle decisioni: è stata una ingiustizia, ci hanno privato della libertà e di potere chiedere asilo senza che avessimo compiuto alcun reato”.
Sono le parole del migrante eritreo dopo che, annullando quindi la sentenza della Corte d’Appello di Roma che aveva negato il risarcimento, la Cassazione ha rinviato il procedimento a una diversa sezione della stessa Corte che adesso dovrà quantificare il danno.
Una sentenza che avrà un valore decisivo per tutte le azioni civili contro l’Italia presentate dagli altri 41 migranti a bordo della nave che hanno fatto causa alla Presidenza del Consiglio e al ministero dell’Interno.
I commenti ai microfoni di Radio Onda d’Urto di Salvatore Fachile dell’Asgi e Mauro Palma, già Presidente del Comitato europeo per la prevenzione della tortura ed ex Garante nazionale dei detenuti, oggi Presidente del Centro di ricerca European Penological Center dell’Università Roma Tre.
8 MARZO - Lotto, boicotto, sciopero. È questo lo slogan scelto da Non Una di Meno per chiamare, per il nono anno consecutivo, lo sciopero transfemminista dell’8 marzo.
Almeno 60 le piazze mobilitate. “Sappiamo che convocare uno sciopero generale di sabato non è usuale, – scrivono le attiviste nell’appello allo sciopero – con lo sciopero transfemminista vogliamo rendere visibili e dare riconoscimento a tutti quei lavori essenziali, sfruttati, precari, non riconosciuti come tali”.
A scioperare sabato 8 marzo Usi-Cit, Slai-Cobas, Cub, Usb, Adl Cobas, Clap, Orsa. Stop promosso in particolare dai trasporti, già da stasera alle ore 21 per i treni; a Genova e Napoli anche per il TPL. Braccia incrociate pure su aerei, autostrade e istruzione, qui pure con l’Flc Cgil. A Bergamo braccia incrociate, non senza qualche difficoltà visto l’ostracismo dei confederali, allo scalo di Orio al Serio per la mobilitazione promossa da Cub trasporti.
Valentina Berta, delegata Cub trasporti per la BGY international services dello scalo bergamasco:
A Brescia, il Collettivo Onda Studentesca ha risposto alla chiamata di Non Una di Meno e organizzato per sabato 8 marzo un’intera giornata di lotta e rivendicazione, che vedrà la partecipazione di diverse realtà e un fitto programma di appuntamenti che si chiuderà con un corteo (in foto).
A Desenzano Non Una di Meno Lago di Garda organizzerà nel pomeriggio dell’8 marzo diverse attività ludiche volte a far luce sui concetti di privilegio e discriminazione, mentre la mattina si uniranno alle attività proposte a Brescia dal Collettivo Onda Studentesca.
A Milano, invece, il nodo territoriale di Non Una di Meno ha deciso di organizzare per sabato 8 marzo un corteo cittadino, preceduto nei giorni precedenti da numerose iniziative, molte delle quali dedicate alle scuole.
Tutte le interviste sul tema realizzate dalla redazione di Radio Onda d’Urto le trovate qui.
PALESTINA - Continuano sottostraccia i colloqui diretti con Hamas degli stessi Usa, per la prima volta dal 1997: Washington ha offerto ad Hamas un accordo in cui 10 israeliani vivi verrebbero rilasciati in cambio di un cessate il fuoco di 60 giorni, dell'avvio dei negoziati sulla seconda fase e della posizione delle forze israeliane lungo il corridoio di Filadelfia", nonché della ripresa dell'ingresso degli aiuti umanitari nella Striscia, che Tel Aviv – irritata dal protagonismo Usa – tiene chiusi ormai per il sesto giorno consecutivo.
Non solo: in 24 ore nei raid israeliani 6 morti e 7 feriti a Gaza, mentre il numero di palestinesi uccisi nel genocidio per mano israeliana è salito, dal 7 ottobre 2023, a 48.446; i feriti a 111.852. Migliaia le persone ancora sotto le macerie. Drammatica la situazione anche della Cisgiordania occupata. Le forze israeliane stanno attaccando ormai da un mese e mezzo tutta la West Bank, con almeno 50mila persone costrette a lasciare le proprie case, 80 morti, centinaia di feriti, dando il via a quella che è la peggior occupazione illegale di terra con deportazione di massa almeno dal tempi della guerra del 1967.
Attacchi realizzati anche con bombe italiane. Per questo domani mattina, sabato alle 10.30 si terrà un presidio di protesta a Nerviano, in provincia di Milano, di fronte alla Fabbrica Leonardo per “bloccare la macchiona bellica” ed in solidarietà al popolo palestinese. Le parole di Youssef, attivista di una delle diverse realtà promotrici del presidio:
UCRAINA - Da una guerra all’altra. "Sto considerando ampie sanzioni bancarie e dazi alla Russia fino a quando un cessate il fuoco e un accordo finale sulla pace non saranno raggiunti" afferma Donald Trump sul suo social Truth esortando la Russia e l'Ucraina a sedersi al tavolo "ora prima che sia troppo tardi". Parole troppo equilibrate per il multimiliardario, che nel giro di poche ore ribadisce con chi sta: “Credo a Putin. Trovo più difficile trattare con l'Ucraina che con la Russia, e l'Ucraina non ha le carte” ha detto Trump.
Parole non casuali visto lo scontro che sta andando in scena tra Parigi e Mosca, con Putin che paragona Macron a Napoleone e il Presidente Francese che replica parlando di "controsenso storico" fatto da un "imperialista revisionista" e ribadendo che Mosca rappresenta "una minaccia esistenziale" per l'Ue.
Europa pronta ad aprire i cordoni della borsa con fiumi di miliardi alle industrie belliche che saranno tolti allo sviluppo e alla coesione. "Siamo in pericolo e dobbiamo difenderci", dice la Von der Leyen continuando a sostenere la spesa di 800 miliardi di euro in armi con il suo "ReArm Europe”.
Sulla situazione attuale l’intervista a Maria Matteo, Assemblea Antimilitarista di Torino, a cui abbiamo chiesto anche un commento sulla piazza a “sostegno dell’Europa” del 15 marzo, come a Giorgio Cremaschi di PAP.
MOVIMENTI - Dalle guerre a chi rifiuta l’economia di guerra delle maxi potenze mondiali. Extinction Rebellion ha occupato il Tesla Store di Milano, in piazza Gae Aulenti. Alcune persone si sono incatenate alle ruote delle auto, altre incollate alle vetrine. Aperti due striscioni: “Ecologia per tutte, non fascismo green” e “Make millionaires pay again”.
Qui l’intervista a Jacopo, XR Milano, dall’occupazione.
Sul fronte antifascismo a Budapest giovedì 6 marzo 2025 seconda udienza del processo contro Maja T., cittadina antifascista tedesca illegalmente estradata in Ungheria nell’ambito dell’operazione repressiva continentale lanciata dal governo Orban contro le mobilitazioni antifasciste che, nel febbraio 2023, si opposero alla calata neonazista da mezza Europa del cosiddetto “Giorno dell’onore”.
Mentre Maja è comparsa davanti al giudice brutalmente incatenata, come mostrato dal media indipendente The Brake, un folto gruppo di neonazisti – un centinaio – ha presidiato il tribunale intimidendo amici, parenti e solidali.
Qui il racconto e l’intervista a Matteo, antifascista della campagna Free All Antifas.
A chiudere, l’appuntamento con Storia di Classe:
Pochi minuti, ogni giorno, per ripercorrere la storia (la “nostra” storia). Un evento storico, una mobilitazione politica, una rivolta, una lotta, tornando indietro nel tempo per conoscere la storia dei movimenti operai, di classe e rivoluzionari.
7 marzo 1965 - Il massacro di Selma in Alabama:
Oggi, sulle nostre frequenze, trovi anche:
Successo per la prima edizione della Biennale itinerante del sociale (Bis), evento organizzato dall’Associazione Pachamama. Radio Onda d’urto ha intervistato due dei fondatori di Pachamama: Paula Jesus, che è anche fotografa e documentarista, e Marco Cola
Un’altra partecipatissima assemblea per proseguire la sensibilizzazione e la mobilitazione contro il nuovo comprensorio sciistico Colere-Lizzola. Centinaia di persone, molti giovani, hanno animato l’assemblea organizzata da alcune realtà come il Collettivo Terre Alt(r)e, Ape Bergamo, Orobie Vive
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