Sgombero di Askatasuna. Le famiglie della scuola: "i bagni dei bambini usati dagli agenti"
Nido e materna ancora chiusi, il quartiere Vanchiglia militarizzato: le analisi e le voci da Torino | Nuovi insediamenti illegali in Cisgiordania | Approvata la manovra economica, più soldi alle armi
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Radio Onda d’Urto prosegue le sue programmazioni in occasione del periodo natalizio. La newsletter si prende una pausa, dal 25 dicembre al 4 gennaio, mentre sulle frequenze antagoniste del Gatto Nero, dal 22 dicembre 2025 al 7 gennaio ci sono alcuni cambi di palinsesto. Li trovi tutti qui.
ASKATASUNA - Nel tardo pomeriggio di oggi, martedì 23 dicembre, il comitato Vanchiglia Insieme e le famiglie delle scuole limitrofe hanno organizzato un presidio di solidarietà a sostegno del centro sociale Askatasuna, sgomberato lo scorso 18 dicembre per mano di Piantedosi e Meloni.
“Quella mattina molte di noi hanno dovuto organizzare dove portare i figli all’ultimo minuto, i nostri bambini non hanno potuto fare le ultime attività dell’anno, terminare i lavoretti, prendere i libri e i compiti delle vacanze”
fa sapere un’abitante di quartiere che porta i figli alla scuola adiacente ad Askatasuna.
“Mia figlia ha paura a vedere tutti questi caschi e armi nei suoi spazi”. “La polizia utilizza i bagni della scuola di mia figlia, e lei è preoccupata”
è un’altra voce raccolta da Radio Onda d’Urto.
“Io faccio parte del comitato anziani del quartiere e ad Askatasuna avevamo spazi per fare corsi di ballo”. “Le attività in comune sono innumerevoli, venerdì dovevamo fare un pranzo di quartiere”. “Askatasuna lavora per l’integrazione delle persone”.
Queste sono solo alcune delle voci che potete ascoltare nella corrispondenza che Radio Onda d’Urto ha realizzato questo pomeriggio (le trovi qui), mentre il comitato Vanchiglia Insieme organizzava un presidio a sostegno del centro sociale e contro l’occupazione militare di un pezzo di città.
Askatasuna, comunque, rilancia la lotta, sia con il presidio permanente fuori dal centro sociale che con 2 scadenze più ampie: assemblea generale il 17 gennaio, corteo nazionale il 31 gennaio.
“Bisogna portare la discussione su un piano più avanzato di quello che l’avversario ti propone, questo è l’unico modo dove delle lotte possono avere un risultato: quando loro ti dicono parliamo dello sgombero, tu dici no, parliamo di Stellantis e della deindustrializzazione; quando loro ti dicono perchè continuate a fare opposizione alla linea Tav, parliamo in generale di una politica dei trasporti, scelte strategiche per un paese”.
Così Sergio Fontegher Bologna, studioso del movimento operaio, ex docente universitario, esperto di trasporti, attualmente redattore di Officina 1 maggio, ai microfoni di Radio Onda d’Urto.
A sostegno di Askatasuna, nel pomeriggio di oggi, Radio Onda d’Urto ha raccolto diverse voci
l’intervista completa a Sergio Bologna. Ascolta o scarica.
l’intervista di Alice Rovinale, capogruppo regionale AVS Ascolta o scarica
l’intervista a Patrick Kondé coordinatore USB del Piemonte Ascolta o scarica
PALESTINA - Arresti, espropri forzati e violenze sistematiche: è questa la quotidianità che coloni e forze di occupazione israeliane continuano a imporre ai/alle palestinesi che vivono in Cisgiordania Occupata.
Solo nelle ultime 24 ore, i coloni israeliani – sostenuti dalle forze di occupazione – hanno compiuto nuovi attacchi in diverse zone a sud della West Bank, tra cui l’assalto a una casa a Masafer Yatta e l’uccisione di bestiame nel villaggio di Kisan a est di Betlemme. Non si distinguono i raid dei coloni dalle azioni delle forze militari israeliane, che oggi hanno continuato la loro aggressione contro il campo profughi di Qalandiya e la città di Kafr Aqab, a nord di Gerusalemme occupata. Si contano diversi feriti, arresti e demolizioni.
In questo quadro, a morire dopo una settimana di stenti, a 33 anni, è anche un operaio palestinese della città di Bidya, a ovest di Salfit, colpito da un proiettile mentre andava a lavoro. A non suscitare compassione neppure la famiglia palestinese Sabarna, il cui figlio è stato ucciso circa un mese fa: oggi le forze israeliane hanno emesso un ordine di demolizione della loro casa, nella città di Beit Ummar, a nord di Hebron. Le truppe occupanti hanno preso d’assalto la città, fatto irruzione nella casa e consegnato un ordine di demolizione, dando loro 72 ore per andarsene.
Nuove violenze, demolizioni e sgomberi forzati che arrivano a poche ore dal via libera di Netanyahu ad altri 19 insediamenti coloniali illegali in West Bank, in particolare nel nord evacuato nel 2005. Oggi un nuovo annuncio: 1.200 appartamenti coloniali alle porte della città palestinese di El Bireh.
Alla luce di tutto ciò, l’Associazione dei Palestinesi in Italia ha diramato oggi un nuovo comunicato in cui denuncia apertamente la “pericolosa escalation di violenze sistematiche perpetrate dalle forze di occupazione israeliane e dai coloni contro la popolazione palestinese” e di una violenza divenuta quotidiana per i/le palestinesi della Cisgiordania poiché “sostenuta pienamente dal governo Netanyahu attraverso la protezione dei coloni, l’espansione delle colonie esistenti e la creazione di nuovi insediamenti”.
Solidarietà internazionale alla Palestina. C’è anche l’attivista svedese Greta Thunberg tra i manifestanti arrestati a Londra mentre partecipavano a una manifestazione di solidarietà con otto detenuti del gruppo Palestine Action che stanno conducendo una sciopero della fame a oltranza da più di 50 giorni per protestare contro la loro condizione processuale e carceraria. Sono infatti in stato di reclusione preventiva da mesi, a margine della contestatissima messa al bando per “terrorismo” voluta dal governo di Keir Starmer per l’organizzazione di cui fanno parte. Il ricorso all’Alta Corte è atteso entro fine anno.
Si tratta del più lungo sciopero della fame dai tempi del tragico “hunger strike” del 1981, quando il militante repubblicano irlandese Bobby Sands e altri 9 compagni nel carcere di Maze morirono di stenti dopo che non fu concesso loro il riconoscimento dello status di prigionieri politici dalla Thatcher.
RIARMO - Passata in Senato la manovra economica. 110 i sì, 66 i no e 2 gli astenuti. Approvata poco prima la Nota di variazione sulla legge di Bilancio. Proteste in aula. Con il maxiemendamento, la “manovrina” da 22 miliardi è la più magra degli ultimi 10 anni.
Il testo ora va alla Camera. Dietrofront sulla norma che prevede zero difese per i lavoratori sottopagati e di fatto uno scudo per i padroni; norma su cui sono arrivati persino i rilievi del Quirinale. Nella manovra, comunque, rimangono i tagli sociali, le pensioni più leggere e lontane, il Tfr dei neoassunti spinto verso la previdenza privata, meno soldi a scuola e sanità, più bonus per enti privati.
L’unico capitolo di spesa che non conosce tagli è quello del riarmo. La premier, del resto, lo ha detto chiaramente ieri in videoconferenza con i militari italiani all’estero: “lo strumento più efficace contro le guerre....è la forza degli eserciti”.
Sull’impianto della manovra l’intervista all’economista Andrea Fumagalli.
Oggi, su Radio Onda d’Urto, trovi anche
SIRIA - In Siria le milizie salafite inquadrate nell’esercito di Damasco attaccano ancora i quartieri curdi autogovernati di Aleppo. L’attacco è stato respinto dalle forze di sicurezza interna del confederalismo democratico, ma l’aggressione ha provocato l’uccisione di una donna e il ferimento di altri 19 civili. Su Radio Onda d’Urto il punto con Jacopo Bindi.
MIGRANTI - E’ stato solo parzialmente graziato dal presidente della Repubblica Mattarella Alaa Faraji, ragazzo di origini libiche in carcere da 10 anni in Italia con l’accusa di omicidio plurimo e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina dopo un processo sommario. Radio Onda d’Urto ha intervistato Alessandra Sciurba, docente di Filosofia del Diritto a Palermo e attivista per i diritti umani.
BRESCIA - A2A fa pagare le bollette dell’acqua più care alle famiglie delle case popolari. Il Comitato inquilini di via Carpaccio 27 e l’Associazione Diritti hanno illustrato il contenzioso con A2A Ciclo idrico che ha ingiustamente fatto pagare bollette più care alle famiglie assegnatarie e ora, pur riconoscendo il fatto, non intende rimborsarle. Oggi la conferenza stampa.
A chiudere, l’appuntamento con Storia di Classe:
Pochi minuti, ogni giorno, per ripercorrere la storia (la “nostra” storia). Un evento storico, una mobilitazione politica, una rivolta, una lotta, tornando indietro nel tempo per conoscere la storia dei movimenti operai, di classe e rivoluzionari.
23 dicembre dicembre 1984 - La Strage del Rapido 904, Strage di Natale:










