Siria: ancora bombe turche sui civili in presidio alla diga di Tishreen
Tel Aviv prende di mira la Cisgiordania | I primi ordini esecutivi di Trump | Bocciato il quesito referendario per abolire la legge sull’autonomia differenziata | Arrestato il "generale Almasri”
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Le trasmissioni, comunque, proseguono sulle nostre frequenze: come ogni martedì si parte alle 20 Il disagio nella civiltà; alle 21 Blues metal jacket, una trasmissione di blues e dintorni con Andrea Fusari; alle 22 Bande Distorte; alle 23 Settantasette, storia e altro sulla popular music.
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SIRIA - La Turchia ha nuovamente bombardato il presidio di civili all’interno della diga di Tishreen, nell’amministrazione autonoma della Siria del Nord e dell’Est. Due i morti, decine i feriti, tra cui 4 giornalisti.
Da oltre un mese gli aerei da guerra turchi conducono attacchi su questa diga a 90 chilometri a est di Aleppo, in Siria. Un’infrastruttura che garantisce acqua a milioni di persone della Siria del nord-est e, allo stesso tempo, si configura come “linea del fronte strategica” per la difesa del confederalismo democratico dai tentativi di avanzata turco-jihadista.
In questo contesto, il 26 gennaio 2025 ricorrerà il decimo anniversario della liberazione della città di Kobane, simbolo della rivoluzione in Rojava. In occasione di questa ricorrenza, e proprio alla luce della situazione attuale, il movimento di liberazione curdo ha chiamato alla solidarietà internazionale per difendere il Rojava e la sua esperienza rivoluzionaria, rompendo il silenzio della comunità internazionale sui crimini commessi dallo stato turco. Radio Onda d’Urto ha parlato di questo appuntamento con Serkan Xozatli di Rete Kurdistan Italia, il quale ha presentato anche il presidio Defend Rojava previsto a Milano sabato 25 gennaio 2025. Potete ascoltare qui le sue parole e di seguito un estratto del suo intervento
CISGIORDANIA - Nel terzo giorno di tregua a Gaza, la violenza dell’esercito occupante israeliano e dei coloni fascisti si concentra sulla Cisgiordania Occupata. L’esercito ha bloccato ulteriormente l’accesso ad Al- Auja, a nord di Gerico, assediando di fatto la città e i campi profughi attorno. Irruzione e raid dell’esercito di Tel Aviv anche a Jenin: case, negozi e auto date alle fiamme, aggressioni e arresti arbitrari.
Proprio oggi il Gabinetto di guerra israeliano aveva annunciato un'operazione chiamata 'Muro di ferro' nel campo profughi di Jenin, che prevedeva “operazioni” profonde nella West Bank. Partecipano all’operazione l’esercito, la polizia e i servizi segreti israeliani. Anche i coloni hanno compiuto diversi attacchi e atti di aggressione in tutta la Cisgiordania occupata. Il bilancio delle vittime è così diventato in poche ore di almeno otto persone uccise e di circa 35 feriti. Ne abbiamo parlato qui con Michele Giorgio, nostro collaboratore da Gerusalemme, giornalista per il quotidiano Il Manifesto e direttore del portale Pagine esteri. Di seguito un estratto del suo intervento
“Malgrado la gioia per la liberazione dei prigionieri e il cessate il fuoco a Gaza - ha aggiunto ai microfoni di Radio Onda d’Urto Fabian Odeh, cittadino italo-palestinese e nostro collaboratore, che vive tra Italia e Cisgiordania - il sentimento prevalente tra i palestinesi è di sconfitta e frustrazione, di fronte alla persistente violenza e repressione”,
Qui il suo intervento integrale
In oltre 15 mesi di attacchi quotidiani dell'esercito israeliano su tutta la Striscia, sono stati infatti uccisi più di 47 mila palestinesi e reso il territorio assediato e bombardato "un cimitero" per migliaia di bambini, come ha denunciato oggi l’Onu.
Secondo l’ufficio stampa di Gaza che ha diffuso i dati statistici della guerra, sono stati 214 i bambini nati dopo il 7 ottobre 2023 e poi uccisi da Israele. 44 invece quelli morti per malnutrizione. 7 quelli morti a causa del freddo. Israele inoltre ha ucciso in 15 mesi 1.155 membri del personale medico, 94 dipendenti della protezione civile e 205 giornalisti. 4.500 persone, il 18 per cento delle quali bambini, hanno subito amputazioni. E poi le infrastrutture: l'88 percento di Gaza è stato distrutto, con perdite iniziali che ammontano a 38 miliardi di dollari.
In questo quadro, iniziano ad arrivare anche le testimonianze dei primi prigionieri palestinesi rilasciati da Israele, come quella tradotta dalla nostra redazione
Intanto non si ferma la solidarietà internazionale: qui il resoconto di Eleonora, del centro sociale Bocciodromo di Vicenza, sulla due giorni di lotta contro la presenza di Israele tra gli espositori di Vicenza Oro 2025.
STATI UNITI - Poche ore dopo l’insediamento il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha firmato una raffica di ordini esecutivi, uno più a destra dell’altro.
In ordine sparso: la grazia per gli insurrezionalisti fascisti suoi fan, responsabili dell’attacco a Capitol Hill del 6 gennaio 2021; la revoca di 78 leggi emanate da Biden, a partire da quella che tagliava il prezzo delle medicine per chi usufruisce di Medicare e Medicaid; marcia indietro sulle auto green, più trivellazioni, stop all’accordo di Parigi sul clima e blocco dello ius soli. Usa poi fuori dall’Oms, Cuba torna nella lista dei Paesi sponsor del presunto terrorismo, salvato Tik Tok, emergenza nazionale al confine Sud con mani libere per le deportazioni di “milioni di migranti”.
Oltre a Trump ad arringare la folla repubblicana, nella notte italiana a Washington, c’era pure Elon Musk, che si è esibito in un saluto romano. In un tweet, poi cancellato, il suo referente italiano, tale Andrea Stroppa, ha scritto sotto la foto del multimiliardario: “L’Impero Romano è tornato…a cominciare dal saluto romano”.
Ai microfoni di Radio Onda d’Urto, il commento e l’analisi dell’americanista, giornalista e nostro collaboratore, Martino Mazzonis
REFERENDUM - La Corte costituzionale ha dichiarato inammissibile il quesito del referendum per abolire la legge sull’autonomia differenziata che, quindi, non si farà. Secondo il comunicato pubblicato dalla Corte «l’oggetto e la finalità del quesito non risultano chiari». La sentenza con le motivazioni sarà depositata entro il 10 febbraio. A prescindere da quali saranno, la decisione della Corte è comunque notevole perché va contro un recente parere della Corte di Cassazione.
Alle urne, in una domenica compresa tra il 15 aprile e il 15 giugno 2025, si andrà invece ad esprimersi sui quattro quesiti lavoristici e su quello sulla cittadinanza che prevede il dimezzamento, da 10 a 5 anni, dei tempi di residenza legale in Italia per l’immigrato maggiorenne extracomunitario per la richiesta di concessione della cittadinanza italiana.
Quattro i referndum invece che riguardano il lavoro. Nel dettaglio, nel primo si chiede l’abrogazione della disciplina sui licenziamenti del contratto a tutele crescenti del Jobs Act. Nel secondo di innalzare le tutele per chi lavora in aziende con meno di quindici dipendenti, cancellando il limite massimo di sei mensilità all’indennizzo in caso di licenziamento ingiustificato. Il terzo punta all’eliminazione di alcune norme sull’utilizzo dei contratti a termine. L’ultimo riguarda l’esclusione della responsabilità solidale di committente, appaltante e subappaltante negli infortuni sul lavoro. Si vogliono eliminare le misure che impediscono, in caso di infortunio sul lavoro negli appalti, di estendere la responsabilità all’impresa appaltante.
Stamattina, dopo la sentenza che ammette i 5 quesiti referendari su lavoro e cittadinanza, la Rete degli Studenti Medi e l’Unione degli Universitari hanno esposto un enorme striscione a Piazza del Popolo a Roma. “IL FUTURO PASSA DAL Sì”, si legge sullo striscione.
Nel corso della trasmissione abbiamo sentito Massimo Villone, professore emerito di diritto costituzionale all’università Federico II di Napoli, Kejsi Hodo, della Rete per la Riforma della Cittadinanza e Vincenzo Greco della segreteria Cgil di Milano. Potete ascoltare qui le loro voci e, di seguito, un estratto dell’intervento di Greco
Oggi sulle frequenze di Radio Onda d’Urto abbiamo approfondito anche:
Libia: arrestato il torturatore noto come “generale Almasri”
Il racconto della mattinata di mobilitazione di studenti e ricercatori alla Statale di Milano in concomitanza dell’inaugurazione dell’anno accademico.
Germania: la proposta politica di Afd. Riflessioni e analisi
A chiudere, l’appuntamento con Storia di Classe:
Pochi minuti, ogni giorno, per ripercorrere la storia (la “nostra” storia) e i suoi anniversari. Un evento storico, una mobilitazione politica, una rivolta, una lotta, tornando indietro nel tempo per conoscere il mondo e poi… trasformarlo.
21 Gennaio 1924 - Morte Di Lenin:
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