Torino: sgomberato il centro sociale Askatasuna. Idranti e cariche contro il corteo
Buon compleanno Radio Onda d'Urto: le trasmissioni speciali di oggi | Milano: presidio solidale per Gino e per tutte le persone antifasciste braccate da Orban | Ucraina: Kiev attacca una nave russa
Qui è FuoriOnda, la newsletter quotidiana nei giorni feriali di Radio Onda d’Urto.
Iniziamo la newsletter ricordandovi che prosegue la Campagna Abbonamenti in occasione dei primi 40 anni della Radio, nata il 18 dicembre 1985.
Tutta la settimana è caratterizzata da trasmissioni speciali, con materiale d’archivio durante lo spazio approfondimenti: ogni giorno approfondimenti e riflessioni sulla storia e l’importanza di un’emittente libera, senza né padroni e né padrini, senza un minuto di pubblicità commerciale.
Oggi abbiamo ricordato il movimento dell’Onda Anomala, mentre nel pomeriggio l’attualità ha imposto un cambio di programma, visto lo sgombero poliziesco del centro sociale Askatasuna di Torino. Del resto, la storia di Radio Onda d’Urto è da sempre intrecciata (anche) con quella degli spazi sociali. Qui il racconto di Umberto della nostra redazione.



REPRESSIONE - È in corso dall’alba di questo 18 dicembre 2025 una vasta operazione di polizia al centro sociale Askatasuna di Torino, in corso Regina Margherita 47.
La Digos della questura torinese e i reparti mobili stanno effettuando perquisizioni all’interno dello stabile, liberato dal 1996. Perquisizioni sono in corso anche in abitazioni di una decina di militanti dello spazio sociale e dei collettivi studenteschi nell’ambito delle mobilitazioni per il popolo palestinesi che hanno riempito le strade della città in questi mesi.
Sulle nostre frequenze:
La cronaca della giornata, con interviste, aggiornamenti e collegamenti con Torino, e il presidio permanente, fin dalle prime ore del mattino. Di seguito un estratto dell’ultimo collegamento della giornata con Martina
L’intervista Mario Di Vito, giornalista del quotidiano Il Manifesto che aveva seguito il maxi processo “sovrano” contro Askatasuna.
Il collegamento con Alberto, compagno solidale, in diretta dal presidio per Askatasuna organizzato nei pressi di un Viminale completamente militarizzato.
L’intervista a Giorgio Rossetto, compagno torinese dell’area autonoma e del movimento No Tav, attualmente agli arresti domiciliari. Di seguito un estratto del suo intervento.
Mentre scriviamo questa newsletter, sono in corso cariche poliziesche contro il corteo serale: clicca qui per rimanere aggiornato in tempo reale.
ANTIFASCISMO - Dallo sgombero di Askatasuna alla vicenda di Rexhino “Gino” Abazaj, antifascista milanese.
Oggi la giustizia francese ha deciso ancora una volta di mandarlo in prigione. Resterà nel penitenziario di Fresnes per tutta la durata del procedimento durante il quale verrà deciso se eseguire o meno un nuovo mandato d’arresto europeo, questa volta emesso dalla Germania. Le autorità tedesche accusano Gino di aver partecipato a presunte violenze avvenute a margine di una manifestazione neonazista a Budapest nel 2023, di cui sarebbero state vittime pure dei naziskin tedeschi.
Se fosse consegnato alle autorità tedesche, nulla garantirebbe che non venga poi trasferito in Ungheria, dove rischierebbe di subire le stesse violazioni dei suoi diritti della compagna tedesca Maja, imprigionata da quasi due anni in condizioni che violano tutte le norme in materia di privazione della libertà.
Per Gino, Maja e tutte le persone antifasciste braccate in mezza Europa da Orban e dai suoi sodali, oggi pomeriggio – a partire dalle ore 18 - presidio al consolato francese di Milano.
UCRAINA - È di due morti il bilancio dell’attacco ucraino condotto con droni contro una nave cargo nel porto russo di Rostov. Le vittime sono due membri dell’equipaggio, mentre altre tre persone sono rimaste ferite. A Bataysk, sempre nella regione di Rostov, un’altra persona è stata uccisa e sette sono rimaste ferite in seguito a un raid con droni.
Da Kiev arriva l’allarme su una possibile nuova offensiva russa nell’area di Pokrovsk e Kupiansk, in prossimità della quale Mosca avrebbe concentrato circa 710.000 militari. “I segnali sono chiari: Putin si sta preparando per un altro anno di guerra”, afferma il presidente Volodymyr Zelensky arrivato a Bruxelles, dove partecipa in presenza al Consiglio europeo, chiamato a decidere anche sul destino degli asset russi congelati.
I 27 leader discuteranno due testi separati: il primo sulle conclusioni generali del Consiglio, mentre il secondo è tutto dedicato all’Ucraina e potrebbe non essere approvato all’unanimità. In quest’ultimo è previsto il possibile utilizzo degli asset russi per gli aiuti all’Ucraina. “Il Consiglio europeo chiede al Parlamento europeo di adottare urgentemente gli strumenti relativi ai Prestiti di Riparazione”, si legge nella bozza, che rappresenta una base di partenza sulla quale i leader dovranno esprimersi.
Intanto il presidente russo Putin attacca i leader europei paragonandolo a “porcellini” che si sarebbero accodati alla politica dell’amministrazione Biden, convinti di un imminente crollo della Russia. Poi il monito sul Donbass: “Se l’Ucraina e i suoi sponsor occidentali rifiuteranno di impegnarsi in negoziati concreti, otterremo con mezzi militari la liberazione delle nostre terre storiche”.
Ai microfoni di Radio Onda d’Urto, Sabato Angieri, giornalista de Il Manifesto. Di seguito un frammento della sua analisi
Oggi sulle nostre frequenze anche:
A chiudere, l’appuntamento con Storia di Classe:
Pochi minuti, ogni giorno, per ripercorrere la storia (la “nostra” storia). Un evento storico, una mobilitazione politica, una rivolta, una lotta, tornando indietro nel tempo per conoscere la storia dei movimenti operai, di classe e rivoluzionari.
18 Dicembre 1985 - Nasce Radio Onda D’Urto







