Torna in piazza la Brescia antifascista e antirazzista
Free-Gino - Free all antifas: sul processo a Gino | "Gaza è una trappola mortale” | L'ucraina a tre anni dall'inizio del conflitto | Come superare la monocoltura dell'industria dello sci da discesa?
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ANTIFASCISMO - Si svolgerà domani, venerdì 20 dicembre, il presidio antifascista e antirazzista in risposta alla marcia dei gruppuscoli neofascisti bresciani della sigla “Brescia identitaria” di venerdì 13 dicembre e delle svastiche comparse sui muri del centro storico.
L’iniziativa lanciata da CGIL e Anpi prevede il concentramento alle ore 17,30 in Largo Formentone sotto la lapide dei caduti dell’eccidio di Piazza Rovetta e della Resistenza, per poi spostarsi in Piazza Loggia per la deposizione di una corona alla stele delle vittime della Strage del 28 maggio 1974. Presenti in piazza, con le proprie parole d’ordine, anche alcune realtà antagoniste della città.
Abbiamo approfondito qui tutta la vicenda, con interviste, analisi e commenti, nonché fatto il punto sia sulle modalità di svolgimento del presidio organizzato da CGIL e Anpi, sia sulle possibili iniziative complementari.
Per consentire la massima partecipazione alla manifestazione antifascista di venerdì 20 dicembre, la presentazione del libro “Piazza della Loggia: una storia militante” è stata rinviata al 17 gennaio. Qui maggiori informazioni.
Sempre in tema antifascismo, oggi sulle nostre frequenze anche gli aggiornamenti attorno al processo che vede imputato Gino, compagno milanese in carcere con l’accusa di aver partecipato alle mobilitazioni antifasciste del febbraio 2023 a Budapest, contro il raduno neonazista della “giornata dell’onore”.
È stata infatti respinta dai giudici francesi la richiesta di scarcerazione. Gino torna quindi in carcere a Fresnes, vicino a Parigi, in attesa che i giudici d’Oltralpe si esprimano sulla richiesta di estradizione in Ungheria: decisione attesa per il 15 gennaio. Per Gino e per tutte le persone antifa colpite da Orban, si è svolto un presidio solidale di fronte al Tribunale a Parigi. Qui c’era anche Ilaria Salis, per oltre un anno incarcerata a Budapest e poi eletta europarlamentare.
In serata si è tenuto un presidio solidale anche a Milano, di fronte al Consolato francese, a cui hanno partecipato diverse decine di antifascisti e antifasciste. “Nel prossimo mese sarà ancora più importante intensificare le azioni di solidarietà e lotta” hanno detto dal presidio. Qui tutti gli aggiornamenti.
MEDIO ORIENTE - Mentre si rincorrono voci e i primi dettagli sui numeri e modalità dello scambio di prigionieri e sulla possibile tregua a Gaza, sul terreno Israele semina morte e vittime. 32 i morti oggi, con il totale che sale a 45,129 vittime e 107mila feriti. Oggi colpiti ancora i sanitari, con un medico ammazzato nel nord, all'ospedale al Ahli. Raid su Rafah, Gaza City, Al Maghazi, mentre HRW accusa Israele di aver provocato la morte di civili palestinesi negando acqua pulita, corrente elettrica, cibo o altri beni di prima necessità, “il che equivale ad atti di genocidio e sterminio”. Abbiamo tradotto in italiano uno stralcio delle 179 pagine di rapporto.
Sempre sulla situazione in Palestina, oggi sulle nostre frequenze anche l’intervista a Flavia Pergola, portavoce di Medici Senza Frontiere Italia, con la quale siamo entrati nel merito all’ultimo rapporto dell’Ong sulle condizioni di vita a Gaza, definita “una trappola mortale”.
Dalla Palestina alla Siria, dove Israele ha occupato la diga di Al Wheda, a un tiro di mortaio dalla capitale Damasco. Da qui, oggi intervista della Bbc al leader di Hts e nuovo uomo forte al-Jolani: 'siamo sfiniti dalla guerra, non minacciamo l'Occidente', ha detto, chiedendo la revoca delle sanzioni.
Sempre a Damasco manifestazione contro uno Stato confessionale e per i diritti delle donne.Centinaia di persone in piazza. "Vogliamo la democrazia, non uno Stato religioso", "Siria, uno Stato libero e laico", hanno scandito, uomini e donne, nella piazza degli Omayyadi. "Non esiste nazione libera senza donne libere", tra le scritte.
La Siria del nord e dell'est, intanto, deve far i conti con la Turchia, che continua a radunare truppe al confine con l'Amministrazione autonoma del Rojava. Obiettivo: la città di Kobane, simbolo della resistenza anti-Isis e della rivoluzione confederale. Le incursioni dei mercenari filo-turchi non si fermano, in particolare nell'area della diga di Tishrin, respinte dalle Fds. “Niente accordi con i terroristi” dice Erdogan, rivolgendosi così alle proposte Usa di un accordo sul terreno con l'Amministrazione autonoma.
In solidarietà con l'esperienza rivoluzionaria confederale è in corso a Brescia, mentre componiamo questa newsletter, un incontro con Jacopo Bindi, dell'Accademia della Modernità Democratica, mentre già in mattinata Defend Kurdistan era a Strasburgo con tanti giovani internazionalisti di molti Paesi, compresa XR Italia, per interrompere la seduta del Parlamento Europeo e chiedere di fermare la paventata invasione turca del Rojava, oltre alla liberazione di Abdullah Öcalan, prigioniero politico curdo da oltre 25 anni in Turchia. Sempre in mattinata, ma a Venezia, il centro sociale Rivolta ha occupato il consolato turco. Qui il racconto di Sebastiano, compagno del cs Rivolta di Marghera, di cui potete ascoltare un passaggio di seguito.
UCRAINA - Il ministero della Difesa di Mosca ha accusato Kiev di aver lanciato 6 missili Usa e 4 britannici sulla regione russa di Rostov, e ha aggiunto che tale attacco "non rimarrà senza risposta". In fiamme una raffineria. Non è stato reso noto se l'attacco abbia fatto vittime. Sempre dalla Russia conferenza stampa di fine anno di Putin; “siamo pronti a firmare accordi di pace con qualsiasi autorità legittima in Ucraina, persino Zelensky ma le attuali autorità di Kiev non sono legittime; servono delle elezioni libere”. Così Putin che poi si è detto pronto a incontrare il presidente eletto Usa Trump.
Sull'altro fronte pure Kiev guarda a Trump: "è difficile sostenere l'Ucraina senza gli Usa. Ed è di questo che parleremo con il presidente quando sarà alla Casa Bianca". Così Zelensky al Consiglio Ue a Bruxelles. Qui il presidente di turno, il polacco Tusk, ha chiesto “una rinnovata e rinforzata relazione tra Ue e Usa come reale garanzia di pace per Kiev”. Sullo sfondo ci sono infatti le, per ora nebulose, proposte di tregua militare.
Abbiamo fatto il punto della situazione con Francesco Brusa, giornalista freelance e collaboratore di Osservatorio Balcani-Caucaso e Raffaele Crocco, direttore atlanteguerre.it, l’Atlante delle guerre e dei conflitti nel mondo. Potete ascoltare qui le loro voci e, di seguito, un estratto dell’analisi di Francesco Brusa incentrato su cosa comporterebbe un eventuale accordo tra i due Paesi in guerra, da quasi 3 anni, alla luce dell'attuale situazione militare sul terreno.
AMBIENTE - Si continua a discutere di nuovi, grandi investimenti per realizzare collegamenti sciistici in quota, ma chi detta legge è ancora una volta il meteo, che sta regalando alle nostre montagne un caldo decisamente fuori stagione.
Partendo da questo dato, è andata in onda oggi sulle nostre frequenze una trasmissione a tre voci su quali alternative mettere in campo per superare la monocoltura dell'industria dello sci da discesa. La trovate qui.
A chiudere, l’appuntamento con Storia di Classe:
Pochi minuti, ogni giorno, per ripercorrere la storia (la “nostra” storia) e i suoi anniversari. Un evento storico, una mobilitazione politica, una rivolta, una lotta, tornando indietro nel tempo per conoscere il mondo e poi… trasformarlo.
19 dicembre 1946: Ho Chi Minh Attacca I Francesi Ad Hanoi
Se hai letto fin qua…
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