Turisti di guerra a Sarajevo: aperta un'inchiesta, almeno 5 italiani coinvolti
Palestina: continua la pulizia etnica per mano israeliana | Violenza di genere: in Italia gli uomini continuano a giustificarla | Brescia: nuovo presidio per Mirko "Sick" Serpelloni
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TURISTI DI GUERRA - Si radunavano a Trieste e da lì partivano per combattere “per divertimento” insieme ai militari dell’esercito serbo-bosniaco che assediavano la città di Sarajevo. Il tutto dietro il pagamento di ingenti somme di denaro.
È quanto contenuto nell’esposto presentato dal giornalista Ezio Gavazzeni e dall’ex giudice Guido Salvini alla procura di Milano, che ora ha aperto un fascicolo per omicidio plurimo aggravato dai motivi abietti e dalla crudeltà, affidato al pubblico ministero Alessandro Gobbis e per ora a carico di ignoti. Gavazzeni avrebbe rintracciato alcuni dei protagonisti italiani – almeno 5 – che secondo quanto ricostruito arrivavano da molte regioni del Nord e pagavano per potersi unire all’esercito serbo e sparare ai cittadini di Sarajevo dai grattacieli del quartiere Grbavica. I cosiddetti “turisti della guerra” sarebbero perlopiù simpatizzanti di estrema destra con la passione per le armi. Furono almeno 11mila i civili massacrati durante la guerra.
Secondo il giornalista, l’intelligence bosniaca a fine 1993 aveva avvertito la locale sede del Sismi della presenza di almeno 5 italiani, che si trovavano sulle colline intorno alla città, accompagnati per sparare ai civili, il tutto è contenuto nell’esposto. Già qualche anno fa, l’ex sindaca di Sarajevo Benjamina Karić presentò denuncia contro ignoti per individuare gli organizzatori e i partecipanti di questi “tour”. La denuncia dell’ex sindaca è stata ora inclusa nel fascicolo aperto a Milano.
Sul fenomeno aveva acceso i riflettori il docufilm “Sarajevo Safari”, del regista sloveno Miran Zupanič, prodotto da Al Jazeera Balkans e Arsmedia, presentato nel 2022, al festival “Ajb Doc”.
Questi fatti erano stati menzionati anche nel libro di Pino Cacucci “Camminando” edito nel ’96. Una raccolta di diciotto storie frutto della capacità d’ascolto dell’autore che diede spazio a chiunque avesse da riferire sulla propria vita. Nell’ultimo episodio intitolato Tania, lo scrittore racconta di averla conosciuta nell’insediamento dei profughi dalla ex Jugoslavia, all’epoca di stanza a Bologna. Tania, musulmana, aveva un marito serbo. Il marito non provava odio per i vicini di casa, ma scelse di difendersi quando gli ustascia del paese cominciarono a bruciare le case dei non-croati. Quando l’uomo fu catturato, Tania si prodigò con ogni mezzo per capire che fine fosse spettata al consorte e arrivò a parlare con un uomo fatto prigioniero insieme al marito al quale, “per un raro caso di fortuna”, era toccata la salvezza sotto forma di una boscaglia fitta raggiunta proprio quando scoppiava un forte temporale che fece venir meno lo spirito d’avventura di una certa “clientela italiana”. Ando’ peggio al marito di Tania che fu ucciso “per divertimento da onesti e rispettabili cittadini italiani”.
La notizia ha fatto il giro del mondo, ma come è stata vista dalla Bosnia?
Ne abbiamo parlato qui con Boris, cittadino di Sarajevo. Di seguito un frammento della sua analisi
PALESTINA - I coloni israeliani hanno compiuto gli ennesimi raid contro case e proprietà palestinese in Cisgiordania. Il salto di qualità riguarda l’incendio di una moschea tra le città di Kafr Haris e Deir Istiya, nella provincia di Salfit. Sui muri con minacce di sterminio nei confronti dell’intero popolo palestinese, ma pure per il capo del Comando centrale dell’Idf, Avi Blot, oltre a danni gravi all’edificio e copie del Corano bruciate.
L’episodio si inserisce nell’ondata terroristica dei coloni contro la popolazione palestinese, ovunque essa abiti. Una situazione fuori controllo, tanto da spingere persino l’esercito occupante a cercare di limitare – seppur timidamente – la violenza dei coloni israeliani, responsabili di attacchi quotidiani contro i palestinesi e le loro proprietà, con l’obiettivo dichiarato di cacciare tutti gli abitanti della West Bank, occupandone case, terre, qualsiasi cosa. Il che è più o meno in realtà quello che fa pure l’esercito occupante israeliano, ogni giorno, in tutta la Cisgiordania; solo oggi, 40 le persone arrestate a Betlemme.
Una pulizia etnica continua, come certificano i dati odierni dell’Ocha, agenzia Onu. Abbiamo tradotto in italiano la parte centrale del rapporto: potete ascoltarla qui.
Gaza: il Segretario di Stato Usa Rubio si dice “ottimista sul fatto che il Consiglio di Sicurezza Onu possa finalizzare una risoluzione su Gaza che sostenga una forza di sicurezza internazionale”, cioè degli stessi Usa e di qualche regime arabo. Intanto Tel Aviv prosegue nella Striscia ad aprire il fuoco a piacimento: raid aerei su Khan Younis e Beit Lahia, demolizione continue di case ed edifici, mentre a Rafah ci sono 3 morti in 24 ore. Israele sostiene fossero “miliziani palestinesi” nascosti nei tunnel. Qui si stima ci siano 200 persone, oggetto di trattativa tra Hamas, Usa e Israele per liberare i combattenti intrappolati sotto la cosiddetta Linea Gialla.
In Italia intanto Freedom Flotilla annuncia l’avvio di una campagna straordinaria di raccolta fondi a sostegno dell’Ospedale Al-Awda, una delle ultimissime strutture sanitarie ancora parzialmente operative nella Striscia di Gaza. “Al-Awda continua a garantire cure a migliaia di feriti, donne, bambini e anziani, operando in condizioni estreme e al limite delle forze”, spiegano dalla Freedom Flotilla.
VIOLENZA DI GENERE - Dati allarmanti sulla violenza di genere in Italia.
La violenza economica è ritenuta accettabile da un 1 uomo su 3, ma lo è per quasi la metà dei maschi Millennial (cioè i nati tra il 1980 e il 1995) e per la successiva Gen Z (tra il 1996 e il 2012). La violenza fisica sulle donne è giustificabile per 2 maschi adulti su 10. Per 1 su 4 la violenza verbale e quella psicologica sono “colpa” delle donne. E ancora: la maggioranza (55%) dei Millennials ritiene legittimo il controllo sulla partner. Così la ricerca odierna di ActionAid su violenza di genere e giovani, che evidenzia poi come in casa il 74% delle donne si occupa ancora oggi da sola dei lavori domestici, contro il 40% degli uomini.
Il 41% delle madri si occupa inoltre da sola dei figli, contro appena il 10% dei padri. Negli spazi pubblici il 52% delle donne ha provato paura (contro il 35% degli uomini), una quota che sale al 79% tra le più giovani. Il 38% delle persone ha avuto paura almeno una volta sui mezzi pubblici, ma tra le giovani donne della Gen Z il dato sale al 66%. E ancora: il 55% delle donne si è sentita svalutata nei contenuti culturali, il 70% tra le under 25. Anche online 4 donne su 10 (40%) dichiarano di aver avuto timore di reazioni sessiste ai propri contenuti online.
Ai nostri microfoni, Isabella Orfano di Women’s Rights Expert per ActionAid. Di seguito un estratto dell’intervista
BRESCIA - A Brescia si è tenuta oggi, 13 novembre 2025, la seconda udienza nel processo sull’omicidio sul lavoro di Mirko Sick Serpelloni, 27enne operaio – e artista – morto nel settembre 2023 cadendo dal tetto di un capannone a Manerbio. Imputato è il proprietario della ditta committente dei lavori in cui Sick morì.
Fuori in presidio, e poi dentro l’aula, gli amici e amiche di Mirko, oltre a diversi solidali a supportare la battaglia portata avanti dalla madre e dalla sorella di Mirko.
Per approfondire il tema, oggi sulle nostre frequenze:
L’intervista a Eva, sorella di Mirko Serpelloni, realizzata poco prima dell’udienza
Le impressioni di Maruska, madre di Mirko, al termine dell’udienza, di cui vi proponiamo un frammento
Oggi su Radio Onda d’Urto anche:
BRESCIA: In occasione del 82°anniversario dell’eccidio fascista di Piazza Rovetta, doppio appuntamento con l’Anpi del centro storico. Sulle nostre frequenze, la conferenza di lancio dell’iniziativa
BRESCIA: Tre giorni di Tattoo circus e di benefit per detenute e detenuti. Dal 14 al 16 novembre a Matrici Aperte. La presentazione di Meg e Sari, parte dell’assemblea informale che ha organizzato l’iniziativa.
BRASILE: I popoli indigeni sbarcano alla Cop30. “L’unica risposta all’emergenza climatica siamo noi”. L’intervento di Antonio Lupo, membro del direttivo del Comitato Amigos Movimento Sin Terra Italia e presidente di ISDE Liguria, medici per l’ambiente.
TURCHIA: Chiesti duemila anni di carcere per il sindaco di Istanbul, Ekrem Imamoglu. L’analisi del giornalista Murat Cinar
MIGRANTI: Detenuto al CPR di Milano, con problemi psichiatrici, deportato in Albania. Il racconto di Tesera Florio della Rete “Mai Piu’ Lager – No CPR”
A chiudere, l’appuntamento con Storia di Classe:
Pochi minuti, ogni giorno, per ripercorrere la storia (la “nostra” storia). Un evento storico, una mobilitazione politica, una rivolta, una lotta, tornando indietro nel tempo per conoscere la storia dei movimenti operai, di classe e rivoluzionari.








