Via libera del Parlamento Ue a "ReArm Europe"
Intervista a Nancy Hamad da Gaza | Free All Antifas: a Parigi attesa la decisione dei giudici sull'estradizione di Gino | 5x1000 a Radio Onda d'Urto: da 40 anni la voce di chi non ha voce
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Le trasmissioni, intanto, proseguono sulle nostre frequenze: il secondo mercoledì del mese ad aprire il palinsesto serale, alle ore 20, c’è La chitarra e il potere. Storie e autori delle canzoni politiche e di protesta in Italia e nel mondo; si prosegue alle 21 con Tracce; dalle 23 alla mezzanotte va in onda Rusty Cage. All’1, infine, tocca alla replica di Navdanya.
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REARM EUROPE - Il Parlamento europeo ha approvato oggi, con 419 sì, 204 no e 46 astenuti, “ReArm Europe”, il piano da 800 miliardi di euro voluto dalla von der Leyen per ingrassare le aziende belliche europee e statunitensi. I partiti italiani sono andati in ordine sparso, a partire della maggioranza: Lega contraria, FI a favore, Fdi a favore sul riarmo ma astenuti sul passaggio relativo al sostegno a Kiev. Il Pd si è diviso esattamente a metà: 11 astenuti, 10 a favore. Compatta la contrarietà di eurodeputati ed eurodeputate di M5S e Avs.
PALESTINA - Mentre Israele continua a violare la fragile tregua in vigore nella Striscia di Gaza, blocca tutti gli aiuti umanitari, toglie la corrente elettrica e preme sempre di più per riprendere il genocidio, noi oggi ci siamo collegati con la Striscia e abbiamo avuto la possibilità di intervistare Nancy Hamad, una studentessa di Economia di Beit Hanun, nord di Gaza.
“Qui c’è bisogno di tutto. Non c’è nulla di cui non abbiamo bisogno – ha detto ai nostri microfoni – Abbiamo bisogno di un riparo, perché non ne abbiamo uno. La tenda in cui viviamo davanti alla nostra casa non serve a nulla: non protegge dal freddo, non riscalda, non offre alcuna sicurezza. È letteralmente esposta alle intemperie, e in questo inverno gelido il freddo è insopportabile.
Abbiamo bisogno di un riparo, di vestiti, di medicine. A Beit Hanoun non c’è nemmeno un ospedale. Se qualcuno si ferisce o si ammala, non possiamo curarlo immediatamente. Non ci sono ambulanze, non ci sono infermieri, non c’è nemmeno un punto medico in tutta la città. Questo rappresenta un grave pericolo per chiunque si trovi a Beit Hanoun e abbia bisogno di cure. Inoltre, a causa della presenza dell’occupazione ai confini della città di Beit Hanoun, essendo una città di confine, non possiamo raggiungere la nostra terra”. Clicca qui per ascoltare l’intervista.
FREE ALL ANTIFAS - Nel momento in cui inviamo questa edizione di FuoriOnda, a Parigi è ancora atteso il pronunciamento dei giudici francesi sull'estradizione di Gino, antifascista italo-albanese detenuto in Francia dal 12 novembre 2024. L’estradizione è stata chiesta dalle autorità ungheresi, che hanno spiccato nei confronti di Gino un mandato di arresto europeo. La vicenda è quella che riguarda una ventina di antifasciste e antifascisti in mezza Europa, dall’europarlamentare Ilaria Salis alla tedesca Maja T., ossia la persecuzione voluta da Orban per le mobilitazioni antifasciste del febbraio 2023 contro il cosiddetto "Giorno dell’onore", un raduno che ogni anno porta nella capitale magiara gruppi neonazisti da tutto il Vecchio continente. Solidali e antifascisti hanno organizzato un presidio di solidarietà a partire dalle 12, e fino alla decisione dei giudici, di fronte al Palazzo di Giustizia di Parigi. In attesa del verdetto della Corte, abbiamo fatto il punto della situazione con Giulia e Nic, della campagna Free All Antifas.
Oggi su Radio Onda d’Urto anche:
Usa: caos dazi, accordo sulla guerra in Ucraina e proteste dopo l’arresto di Mahmoud Khalil
Groenlandia: vince le elezioni (a sorpresa) il centrodestra liberista
A chiudere, l’appuntamento con Storia di Classe:
Pochi minuti, ogni giorno, per ripercorrere la storia (la “nostra” storia). Un evento storico, una mobilitazione politica, una rivolta, una lotta, tornando indietro nel tempo per conoscere la storia dei movimenti operai, di classe e rivoluzionari.
12 marzo 1977 - Barricate a Bologna e scontri a Roma durante il corteo nazionale dopo l’uccisione di Francesco Lorusso.
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